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  • Su VOCI.fm ospitiamo una speaker, attrice e doppiatrice di grande talento: Alessandra Mandese. Vive in Puglia, tiene corsi di recitazionee dizione e con il suo home-studio lavora per radio, aziende e studi di registrazione in tutta Italia. Marco Picchio l'ha intervistata per noi.

    Intervista realizzata da Marco Picchio


    Amici di VOCI.fm, un grande saluto da Marco Picchio. COn l'intervista di oggi, noi del #sitodellevoci intendiamo mettere il turbo alla nostra mission, che è quella di promuovere le migliori voci della nostra community e tra queste c'è, senza dubbio, quella di Alessandra Mandese. Buongiorno Alessandra!
    Buongiorno a tutti voi, amici di VOCI.fm

    Tu sei di Brindisi, ma appartieni un pò anche a Bologna, perchè vedo che sei diplomata all’accademia come attrice di prosa, hai fatto il DAMS, hai un background veramente molto importante. Raccontaci qualche cosa!
    Si, io sono salentina, ma ho studiato sia a Bari che a Bologna. A Bologna il DAMS, a Bari l’accademia, la scuola di espressione di Orazio Costa per diplomarmi come “attrice di prosa”. Poi, dopo 3 anni di intenso studio (teatro classico), ho deciso che la voce sarebbe stata la parte del corpo che avrei voluto sfruttare e usare di più in questa arte interpretativa. E così a Bologna ho avuto la fortuna di poter entrare in uno studio di registrazione, forse uno dei primi in Italia, “Audiomax”, e di iniziare a lavorare sia come speaker che come impiegata. Ho avuto accanto voci importantissime, che lo sono ancora, tra le top italiane; passavano tutte da Audiomax e lì ho carpito i segreti dello speakeraggio perchè è vero che ci sono delle scuole anche fatte bene, ma è molto importante prendere ispirazione da chi è lì davanti a te. Io ho fatto questo per tre anni, rubare, gentilmente, il mestiere, per farlo mio. Quando ancora c’erano gli studi di registrazione, era bello perché ci si incontrava fisicamente con gli altri colleghi speaker, adesso lavoriamo quasi tutti in home-studio.


    Nel tuo curriculum troviamo anche importanti tracce di radio. Tu hai collaborato anche con la pugliese Radio Mambassa, vero?
    Si, ho lavorato a Radio Mambassa che, negli anni '90-2000 era una delle radio più importanti del Sud Italia ed è stata un’esperienza molto bella. Passare dalla prosa, dal recitare i “classici” a fare radio, è stato un bel salto, ma molto formativo. In radio ho imparato a parlare senza paura di fermarmi, perché a volte noi abbiamo quest’ansia di dover dire tante cose insieme, quando si è in radio, invece, bisogna anche imparare ogni tanto a fermarsi. E poi l’insegnamento ha colmato un pò tutto. Posso dire che insegnare, trasmettere il mestiere ai ragazzi, è bellissimo.

    Tu sei tornata a Brindisi e tieni corsi di recitazione e dizione, quindi tu hai questo contatto diretto con i tuoi ragazzi..
    Si, perché il mestiere dell’attore si insegna “corpo a corpo” e quindi è bello, perché tu trasmetti le tue conoscenze, poi loro faranno il resto. Attualmente, comunque, il mestiere che più mi interessa e più mi piace è quello della speaker: conduttrice radiofonica, speaker pubblicitaria, tutto quello che faccio e posso fare dal mio home-studio. Piuttosto che viaggiare come attrice, in questa fase della vita, vorrei dedicarmi allo speakeraggio, all'uso completo della voce.


    Che Alessandra Mandese abbia una bella voce è chiaro! La tua scheda è presente, ovviamente, su VOCI.fm e chiunque può cercarla, visitarla e vedere un pò di cose che ti riguardano professionalmente.
    Io sono molto contenta di essere in questa grande famiglia, che è VOCI.fm, una realtà molto attiva, che seguo dall’inizio e mi è sempre piaciuta, perché ho notato una grande attenzione e un grande rispetto per chi lavora in questo campo. Noi speaker tendiamo ad essere tutti un pò isolati, a lavorare nei nostri studi. Sarebbe bello un giorno conoscerci tutti e sapere che siamo poi in fondo un grande gruppo. Quindi, un saluto a tutti i miei colleghi speaker.

    Hai lanciato un’idea!
    Sarebbe molto bello! È vostro compito, solo voi potete farlo :-)

    Grazie ad Alessandra Mandese e buon lavoro!
    Grazie a te, grazie a voi di VOCI.fm! Ciao a tutti!

  • Siete speaker e sognate di lavorare in radio? Di tanto in tanto su internet si trovano proposte di collaborazione professionale, sia per emittenti FM che WEB-RADIO. Ma fate attenzione, “non è tutto oro quello che luccica”. E potrebbe capitare qualche situazione un pò “strana” come questa di cui ci parla il nostro blogger Mario Loreti.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    In genere, qui su VOCI.fm, vi parlo di cose di cui mi piace parlare: attrezzature, modi per preparare un demo efficace, recensioni di prodotti nuovissimi ecc.

    Oggi invece vi racconto una cosa per cui eviterei volentieri di spendere parole, almeno in certi termini: i casting per lavorare in radio.

    Non ce ne sono molti, non sono tante le persone che hanno la fortuna di vedere che qualcuno risponde ad una loro e-mail con l'indirizzo e un numero di telefono per un colloquio.

    E, perdonatemi, forse non sono nemmeno troppe le persone disposte ad affrontare l'argomento pubblicamente: vanno cercate e trovate le parole giuste e poi il mondo della radio è piccolo piccolo, una certa dose di attenzione non guasta mai.

    Sono d'accordo che si debba fare attenzione a non urtare la suscettibilità, sono completamente d'accordo sul fatto che ogni occasione vada vista come un'opportunità; tuttavia mi sembra giusto parlare di comportamenti che a mio avviso sono ai limiti della scorrettezza.

    Immaginate di trovare un annuncio su un sito di settore: cercano uno speaker e questo è il vostro sogno, volete fare la radio in diretta da quando siete bambini, da quando vi divertivate a giocare col “Canta Tu” fingendo che vi ascoltasse qualcuno (il sottoscritto lo faceva!).

    Dunque trovate l'annuncio: lo leggete interessati e scoprite che nella casella "compenso" non è stato inserito nulla. Fate radio e pubblicità per lavoro da una decina d'anni, il compenso non deve essere scontato ma almeno bisognerebbe parlarne, oppure specificare se si tratta di una realtà “no profit”... non si finisce mai di imparare, per cui uno potrebbe anche decidere di investire il proprio tempo... perchè no?

    Non mi piace chi, quando mi manda un demo mi chiede subito "quanto mi dai"? Lo considero assolutamente poco professionale, prima di parlare di compensi aspetta almeno che ti dica se la demo mi piace e poi, dopo qualche chiacchiera, parliamo del vil-denaro.



    Qualche giorno fa ho risposto ad un annuncio di una web-radio discretamente affermata, il nome già lo conoscevo. Non mi piace appunto parlare subito di denaro così sono andato a colloquio a Roma, per vedere di cosa si trattasse.

    L'appuntamento era a casa del direttore della web-radio, ma l'ho capito dopo. Nulla di male, del resto una web-radio può non avere una sede fisica; entro e mi trovo seduto vicino ad altri 4 o 5 ragazzi, il direttore mi fa accomodare e continua il suo discorso fatto di parole come collaborazione, esperienza, sostenendo che non avrebbe insegnato ai ragazzi a fare la radio ma avrebbe dato un'opportunità per fare palestra, il che è di per se abbastanza incoerente: come vado in palestra se non so come usare gli attrezzi?

    E poi, ciliegina sulla torta, lascia intendere in modo tutt'altro che velato un sentimento negativo verso un'altra radio su internet (screditare gli altri a cosa serve?) e fa capire che, per trasmettere sulla sua, gli speaker avrebbero dovuto versare dei soldi per pagare le spese di S.I.A.E., S.C.F., server e della sede fisica della radio.

    Ora: siamo sicuri che screditare gli altri, parlare di visibilità e di collaborazione vantandosi di aver mandato a casa fior-fior di speaker e doppiatori che si erano presentati, sia proprio la chiave giusta per far partire un progetto?

    La correttezza è un valore che, secondo me, dovremmo avere tutti: amici, specificate sempre nei vostri annunci eventuali compensi, o riconoscimenti di altro tipo, evitando alle persone di far perdere del tempo prezioso.

    Faccio tante produzioni gratis ad amici e conoscenti, non è che per trasmettere io punti per forza al soldo; però voglio sentirmi libero di farlo per chi voglio e per persone trasparenti.

    Voi cosa ne pensate? Vi sono mai capitate situazioni simili? Scrivetecelo QUI

    A presto, dal vostro (oggi un pò deluso) Mario Loreti.
     

  • Vi sentite pronti per lavorare con la voce, magari in radio o in un centro di audio-produzione? Oppure siete già professionisti ma volete migliorare il vostro “biglietto di presentazione”? In questo articolo, lo speaker Mario Loreti ci fornisce alcuni consigli indispensabili per realizzare un demo che sappia colpire nel segno!

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Mario Loreti

    Abbiamo parlato di strumenti per registrare praticamente ovunque ed anche a budget molto contenuti e devo ammettere che questo lavoro diventa giorno dopo giorno sempre più alla portata di tutti.

    E' giusto così, non sono uno di quelli che per difendere la propria professione consiglia agli aspiranti di non fare questo lavoro, altrimenti non scriverei neppure per VOCI.fm

    Sono però fermamente convinto del fatto che bisogna presentarsi sempre nel modo giusto.

    Con l'avvento dei corsi per speaker (di dubbia utilità, ma questo è un parere personale) sono sempre di più i ragazzi (ma anche gli adulti) che, fatti questi corsi, si sentono arrivati.

    Ho un sito-web da più o meno 11 anni e ricevo di tutto: e-mail di una riga, con lunghi elenchi di presunte esperienze (magari in inglese), messaggi di persone che mi dicono "sono uno speaker radiofonico, ho frequentato il corso x y" senza nè uno straccio di demo nè un curriculum. Queste modalità, a mio avviso, sono il top se non si vuole ricevere una risposta.

    Ma allora come ci potremmo presentare nel modo giusto per far sì che l'editore / direttore / chiunque ci degni di un po' della sua attenzione?

    Io inizierei col pormi delle domande: cosa mi spinge a fare questo lavoro? Da dove è partita la mia passione, qual'è stato l'evento scatenante?

    A questo punto, una volta che ci si è posti tutte le domande opportune, vale la pena di buttar giù una mail di senso compiuto dove ci si presenta, si dice perchè si vorrebbe fare questo lavoro e si segnalano, in modo semplice e chiaro, le proprie esperienze (se ce ne sono).

    A questa mail allegheremo un curriculum ben scritto, con i dati personali e l'autorizzazione al trattamento degli stessi per le finalità legate al CV stesso. E poi?

    E poi c'è la demo... l'ho messa per ultima ma è la parte fondamentale, perchè è il nostro biglietto da visita.

    Non prendete testi a caso, non fate palesemente finta di “fare la radio”. Fatela per davvero, registrando ad una qualità professionale, se non avete la strumentazione investite anche 100 euro, ma registrate una demo con la “d” maiuscola in un vero studio. Sarà anche più divertente!

    Troppe volte arrivano demo di scarsa qualità, registrate malissimo e con pochi contenuti.



    Ma quali sono i contenuti e quanto dovrebbe durare una buona demo radiofonica / pubblicitaria?

    A livello di contenuti, mettete solo ciò che vi rappresenta di più. Se siete degli speaker pubblicitari inserite solo i voice-over e gli spot che avete realizzato per i marchi più importanti, se non avete esperienza potete estrapolare testi da wikipedia o modificare leggermente i testi di pubblicità esistenti (attenzione a non citare i nomi dei marchi);

    Se volete realizzare una demo per la radio, non usate le formulette trite e ritrite "ciao, sono Mario, questa è radio xxx, sono le 14.00 e oggi parleremo di..." ma metteteci personalità, cercate di far trasparire tratti del vostro carattere e soprattutto... parlate come nella vita!

    Mi piace paragonare lo speaker radiofonico a un amico con cui si parla al bar. Il linguaggio e il tono di voce devono essere informali, l'ascoltatore del resto è uno molto vicino allo speaker, perchè lo speaker per primo è una persona come tante.

    Certo, il nostro lavoro a volte ci impone di parlare di cose che non conosciamo come se le conoscessimo perfettamente, ma ciò non deve metterci su un altro piano rispetto a chi ascolta.

    Insomma, vale il detto "parla come mangi!"

    Dunque presentatevi rapidamente e lanciate una canzone.

    Fate sentire un pezzo del disco appena lanciato e la coda di un altro, dopodichè disannunciate il secondo disco e parlate di qualcosa di curioso o di un argomento di attualità in tempi rapidi (45 secondi / 1 minuto); nell'intervento successivo inserite una citazione commerciale o il lancio di un gioco e nell'ultimo intervento chiudete la registrazione dando appuntamento ai vostri ascoltatori al giorno dopo, come se voleste concludere il vostro ipotetico programma.

    Il tutto in massimo 3 minuti, un editore non ha troppo tempo!

    La prima impressione è quella più importante, quindi giocatevi bene le vostre carte. Forse sarò un pò polemico ma credo che a volte chi di dovere non risponda anche perchè arriva davvero di tutto... cerchiamo di essere professionali e qualche porta si aprirà. Buon demo a tutti!
     

  • Su VOCI.fm oggi conosciamo la bravissima speakere voice-over Catia Minguzzi. Vive in Emilia Romagna e vanta un curriculum di tutto rispetto con tante esperienze nel mondo della radio. Grazie al suo home-studio può collaborare anche con aziende e studi di registrazione in tutta Italia. Ecco l'intervista di Marco Picchio.

    Intervista realizzata da Marco Picchio


    Amici di VOCI.fm, un saluto da Marco Picchio! Oggi vi presentiamo un'altra bella voce femminile: lei è una della radio a tutti gli effetti e vuole farsi conoscere dalla grande community del #sitodellevoci. Dalla splendida Emilia Romagna arriva Catia Minguzzi, benvenuta!
    Ciao Marco, grazie per avermi ospitato.

    Noi stiamo dando un'occhiata al tuo curriculum e davvero possiamo dire “la radio: che passione!”. Tutto è cominciato nel 1987, raccontaci un pochino, dai!
    Si può dire che in quell'anno ho preso in mano la mia vocazione in modo concreto, perché poi, se vogliamo tornare indietro nel tempo, già a sei anni avevo questa predilezione per la radio, infatti io non mi sono fatta regalare le classiche bambole bensì una radio, e questo ti dice tutto. In casa mia la radio non esisteva e l'ho portata io.
     

    In questo lavoro tutti abbiamo iniziato così, io per esempio costruivo i trasmettitori, avevo il saldatore, già da piccoli manifestavamo questa tendenza! Poi com'è proseguita la cosa?
    Beh, come dicevi tu nel 1987 ho avuto la possibilità di cominciare a fare qualcosa, avere due miei programmi nella radio del mio paese fino al 1992, anno in cui purtroppo chiuse anche perché arrivò la legge Mammì che mise in difficoltà molte piccole radio. Poi passai a un'altra radio locale più grande dove proseguii il mio percorso, poi ho collaborato con varie radio a livello sia locale che regionale, poi mi fermai per un pò a livello radiofonico, anche se continuavo a frequentare spettacoli, manifestazioni e concorsi. 

    Quindi tu sei anche una presentatrice?
    Assolutamente sì, ho scoperto circa quindici anni fa che mi piace e questa attività la porto avanti di pari passo con la radio.

    Tu hai avuto anche esperienze abbastanza recenti per quanto riguarda il discorso delle web-radio, poi vedo che nel 2017 hai partecipato al concorso come “miglior voce femminile del web”, e hai vinto!
    Si, ed è proprio vero che le cose arrivano quando meno te le aspetti! Essendo il mio mondo avevo deciso di partecipare come visitatrice, poi per gioco mi iscrissi e alla fine vincere fu per me una sorpresa incredibile, perché essendo un concorso a livello nazionale mi ha dato grande gioia. 

    Come ti vedi in un ruolo diverso da quello della conduttrice radiofonica, come per esempio quella di voice-over, voce per la pubblicità?
    Mi piace lavorare con la mia voce, non solo come speaker radiofonica ma anche come doppiatrice o voce per racconti, insomma la mia grande passione è “comunicare”.

    Vedo che hai anche fatto un corso di doppiaggio!
    Certo, sappiamo che può sembrare un lavoro facile ma non lo è, quindi bisogna prepararsi ed ho ritenuto giusto fare tutti i corsi necessari. 

    Immagino che come la maggior parte di noi che facciamo questo bellissimo lavoro (che poi è più una vocazione che un lavoro!) anche tu sia attrezzata con un tuo home-studio?
    Ovviamente sì, ho la possibilità di lavorare da casa, mi agevola molto perché riesco a gestire una produzione nel giro di poche ore. 

    Bene, a questo punto ringrazio Catia Minguzzi per essere stata nostra ospite, e ricordo a tutti che potete visionare il suo profilo VOCI.fm cliccando QUI. Catia, grazie e buon lavoro, a presto!

  • Su VOCI.fm oggi conosciamo lo speaker, doppiatore e voice-over romano Claudio Popolizio.Scorrendo il curriculum notiamo numerose esperienze maturate nel mondo del doppiaggio in importanti produzioni nazionali. Grazie al suo home-studio può collaborare anche con aziende e studi di registrazione in tutta Italia. Ecco l'intervista di Marco Picchio.

    Intervista realizzata da Marco Picchio




    Amici di VOCI.fm, un saluto da Marco Picchio! Oggi ho il piacere di presentare alla nostra grande community una bella voce del doppiaggio, ma non solo (poi vedremo insieme a lui tutte le sue esperienze): ho in linea Claudio Popolizio, benvenuto.Ciao e grazie a te , buongiorno.

    Stavo dando un'occhiata al tuo curriculum che è senza dubbio di tutto rispetto, soprattutto per quanto riguarda il doppiaggio, con tante esperienze in produzioni nazionali, quindi raccontaci qualcosa, dai!
    Ho iniziato questa esperienza nel doppiaggio da ormai 5 anni, e adesso la porto avanti ma ho anche iniziato a lavorare nella pubblicità, iscrivendomi al vostro sito e cominciando proprio a espandere quella che finora era stata solo un'esperienza attoriale e di doppiaggio.

    Vedo delle citazioni importanti! Ci puoi dire dove hai prestato la tua voce per il doppiaggio, in quali situazioni? Ho iniziato come primo turno con Claudio Sorrentino per la FOX, poi ho avuto la fortuna di poter collaborare anche in varie serie tv Netflix come “El Chapo”, dove ho lavorato con vari direttori e c'è stato a dirigermi Massimo Corvo, poi ho lavorato anche con Loris Loddiper un film che è andato in onda su TV8, “Oscar Pistorius: Blade Runner Killer”, uscito a luglio 2018. Poi ho avuto anche altre collaborazioni con Francesco Venditti, lavorando con dei turni per la serie “Mindhunter”.

    Quale di queste esperienze di doppiaggio ti ha preso di più?
    Sicuramente l'ultimo film, quello su Pistorius, è stato il più interessante, dove io sono la voce narrante d'apertura, ed è stato molto bello lavorare con Loris Loddi che mi ha stimolato davvero, quindi è un'esperienza che rispetto ad altre ricordo con più affetto.

    Cambiamo registro: con la radio che tipo di rapporto hai? Perché è chiaro che hai una bella voce, che potrebbe essere ottima anche per questo campo di lavoro.
    Io con la radio ci lavoro, faccio molti jingle e anche delle piccole trasmissioni quando mi viene chiesto; ovviamente, muovendomi tra Roma e Milano per il doppiaggio, non riesco a lavorare in una radio stabilmente, però riesco comunque a fornire spot pubblicitari; diciamo che nasco come una voce radiofonica perché agli inizi facevo molta radio, poi ho lasciato per iniziare la recitazione, e poi il doppiaggio.

    E in quali radio hai collaborato? A Roma suppongo, visto che sei romano?
    Ho collaborato con delle radio di Roma, delle radio locali; ovviamente ci sono delle pubblicità che facciamo con delle agenzie o anche tramite voi che vengono trasmesse su radio nazionali. Mi è capitato di fare uno spot che è andato anche su Radio Deejay, insomma radio importanti.

    Quindi questo ci fa pensare che tu hai un tuo home studio, e puoi lavorare per chiunque in Italia e nel mondo tranquillamente.
    Sì, in realtà io ho tre studi! Uno a Roma, uno a Milano e uno in Puglia, dov ho fondato il mio primo studio essendo pugliese. Quindi sì, ho la possibilità di lavorare praticamente in tutta Italia e anche di spostarmi in tutta Italia: quando ci sono magari dei lavori più importanti preferisco parlare direttamente con i clienti, a volte diretto via Skype, per esempio per le pubblicità un po' più importanti, quindi è bene dare al cliente delle possibilità di scelta anche nel modo in cui viene fatta la pubblicità.

    A questo punto Claudio io ti ringrazio e ricordo a tutti gli amici che ci stanno seguendo che è possibile visionare il tuo profilo sul nostro sito; chiaramente noi ti facciamo tanti auguri, in bocca al lupo per il tuo lavoro e grazie per essere stato qui con noi!
    Grazie, ciao!

  • Siete a caccia di un pre-amplificatore economico che suoni bene? Allora oggi abbiamo una buona soluzione! Mario Loreti ha testato per VOCI.fm il “Golden Age Pre 73”, che sembra perfetto per l'home-studio. Sentiamo se suona davvero bene come molti dicono.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    Avendo dovuto smantellare il mio studio di registrazione per ragioni personali, mi sono preso un pò di pausa forzata dal lavoro e da VOCI.fm, però al tempo stesso ho rinnovato qualche strumento ed ho anche acquistato un pre-amplificatoreNeve 1073” e quello che molti definiscono il suo clone, il “Golden Age Project Pre 73”.

    Oggi ci occuperemo proprio di quest'ultimo, analizzandone a fondo caratteristiche, pregi e difetti e cercando di confrontarlo con il “Neve 1073”, che costa molto di più.

    Iniziamo col dire che, visivamente, questo preamplificatore sembra molto vintage, anche se in realtà di vintage ha poco, a parte il suono che cerca di emulare. Di buono c'è che, come nei veri preamplificatori vintage, questa unità non ha circuiti integrati inseriti nel percorso del segnale audio.

    Si tratta di uno strumento dai controlli essenziali, senza fronzoli, che non sfigurerà sicuramente nel vostro studio, ne a livello di immagine ne di suono.

    Le funzionalità a disposizione sono molte, alcune delle quali si trovano solo su preamplificatori di fascia (e costo!) superiore.

    Questa macchina, piccola nelle dimensioni ma potente nelle prestazioni, dispone di un input microfonico con alimentazione phantom, un gain che può arrivare fino ad 80 Db, il filtro passa-alto con uno switch per togliere 3 DB a 40 o 170 HZ (può servire per eliminare rumori di fondo), 6 DB / octave, un air-EQ a 2 posizioni, +3 o +6 DB a circa 30 KHZ e la possibilità di scegliere l'impedenza tra 1200 Ohm o 300 Ohm.

    L'indicatore del livello del segnale, ovvero il VuMeter, è a 4 led.


    L'ingresso è combo, vale a dire che ci si può collegare un microfono sia con un cavo XLR che con un Jack 6.3, in più c'è anche un ingresso per il collegamento con una chitarra ed un'uscita line / instrument.

    L'alimentatore per il collegamento alla corrente è incluso nella confezione.

    Le funzioni sono tutte accessibili tramite dei comodi pulsanti o delle piccole levette. Il gain e l’output si regolano con delle wheel a scatti, l’ultimo tasto a destra consente di emulare il suono di un preamplificatore vintage (forse troppo), ma è una funzione utile da provare almeno una volta.

    Il prezzo oscilla tra i 300 ed i 350 euro, quindi davvero una cifra accessibile per chi vuole lavorare di qualità senza però “svenarsi”.

    E il suono? Vi faccio ascoltare volutamente qualcosa in bianco (senza base). Quindi, se già non state ascoltando l'articolo ma lo state solo leggendo, vale la pena di cliccare sul tasto “Play”.

    QUI trovate anche il test audio separato dal podcast, scaricabile liberamente perché possiate importarlo e analizzarlo nel vostro software audio preferito.



    Il microfono usato in questo test è un “Neumann U87”, il segnale finisce poi in una scheda audio piccolina ma molto valida, la "RME Babyface".

    Ma quindi il “Golden Age Pre 73” può davvero essere paragonato al “Neve 1073”?

    Secondo me no, suona come un Focusrite di fascia alta ma per raggiungere il “Neve 1073” c'è ancora qualche passo da fare. Certo, il “Neve” costa 10 volte tanto, direte... e non posso che darvi ragione!

    In sintesi, il “Golden Age Pre 73” è un preamplificatore che stupisce nel rapporto qualità-prezzo ed è indiscutibile che suoni meglio di tante altre unità di marche più blasonate sulla stessa fascia.

    Voi cosa ne pensate? Lo usereste per le vostre produzioni con la voce? Fatecelo sapere.

    Io tornerò a parlare di audio-equipment professionale qui, sul BLOG di VOCI.fm. Un saluto da Mario Loreti.
      

  • Molte aziende fanno casting on-line, anche per ricercare uno speaker o un doppiatore (e noi di VOCI.fm lo sappiamo bene!). Ma quali sono le principali differenze tra un sito di voice-casting e l'altro? Ce ne parla Mario Loreti in questo articolo pubblicato dal #sitodellevoci

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Mario Loreti

    Non so perchè, ma mi piace iniziare i miei articoli quasi sempre con delle note nostalgiche. Ecco allora che mi tornano in mente le cassettine (audiocassette), perchè era grazie a quelle se il cliente poteva ricevere ed ascoltare una pubblicità o il proprio voice-over (che poi spesso non è altro che una presentazione aziendale, prima tutti questi inglesismi non c'erano!).

    Non solo non c'erano gli inglesismi, ma per registrare ci si appoggiava solo a degli studi di produzione tradizionali. La strumentazione infatti non era alla portata di tutti come lo è oggi, per registrare ad una buona qualità si dovevano spendere un mucchio di soldi ed era difficile che un professionista potesse lavorare da casa propria.

    Per esperienza, so che alcuni clienti preferiscono tuttora affidarsi agli studi di registrazione anzichè rivolgersi direttamente agli speaker, questo perchè qualcuno non crede che una registrazione audio casalinga possa comunque essere realizzata con tutti i crismi del caso. Capita sempre più spesso che siano gli stessi studi a contattare speaker che lavorano da casa, noi di VOCI.fm lo sappiamo bene visto che collaboriamo con pressochè tutte le aziende di settore locali e nazionali, per cui oramai certe differenze in alcuni casi quasi non esistono più.

    Uno dei vantaggi di lavorare da casa è ovviamente che puoi prendere il lavoro che vuoi, nel modo in cui vuoi e gestirti le tue cose serenamente, questo anche grazie ai numerosi siti che permettono al cliente di trovare la voce desiderata e a te speaker di poter raggiungere centri di produzione in tutto il mondo.

    Per carità, a certi studi puoi anche arrivarci da solo, ma dovresti cercarteli sul web e non tutti tra l'altro sono in lingua inglese (se ne trovano anche in fiammingo, se qualcuno da queste parti lo capisce... batta un colpo!)

    Oggi voglio parlarvi proprio dei vantaggi e degli svantaggi dei siti web che si occupano di casting legati alla voce.

    Perchè se è vero che da una parte ci portano lavoro, dall'altra danno la possibilità a chiunque di lavorare e produrre anche solo per soddisfazione, il che vuol dire che i prezzi si abbassano notevolmente e che prima o poi ne risentirà l'intero mercato.

    Tempo fa la nostra collega Sunny Valerio aveva già parlato del fenomeno per quanto riguarda gli spot locali, ma piu' passano gli anni e più il discorso dei prezzi al ribasso si fa grave.



    Quali sono questi siti web che ci permettono di lavorare?

    Il primo che ho conosciuto è statunitense, si chiama Voice123. Qui puoi creare il tuo profilo gratuitamente inserendo tutte le tue caratteristiche vocali, quando poi un cliente pubblicherà un progetto corrispondente alle tue caratteristiche il sistema ti invierà automaticamente una mail per permetterti di partecipare al casting. Te la giocherai con altri tuoi colleghi e il vincitore sarà quello che farà il lavoro e quindi verrà pagato. La creazione del profilo è gratuita, ma si può partecipare ai casting solo se si è membri premium. Tale iscrizione costa circa 400 dollari l'anno, un investimento piuttosto alto secondo me. Un problema di voice123 è poi che tu non puoi contattare il cliente direttamente tramite email, devi sempre passare per la loro piattaforma. Il cliente rimane loro, dunque, il che non lo trovo nè trasparente, nè corretto.

    Con Bodalgo.com le modalità sono le stesse, cambiano il prezzo e il modo di gestire il cliente. La sottoscrizione per candidarsi ai casting costa circa 200 euro l'anno, i lavori in italiano sono molti di più e noi speaker possiamo entrare direttamente in contatto con il cliente via mail, potendo disporre di tutte le informazioni aziendali di cui abbiamo bisogno per lavorare in serenità.

    Un altro sito nato recentemente è Voicebunny.com. Il coniglio fa parte della famiglia di voice123 e ne eredita alcuni difetti: non hai informazioni sul cliente (che quindi non contatti direttamente), lo stesso cliente rimane loro e i voice-over vengono pagati pochissimo; le tariffe infatti non considerano il tipo di prodotto (pubblicità, e-learning ecc.) ma garantiscono solo una cifra a parola che varia in base ad un algoritmo. In un punto del contratto da accettare, c'è poi una clausola: i diritti dei lavori realizzati tramite voicebunny.com vanno tutti al sito web, non a te speaker. Recentemente ho visto un cliente italiano pubblicare un progetto per uno spot nazionale in onda in TV, spot che sarebbe stato pagato poco piu' di un caffè.

    Queste situazioni condizionano parecchio il mercato, per questo ne parliamo sul Blog di VOCI.fm, che da sempre mette al primo posto la
    professionalità di chi lavora con la propria voce, in modo imparziale e nel pieno rispetto di un mestiere prestigioso ed esclusivo come quello dello speaker o del doppiatore.

    Se poi devo darvi un consiglio personale, tra le web-proposte di cui vi ho parlato sopra, mi sento di consigliare Bodalgo.com, che ha sempre dimostrato attenzione verso il mercato e verso il nostro lavoro.

    A presto e... buone incisioni a tutti!
     

  • Oggi sul #sitodellevoci vi presentiamo i duffusori acustici G-One di Genelec, marchio omnipresente in ogni studio di registrazione o radiofonico. Scopritene le qualità e tutte le specifiche tecniche nella interessante recensione di Mario Loreti.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    Amici, oggi per la prima volta vi parlo di una gamma di prodotti che personalmente non ho mai trattato nei miei articoli su VOCI.fm: i diffusori audio. I brand che si occupano di speaker acustici sono davvero molti, ma noi oggi parliamo del produttore di modelli “near-field” per eccellenza: la finlandese “Genelec”. Chi lavora con la voce, in studio o in radio, avrà sicuramente avuto modo di notare questo marchio, praticamente omnipresente in ogni studio di registrazione o radiofonico.

    Il distributore italiano PRASE MEDIA TECHNOLOGIES ci ha dato la possibilità di testare il modello G-One, che si fa notare per le dimensioni compatte e per il costo contenuto rispetto agli altri prodotti Genelec, diventando da subito un punto di riferimento per chi ha un proprio home-studio o per chi vuole semplicemente portarsi a casa la qualità di un suono “professionale”. Già negli anni '90 Genelec realizzò una serie di diffusori a prezzo più economico, la ben nota “linea 6000” e potremmo considerare “G-One” come una logica evoluzione di quanto fatto in precedenza, con lievi ritocchi estetici e funzionali.


    La cassa G-One è un prodotto bello, robusto e suona veramente bene. Inoltre, la costruzione brevettata DCW in alluminio, la bassa distorsione e l’alto livello di ogni componente, rendono questo piccolo diffusore acustico molto versatile e adatto a mille usi; se poi, come suggeriscono i fonici Genelec, il nostro ambiente di ascolto è particolarmente privo di riflessioni, si raggiungono davvero risultati da “effetto WOW”! Il suono delle G-One è equilibrato, nessuna frequenza è enfatizzata e tutto questo si traduce in affidabilità e garanzia nel controllo acustico delle nostre produzioni.


    Mettere in funzione le Genelec G-One è facilissimo! Si collegano al nostro mixer (o ad altre sorgenti audio) tramite cavo RCA e basta fornire alimentazione per farle accendere automaticamente; si disattiveranno da sole una volta scollegata la sorgente, anche se dietro ad ogni cassa c'è comunque il pulsante per lo spegnimento manuale.

    Queste casse acustiche, fantastiche, sono costruite interamente in metallo, con una verniciatura superiore ruvida: alla base trova posto un piedistallo di gomma che, oltre a permettere l’adattamento anche su superfici non lisce, attutisce eventuali vibrazioni. Il piede in gomma si può sia svitare, per posizionare la cassa in orizzontale, sia togliere del tutto per l’alloggio su piedistalli ad-hoc (venduti separatamente). La parte posteriore è predisposta per staffe a muro e VESA.


    La cura nei dettagli e l'alto livello professionale che contraddistingue Genelec sono evidenti già dalla confezione, che contiene la cassa acustica (venduta singolarmente e disponibile nei colori bianco o nero), il piedistallo in gomma e la cavetteria di collegamento; ogni elemento è ben posizionato ed imbustato singolarmente. Estraendo la G-One dalla scatola si ha subito una sensazione di robustezza e colpiscono il peso (un kilo e mezzo!) ed il design caratteristico, lo stesso che ha reso celebri le più diffuse linee Genelec, casse bombate e con gli angoli stondati, riprodotto “in miniatura” su questo modello alto solo 15 cm e profondo 10. Davvero sorprendente!


    Ogni cassa dispone di 2 vie con amplificatore dedicato ai bassi da 12W e acuti a 12W, di un Woofer da 3″ e Tweeter da 3/4″. Bass-Reflex posteriore.



    La risposta in frequenza è pari a -2.5dB da 74Hz a 20Khz, la pressione acustica massima a 1 metro è pari a 96dB. Le Genelec G-One dispongono anche del crossover a 3KHz, della regolazione bassi da 0 a -6dB a 100Hz, della regolazione del posizionamento da 0 a -4dB a 200Hz. Non nego che, valutando soprattutto le misure così ridotte, sono rimasto colpito dalla potenza sprigionata da queste Genelec e dalla facilità di gestione ed equalizzazione del suono.

    Inutile ripetere come le G-One rendano benissimo anche in casa, per guardare un film con gli amici o per giocare ad un videogame regalandoci un'atmosfera sonora ancor più emozionante. Occhio solo alle prese disponibili, ogni cassa è indipendente e va quindi alimentata separatamente!


    Come dicevo in apertura, il prezzo delle G-One è davvero competitivo; per una coppia di questi diffusori si spendono circa 500 euro ed è un rapporto prezzo / prestazioni assolutamente adeguato, un piccolo investimento che noi di VOCI.fm ci sentiamo di consigliare a chi, come molti speaker della nostra community, possiede un home-studio ed ha bisogno di un riferimento valido sia in fase di registrazione che di montaggio / post-produzione.

    E poi, inutile negarlo, le Genelec sul banco di lavoro hanno un fascino da vero status-symbol di settore!

    Direi quindi che ci sono tutte le condizioni per regalarci questi gioiellini, ad oggi una delle soluzioni più versatili in commercio per chi cerca suono di livello professionale con un budget alla portata di tutti.

    E voi cosa fate, passate a G-One? Ecco i centri GENELEC a cui potete far riferimento!
     

  • Cari amici di VOCI.fm, sono lo speaker Mario Loreti, collaboro con questo blog e sono davvero felice di poter utilizzare uno spazio così per portarvi a visitare un luogo per me molto speciale. Un posto nel quale ogni giorno lavoro, mi diverto, imparo e mi metto in gioco; sto parlando del mio home-studio. Se vi fa piacere continuate a leggere, guardate il video-tour ed entrate nel mio piccolo regno, senza riverbero ma pieno di cavi, schede audio e microfoni!

  • La tecnologia si evolve e l'attrezzatura per lavorare in digitale (anche con la nostra voce) diventa sempre più potente e miniaturizzata. E' il caso di “Mi Mini PC”, un computer tascabile ma con prestazioni “da desktop”. Abbinandolo ad un microfono usb, diventa lo strumento ideale per registrare in mobilità, senza limiti. Ce ne parla Mario Loreti e ci indica come prenotarlo in anteprima a prezzo speciale.

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    Non ricordo dove ma sono sicuro di aver letto, nei '90, che una trentina d'anni dopo i PC sarebbero stati piccolissimi e soprattutto sarebbero costati pochissimo e che per una macchina decente potevano bastare anche solo 30 dollari.

    Beh, dai '90 ad oggi, la situazione non è cambiata così drasticamente, ma in effetti i PC costano molto meno.

    Ormai i pc-desktop (il cosiddetto “fisso”) sono usati solo dalle aziende, il trend va sempre più verso i notebook portatili e, ancora di più verso i tablet.

    Da qualche anno c'è qualcuno che sta provando a creare degli ibridi tra PC e tablet davvero interessanti, in particolare in Cina. Forse starete pensando che non siano macchine da lavoro ed effettivamente per il momento si tratta di dispositivi che possiamo utilizzare prevalentemente per prendere appunti o fare piccole cose poco impegnative.



    >Qualche tempo fa ho però visto su Facebook, grazie alla segnalazione di una mia conoscente, un mini-PC che promette veramente bene. I suoi creatori cinesi hanno lanciato una campagna di raccolta fondi su Indiegogo, una piattaforma che permette di raccogliere soldi per progetti innovativi e al momento in cui scrivo sono arrivati a superare il milione di dollari.

    Cosa ci faranno esattamente con questi soldi?

    Produrranno una macchina che potrà contare su un processore Intel M3 (studiato apposta per i dispositivi mobili), 16 GB di RAM e, nella versione base, un disco a stato solido SSD da 128 GB con installato sia il sistema operativo Microsoft Windows 10 che Android. Il tutto in un dispositivo che entra in una tasca!

    Nel pacchetto sarà inclusa anche una tastiera bluetooth richiudibile e una cover, tanto per completare la dotazione di accessori. Il tutto ad un ottimo prezzo: 149 dollari!


    Ah, il display è incorporato nel dispositivo, misura ben 5 pollici, ed ha anche un'ottima risoluzione da 1280x720 pixel.

    Se poi deciderete di espandere il vostro dispositivo, potrete acquistare a soli 30 dollari un disco da 256 GB e a 50 dollari un disco da 512 GB, per render il vostro mini-PC ancora più capiente.

    Noi di VOCI.fm ne stiamo parlando perchè questa è un'ottima macchina per lavorare anche con la voce, date le sue prestazioni. Immaginate di collegare a questo dispositivo un microfono come il Rode NT-USB, lo Shure MV51 o uno dei tanti in commercio a prezzi altrettanto abbordabili: registrare sarà un gioco da ragazzi e non avrete neppure il problema del rumore delle ventole, perchè queste macchine sono molto silenziose.


    Questo mini-pc si sposa alla perfezione con software “smart” per acquisizione ed editing audio, come l'ottimo “Twisted Wave”, avviabile sia in modalità “PC” che “tablet” ed estremamente facili da utilizzare.

    Cosa ne pensate? Questo piccolo prodotto vi convince? Cliccate qui e diteci la vostra!

  • Torna il nostro esperto di home-studio e audio-equipment. Nell'articolo di oggi, Mario Loreti ci regala delle dritte per restaurare un audio problematico con due click. Basta installare il plug-in "iZotope". Curiosi? E allora date un'occhiata a questo articolo in esclusiva per il #sitodellevoci.

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    A 
    chi non è mai capitato di dover fare una registrazione al volo, magari fuori dallo studio perchè serviva una cosa urgente? Oggi grazie alla tecnologia è possibile registrare anche con un iPad. Ne parlavo qualche giorno fa con un amico: basta avere l'app giusta, un armadio in cui posizionare il microfono per un audio con meno riverberi, qualche plug-in... e via! Ed è proprio di plug-in che voglio parlarvi oggi: di recente è uscita la nuova suite RX di “Izotope”, dedicata al restauro dell'audio: “iZotope RX7”.

    I plug-in della serie RX sono da sempre particolarmente apprezzati dai tecnici del suono di tutto il mondo perché permettono di restaurare un audio con problemi davvero con due click, creando tra l'altro pochissimi artefatti. Quando in passato si provava, con l'aiuto di un filtro FFT o con un equalizzatore, a togliere magagne si generavano sempre una certa quantità di artefatti indesiderati, portando l'audio a migliorare da una parte e peggiorare dall'altra. Con questi nuovi strumenti, a patto che li si sappia usare correttamente si ottengono dei risultati davvero strabilianti senza dover rinunciare troppo alla qualità.

    Un plug-in della suite particolarmente utile a noi speaker è sicuramente il DeVerb, in grado di ridurre le riflessioni dalle registrazioni e quindi di mettere la voce molto più in fuoco; chiaro, se si chiederà al plug-in di agire al 100% delle sue possibilità sentiremo qualche artefatto sulle “s”, ad esempio, se però si è disposti ad accettare qualche piccolo compromesso diminuendo il livello di intervento la situazione direi che cambia drasticamente.



    Grazie al DeClick possiamo poi rapidamente eliminare i click di saliva dalle nostre registrazioni o tutti quei click dati da PC o schede audio che non supportano buffer troppo ridotti, o addirittura le interferenze date dal cellulare!

    Il DeCrackle è anche lui nato per eliminare le sporcature della bocca, così come il DeNoise promette e riesce a eliminare svariati tipi di rumori di fondo come fruscii, ventole e rumori costanti.

    Insomma, come potrete notare, in questa suite di software c'è veramente di tutto, addirittura troviamo già dalla versione 6 uno strumento per eliminare il vento dalle registrazioni fatte all'aperto, cosa molto utile se ad esempio abbiamo realizzato una intervista in esterna che non vogliamo buttar via.

    Poi, sempre a proposito di interviste: quante volte ci siamo trovati a non poter tagliare un'intervista nel punto che volevamo perchè l'interlocutore ha lasciato un'intonazione sospesa, per cui dopo quella frase specifica ci si aspetterebbe altro?

    Ecco, grazie a IZotope RX7 Connect è letteralmente possibile connettere una frase ad un'altra, per rendere il taglio molto più naturale e sensato.


    Per finire parliamo di qualcosa che forse interessa più cantanti e musicisti: il tool "Music Rebalance".

    Come funziona? Molto semplice: se di una base volete abbassare il volume della voce, della sezione tastiere, della batteria o del basso... vi basterà tirare giù uno slider!

    Una delle prime cose che mi è stata spiegata a proposito di audio è che, una volta che il file è stato esportato non è più possibile eliminare un elemento. Beh, magari con Music Rebalance non togliamo l'elemento indesiderato del tutto ma vi assicuro che il risultato, in particolare sui dischi più moderni, è spettacolare! In questo modo, se siete dei cantanti e non trovate una base, potete provare a crearla, semplicemente tirando giù un cursore.

    I plug-ins RX7 sono disponibili nelle versioni VST a 32 e 64 bits, VST3 e StandAlone, grazie al software “IZotope Audio Editor”.

    La versione completa della suite vi costa circa 700 dollari, che non è proprio un prezzo accessibilissimo ma li vale davvero tutti, soprattutto se pensate che potrete farvi ripagare l'acquisto aumentando il valore dei vostri lavori. Raggiungerete dei risultati straordinari, in modo per altro del tutto automatico!

    E voi? Quali plug-in utilizzate per semplificarvi il lavoro? Fatecelo sapere con un messaggio

    Continueremo ancora a parlare di audio-equipment, hardware e software per i professionisti della voce, sempre qui, sul blog di VOCI.fm. A presto da Mario Loreti
     

  • Girovagando tra i negozi specializzati in sound-equipment, rubacchiando qualche pattegolezzo nelle discussioni on-line, notandole in molti web-store, siamo rimasti incuriositi dalle cuffie Q8-851S, dell'azienda NIA ELECTRONICS. Vuoi per il design che va tanto di moda, l'arcobaleno di colori che non le fa passare inosservate, per le funzionalità sorprendenti con cui vengono descritte o per il prezzo competitivo... fatto sta che in un attimo erano già nel nostro carrello! E pensando che potrebbero fare bella figura anche nel vostro home-studio, abbiamo deciso di aprire la scatola proprio sul blog di VOCI.fm. State attenti, perchè ci attendono grandi sorprese!

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    NIA Q8-851S, LA CUFFIA "SUPERB SOUND" 
    Va premesso che già dalla confezione nessuno potrebbe mai dire che le NIA Q8-851S siano cuffie dal prezzo così basso (vendute in Europa a circa 30-35 euro). Box in cartone lucido, grafica elegante ma vivace sulla quale spicca il logo “Superb Sound” che già la dice lunga, frontale in plastica trasparente che mostra le cuffie con i padiglioni comodamente chiusi sotto l'archetto, in linea con i modelli di categoria (e costo) decisamente superiori. Una confezione che ci dispiacerebbe danneggiare; quindi con molta cura rimuoviamo l'aletta posteriore, apriamo la parte alta della scatola e facciamo scivolare le cuffie tra le nostre mani.

    NIA Q8-851S: caratteristiche estetiche 
    La prima sensazione conferma le aspettative: i materiali che compongono questo modello sembrano proprio di buona qualità. L'archetto è in tessuto spugnoso traforato, i componenti in plastica lucida e metallo laccato, i padiglioni in ecopelle di livello eccellente, morbidi e robusti. Per il test abbiamo scelto le Q8-851S di colore nero, esteticamente molto professionali. Anche le colorazioni fluo sono belle (ne esistono ben 10 varianti) ma rendono l'oggetto un po' più giocoso ed amatoriale. Perchè questo bel prodotto di NIA ELECTRONICS ha davvero mille volti! 


    Possono essere valide partner nei nostri turni di lavoro: basta collegarle con il cavo jack al mixer e trasformarle nella cuffia ideale per le nostre registrazioni vocali o per l'editing. Ma con un semplice clic sul jog collocato sotto al padiglione destro possiamo anche ascoltare la nostra radio preferita, grazie al sintonizzatore FM incorporato. Oppure sfruttare il collegamento Bluetooth 4.0 per abbinarle al nostro smartphone ed utilizzarle come potentissimi auricolari microfonici stereo.

    E non finisce qui! Le NIA Q8-851S dispongono di uno slot per SD CARD
    (collocato nella parte alta del padiglione destro) che ci permette di portare con noi tutti i file mp3 che vogliamo ed ascoltarli alla massima potenza.

    Cuffie NIA Q8-851S: caratteristiche tecniche 
    L'autonomia è garantita da una potente batteria ricaricabile via usb (anche il cavetto è in dotazione), fino a 5 ore di durata. Avrete capito che le NIA Q8-851S conquistano per la loro versatilità. Chiuse ingombrano pochissimo ed è facile portarle sempre con noi, in borsa, nello zaino o dentro al marsupio. Belle cuffie da indossare in tram, in palestra, mentre passeggiamo o mentre stiamo lavorando in radio, in studio di registrazione o in discoteca.

    Gli speaker da ben 40mm di diametro garantiscono un suono sempre bilanciato, un'ampia risposta in frequenza da 20 a 20000Hz ed un'estrema flessibilità in ogni ambiente. La connessione via cavo sprigiona il massimo delle potenza e qualità, ma anche il collegamento senza fili bluetooth non è mai evidenziato problemi di ronzii o interferenze.

    Vi confessiamo che fino a qualche settimana fa noi di VOCI.fm non conoscevamo le cuffie NIA Q8-851S. Adesso ne siamo innamorati e a nostro avviso rappresentano uno dei migliori modelli in commercio su questa fascia di prezzo. Nulla da togliere a prodotti di livello superiore, che rimangono sempre gli standard per il nostro settore, ma queste NIA Q8-851S se la cavano così bene che pensiamo resteranno per ore sulle nostre teste. Anche perchè sono così leggere che sembra proprio di non indossarle!
     


    Recensione a cura di Matteo Mattiacci

    Caratteristiche tecniche principali

    Tipo: Cuffia dinamica semi-aperta

    Diametro Speaker: 40 mm 

    Sensibilità: 108dB +/- 3db

    Risposta in frequenza: 20 - 20.000 Hz

    Impedenza nominale: 32 Ohm



    Versione Bluetooth: 4.0

    Massima Copertura: 10 m

    Profili Bluetooth: A2DP, AVRCP, HSP, HFP



    Formati Audio Compatibili (card non inclusa): MP3, WAV, WMA, FLAC, APE

    Decoding Range: 32 - 320 Kbps 


    Radio FM: 88 - 108 Mhz 

  • Una volta c’erano le cassette e per ricevere una registrazione, un cliente doveva aspettare giorni e giorni: il tempo necessario perché  la cassetta arrivasse a destinazione! E se capitava un errore, una pronuncia sbagliata, erano guai! Adesso non solo le consegne sono rapidissime, ma addirittura la registrazione della voce si può seguire a distanza. Ed è tutto molto facile! Ce ne parla in questo post il nostro blogger Mario Loreti.

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    Source-Connect, Ipdtl, SessionLinkPRO: sono tutti servizi per registrare in link con il cliente. E mica in qualità scadente, bensì con tutte le frequenze e i crismi del caso. 

    Perché è proprio vero! Per permettere al cliente o ad uno studio di seguire una registrazione a distanza, basta un account su uno dei tool specifici per il broadcasting, tutti basati su HTML5 ed utilizzabili con Google Chrome, Firefox, Safari e in un caso anche Internet Explorer.
     

    Sono tutti servizi che puntano a sostituire la famosa linea ISDN ormai obsoleta e anche, rispetto a queste piattaforme, abbastanza costosa.
     

    Se infatti la linea ISDN richiede un co.dec. per funzionare e il pagamento di un canone mensile di almeno 30 euro, questi servizi non richiedono alcun apparato hardware e costano un centinaio di euro l’anno.

    Per registrare o anche per andare in diretta a distanza bastano una linea ADSL, un PC o uno smartphone / tablet Android, un browser e un buon microfono (ne esistono anche di compatibili con telefoni in genere).
     

    Il primo servizio a nascere, in ordine cronologico, è stato IPDTL, servizio inglese sviluppato per supportare svariati bit-rate, arriva fino a 320 Kbps e supporta anche la registrazione diretta dell’audio dal browser e le conferenze video, oltre a permettere di avere un numero ISDN virtuale (solo negli U.S.A.).

    Questo servizio è l’antagonista di Source-Connect Now, applicazione sviluppata dalla Source Elements, la stessa azienda che ha messo a disposizione del pubblico il VST "Source Connect" con chiave hardware. Source Connect Now, nella sua versione gratuita, consente connessioni fino a un bit-rate pari a 128 Kbps fra 2 utenti. A pagamento si possono acquistare alcune caratteristiche premium, come la possibilità di tenere conferenze fino a 10 PC o tablet contemporanei.



    Vedo che i tedeschi si affidano spesso anche a SessionLink PRO, altro servizio che supporta una moltitudine di caratteristiche, anche questo è stato in beta fino a poco tempo fa. 

    Un’altra piattaforma che è doveroso citare è Bodalgo Call, un servizio incluso nell’abbonamento premium a bodalgo. Anche in questo caso parliamo di un servizio tool fino a 320 Kbps, una qualità ottimale sia per ascoltare e quindi dirigere una sessione sia per registrare direttamente lo speaker. Questo servizio funziona anche con il buon vecchio Internet Explorer di Microsoft.
     

    Ovviamente la buona riuscita della vostra sessione o diretta dipenderà anche dalla vostra connessione;
     personalmente vi consiglio di utilizzare, se possibile, tali servizi da un PC collegato ad internet tramite un cavo di rete e non via Wi-fi; se siete in esterna e dovete usare per forza una connessione Wireless, accertatevi che questa non sia usata da troppi dispositivi e che siate prossimi al router che la diffonde. 

    Io personalmente ho adottato la mia piccola soluzione, che non è tra queste che vi ho presentato sinora: uso il software Team Talk, programma gratuito scaricabile da qui. Anche questo software, come tutti i servizi che ho citato usa il co.dec. Opus, quindi garantisce una qualità strepitosa, però ha lo svantaggio di non poter essere utilizzato sugli smartphone perché va lanciato / installato su PC o Mac.
     

    Le soluzioni per seguire o registrare uno speaker da remoto sono molteplici, noi di VOCI.fm ne abbiamo messe un pò sul tavolo. Qual è la vostra preferita?
     

  • Uomo avvisato, mezzo salvato: questo sarà un articolo che qualcuno potrebbe definire "da nerd", in quanto Mario Loreti affronterà per gli utenti del #sitodellevoci diversi aspetti tecnici a proposito di come produrre e mixare un buon audio per un video aziendale o uno spot radiofonico. Consigli utili, simulazioni e... link per trovare l'audio-equipment giusto.

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    Premetto che questo sarà il primo di una serie di articoli dedicati agli aspetti tecnici che conducono verso una registrazione audio di buona qualità, sempre riferiti all'uso della voce. Non potremo affrontare tutto in un solo appuntamento, gli elementi da coinvolgere sono tanti, ma iniziamo dalla cosa più importante: l'ambiente in cui avviene la registrazione della voce. Un home-studio dedicato alle riprese vocali ha bisogno prima di tutto di un buon trattamento acustico e, nel caso in cui ci si trovi in zone particolarmente trafficate o comunque soggette a rumori esterni, anche di una buona insonorizzazione. Per farvi comprendere meglio questo concetto vi mostro un video fantastico di un collega, anche lui iscritto a VOCI.fm: Paolo Balestri. Clicca qui e guarda le prove fatte con un microfono professionale per registrare in ambienti estremi (c'è anche il bagno!).


    Tirata su una saletta o acquistata una cabina commerciale (io adoro i vocal-booth dell'azienda Clearsonic) possiamo cominciare a ragionare. Non c'è per forza bisogno di comprare un microfono Neumann e spendere chissà quanti soldi, ci sono diversi cloni o simil tali che fanno la loro figura. Questo Aston Origin è un microfono a condensatore che non vi deluderà (è molto simile al Neumann U87, anzi ha addirittura un colore che apprezzo di piu'!). Costa poco più di 200,00 euro su Amazon (molto meno dell'U87) e fa una bella figura anche a livello di immagine. Ecco il link.


    L'ambiente ce l'abbiamo, il microfono pure, ora manca una buona scheda-audio. Per non spendere tantissimo, avere lo stretto indispensabile ma disporre comunque di un buon prodotto vi suggerisco la Audient ID4, 2 ingressi e 2 uscite, un buon preamplificatore microfonico... e via! Sempre su Amazon la acquistate a circa 100,00 euro. Ecco il link.



    E poi cosa manca? Ah, un bel computer! All'inizio andrà bene anche il vostro portatile purchè abbia almeno 4 gb di ram. Sul PC potete installare un software di editing audio gratuito come Audacity, oppure usare una bella soluzione a basso costo che si chiama Reaper, un software audio multitraccia in grado di gestire audio e midi che fornisce strumenti per l'editing veramente innovativi e supporta i plug-ins VST. Se volete potete scaricarlo sia per Windows che per Mac, lo trovate qui.



    Beh, adesso che gli strumenti li abbiamo tutti... la cosa importante è il famoso “manico”! Nessuno strumento funzionerà bene se non usato correttamente, compresa la nostra voce. Volete cantare? Studiate canto. Volete parlare? Studiate dizione e risolvete difetti come zeppole, “r” mosce, problemi di articolazione... il vostro microfono vi ringrazierà! Io sono uno speaker, pertanto sul canto non posso aiutarvi. Ma se volete qualche piccola base per imparare a parlare meglio, in un prossimo articolo chiacchiereremo di cose che ci aiuteranno a dare più senso a ciò che leggiamo. Piccoli suggerimenti da usare magari anche nella vita di tutti i giorni. Vi aspetto sul BLOG di VOCI.fm, a presto da Mario Loreti.
     

  • Avete necessità di registrare la voce con lo smartphone, il tablet o il laptop ma volete farlo con la certezza di ottenere una qualità audio professionale? Quello di cui avete bisogno è un buon microfono come il RODE NT-USB. Tutto ciò che vi serve in un’unica confezione.

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    RODE NT-USB è un microfono molto flessibile con ripresa laterale, ideale per registrare performance musicali e vocali, ma anche parlato per promo e doppiaggio.

    È perfettamente compatibile con tutte le applicazioni di audio-recording principali che girano su computer sia Windows che Mac ed anche con iPad utilizzando un adattatore per il connettore USB, come “Apple Camera Connection Kit”.

    Attraverso applicativi come RØDE Rec, GarageBanddi Apple o qualsiasi altra applicazione che accetti un microfono esterno, si possono realizzare ottimi prodotti audio.

    Anche Android può essere utilizzato con il RODE NT-USB attraverso l’utilizzo di alcuni applicativi che supportano un microfono esterno, come ad esempio Audio Evolution Mobile della Xtream Software Development

    Sul corpo dell’RODE NT-USB è presente un connettore jack stereo per cuffia senza latenza, che permette di ascoltare in tempo reale l’ingresso del microfono, ed un controllo per regolare il volume di ascolto ed il mix tra l’audio del vostro device e l’ingresso del microfono. 

    RODE NT-USB è progettato per ottenere prestazioni eccezionali su voci, strumenti musicali, doppiaggi e podcasting, La capsula a condensatore è della stessa qualità di quelle che trovate nei normali microfoni da studio, usati ogni giorno da centinaia di migliaia di artisti ed ingegneri del suono. La stessa è accoppiata con un’elettronica di altissima qualità progettata per produrre il più basso livello di rumore possibile rispetto ad altri microfoni USB.

    Gli ingegneri Rode hanno infatti concepito l’NT-USB come un matrimonio tra innovazione e tradizione, perfetta fusione tra approccio artistico al design e tecniche di produzione all’avanguardia, con un’impronta sonora che ricorda i microfoni classici, mantenendo il livello del rumore estremamente basso.

    In fase di acquisto il RODE NT-USB viene fornito di filtro anti-pop di qualità completamente in metallo, che si aggancia nella base del microfono. Questo, posiziona il filtro alla distanza ideale dalla capsula, per ridurre le consonanti esplosive come la “B”, la “T” oppure la “P”, in caso si registri un cantato oppure un parlato. Inoltre si trovano all’interno della confezione, un supporto per asta microfonica con filettatura standard, un treppiedi da tavolo, che permette all’NT-USB di posizionarsi alla giusta altezza quando viene messo su di un tavolo, un cavo USB extra-lungo di ben 6 metri ed una custodia per conservare il microfono quando non viene utilizzato. Insomma! Un vero studio in una scatola.

    Di seguito troverete le caratteristiche tecniche più specifiche del RODE NT-USB. 

    Scheda Tecnica RODE NT-USB

    Principio acustico: Gradiente di pressione
    Elettronica attiva: Convertitore di impedenza JFET con buffer di uscita bipolare, convertitore A/D a 16 bit 48kHz
    Capsula: 0,50"
    Diagramma polare: Cardioide
    Risoluzione: 16 bit
    Address type: Side
    Gamma di frequenza: 20Hz - 20kHz
    SPL massimo: 110dB SPL (@ 1kHz, 1% THD in 1k carico)
    Rumore equivalente: 4,5dB (A)
    Alimentazione: bus USB
    Uscita: USB
    Peso: 520g
    Dimensioni: 84mm x 62mm x D50mm



  • L'abbiamo detto tante volte: la registrazione professionale, oggi, può essere davvero alla portata di tutti. Non c'è più bisogno di chissà quale strumentazione, per ottenere delle buone produzioni l'importante è saper scegliere i prodotti più giusti per le nostre reali esigenze ed imparare ad utilizzarli al meglio per arrivare al miglior risultato possibile. Per questo ci siamo avvicinati con grande interesse allo Shure PG42 USB, un microfono che rende tutti “operativi” in un attimo ma che, allo stesso tempo, promette di regalare le stesse soddisfazioni di molti colleghi high-end. Manterrà le aspettative? Scopriamolo insieme a Matteo Mattiacci e Mario Loreti su VOCI.fm.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    Molti ci chiedono come tirare su un home-studio, tant'è che io stesso ho scritto anche un articolo in proposito proprio qui su VOCI.fm; le cose più importanti sono l'ambiente (che deve essere trattato acusticamente), il microfono, la voce e la "mic technique" (bisogna stare alla giusta distanza in base al microfono che stiamo usando e a ciò che stiamo riprendendo). Un buon ambiente e un buon microfono utilizzato correttamente ci daranno la possibilità di avere un suono su cui, volendo, potremo anche lavorare in post-produzione, quindi un suono migliorabile e adattabile alle varie esigenze.

    Un buon rapporto “qualità - prezzo” non è però la sola caratteristica che chiediamo oggi ad uno strumento digitale. Nell'ultimo periodo, l'attenzione si è soffermata soprattutto su quei modelli così tanto “plug-and-play” da riuscire a renderci operativi semplicemente collegando un cavetto USB al computer (o addirittura al tablet).

    Per questo la nostra attenzione è caduta sullo Shure PG42 USB, che già a colpo d'occhio sa evocare una sensazione di altissima qualità, degna della storia di un marchio come Shure, ma dalle features straordinariamente “2.0”: è un microfono a condensatore a diaframma largo, un cardioide specifico per la voce, ha il collegamento USB che non necessita di scheda audio, può essere alimentato direttamente dal computer e ci fa campionare a 16 bit fino a 48 kHz, senza dover disporre di nient'altro che di un software per l'audio-recording.


    Che sia un prodotto Shure lo si comprende analizzando la qualità dei componenti: la capsula è in Mylar placcato oro, ha un diametro di 27 mm e una risposta in frequenza da 20 a 20.000 Hz, in grado di sopportare una pressione sonora pari a 120 dB SPL senza pad e 135 dB con il pad.

    Quest'ultimo si attiva agendo su un piccolo switch posto proprio sulla scocca del microfono, nella parte centrale, che ospita anche una pratica e funzionale presa mini-jack alla quale collegare delle cuffie per ascoltare la propria voce in fase di registrazione e che risulta indispensabile in caso di utilizzo del microfono per trasmissioni in streaming o podcast. Semplici ed intuitive le regolazioni del gain microfonico, del volume-cuffia, del monitor e del filtro passa-alto per un maggior controllo dei segnali indesiderati a bassa frequenza.



    Shure PG42 USB è un vero e proprio gioiello, che ci ha sorpreso inizialmente per i dettagli estetici curati e gli ottimi materiali, poi per la qualità del suono e, una volta presa confidenza, per la versatilità che la “fulminea” connessione USB riesce a regalare, non mostrando mai problemi di compatibilità sia in ambiente Windows che Apple.

    Con il mio collega Matteo Mattiacci si siamo divertiti “giocando” con degli interventi radiofonici, realizzando voice-over, una breve sigla cantata ed anche improvvisando una sessione di doppiaggio. Lo Shure PG42 USB si è sempre rivelato all'altezza delle aspettative, soprattutto in ambienti insonorizzati e comunque ben predisposti alla registrazione.


    Ecco un video per ascoltare questo microfono, realizzato proprio da Shure: 

    Consideriamo lo Shure PG42 USB un buon acquisto, che per ovvi motivi non voglio paragonare agli “status symbol” di questo settore, ma che consigliamo a chi necessita di uno strumento di medio-alto livello dall'eccezionale rapporto qualità-prezzo. A meno di 300 euro, otteniamo un kit completo di tutto: una robusta valigetta in alluminio per trasportare il microfono, un cavo USB per la connessione (lungo ben 3 metri) e un supporto anti-shock ShureLock con sospensioni elastiche in gomma. Peccato che sia assente una protezione antivento, come la spugna o il filtro anti-pop che, comunque, è possibile avere come optional per poche decine di euro.

    A nostro avviso questo microfono rappresenta una delle migliori soluzioni sul mercato in fatto di tool per la registrazione in mobilità. Del resto un microfono, per chi lavora con la voce cantando o registrando speakeraggi è come un ombrello... è sempre meglio portarlo, non sia mai dovesse piovere! Siete d'accordo? Fateci sapere QUI cosa ne pensate.
     

  • Oggi avveriamo il sogno di tanti professionisti della voce (o aspiranti tali): collegare un microfono al computer e trovarsi subito nella condizione di poter registrare al meglio, senza avere le competenze di un fonico e senza perdere tempo dietro ad improbabili ed ostiche configurazioni. Impossibile? Assolutamente no, grazie al nuovo microfono digitale a condensatore MOTIV MV51 di SHURE. Matteo Mattiacci lo ha testato per VOCI.fm



    Possiedi una web-radio? Oppure realizzi podcast, programmi radiofonici, spot, contributi audio e sei spesso in movimento? Allora hai bisogno di un microfono che ti offra massima versatilità, che sia robusto, facile da trasportare e soprattutto in grado di adattarsi ai vari ambienti senza farti impazzire alla ricerca del settaggio giusto. La nuova linea “MOTIV” di SHURE nasce proprio per questo: proporre strumenti per la ripresa audio “plug-and-play” con PC, smartphone o tablet, che non richiedano alcuna configurazione e che siano allo stesso tempo capaci di sprigionare tutta la qualità che da sempre distingue il marchio numero uno del settore. Ne è un esempio il microfono MV88, dedicato alla registrazione “on the road” (e quindi a reporter e giornalisti 2.0); la sua controparte “da studio” è il MOTIV MV51, che abbiamo avuto modo di testare grazie a “Prase Media Technologies”, partner di VOCI.fm e distributore per l'Italia del marchio SHURE.



    Che il microfono MV51 sia un modello prima di tutto “compatto”, lo capiamo già dalla confezione: il box è piccolo ed elegante, di colore bianco, con impostazione grafica minimal e layout coordinato al resto dei prodotti della linea MOTIV by SHURE. Quello che però ci sorprende è il peso, che supera i 500 grammi e che ci regala già una sensazione di “robustezza”, senza aver messo ancora mano al microfono vero e proprio. Cerchiamo subito conferma aprendo la scatola e scopriamo che lo SHURE MV51 misura appena 12x7cm ed è realizzato completamente in metallo, aspetto originale per prodotti di questo tipo, ed il suo stile vintage lo fa apparire come un modello “serio”, capace di coniugare la tecnologia moderna con un nostalgico look anni '50. Frontalmente spicca la griglia retrò che protegge il diaframma da 1 pollice, oltre ai comandi “touch” per il controllo di tutte le funzioni del microfono; la parte posteriore ospita la presa mini-jack per il preascolto in cuffia ed il connettore mini-usb. Nella confezione troviamo anche il supporto inclinabile (già montato) che consente sia di utilizzare il microfono sul nostro tavolo di lavoro sia di installarlo su qualsiasi asta con filettatura standard; oltre a questo, SHURE fornisce due cavetti USB della lunghezza di un metro per collegare subito il microfono al pc oppure ai dispositivi Apple con connettore lighting.



    Siamo più che mai curiosi di scoprire se questo prodotto è davvero tanto “plug-and-play” come viene descritto. Iniziamo i nostri test su due comunissimi computer con sistema operativo Microsoft Windows 10 e MacOS Sierra, simulando sessioni in studio, per poi passare all'utilizzo su Apple iPad e Samsung S8, molto pratici per eventuali registrazioni “outdoor”. La connessione è veloce ed indolore. Sia Windows che Sierra riconoscono in pochi secondi il dispositivo di input-USB e sulla parte frontale del microfono prende vita il touch-panel con tutti i comandi e gli indicatori di livello. E qui arriva la bella sorpresa! Il MOTIV MV51 offre l'inedita possibilità di impostare cinque preset DSP che ottimizzano in tempo reale la qualità dell'acquisizione in funzione di dove e cosa andremo a registrare: parlato, canto, strumenti acustici, loud e flat. Basta toccare il tasto “mode” e il microfono regola in automatico gain, equalizzazione, compressione e limiting per ottenere un segnale chiaro e pulito in ogni contesto, dalla registrazione in studio alla videoconferenza. Il preascolto diretto in cuffia lo rende molto pratico anche nell'utilizzo broadcast, nel direct-streaming ed in ogni altro setup in cui viene richiesta buona qualità in tempi rapidi. In questa fase di test al pc, abbiamo utilizzato vari software-audio, dal diffusissimo Audacity al più complesso Steinberg Wavelab, passando per Adobe Audition e Logic Pro X. Nessuno ha mai dato alcun cenno di incompatibilità con il microfono Shure.


    Neanche a dirlo, noi di VOCI.fm ci siamo concentrati soprattutto sull'acquisizione del parlato e, soddisfatti dei risultati ottenuti “indoor”, abbiamo provato a spremere al massimo il MOTIV MV51 anche in condizioni “di emergenza”: fuori casa, in albergo, in auto. Perchè noi speaker sappiamo bene che, al giorno d'oggi (anche grazie a nuovi tool come PRONTO AL MICROFONO che aumentano la nostra produttività), possono arrivare in ogni momento richieste di registrazione ed è sempre buon regola farsi trovare “preparati” ed operativi, per evitare di perdere occasioni di lavoro. In questi contesti, MV51 diventa partner ideale dello smartphone e del tablet. Basta installare l'App “SHURE MOTIV”, disponibile sia per iOS che per Android, collegare il microfono via USB o lighting ed il gioco è fatto. Anche in questo caso non abbiamo mai riscontrato problemi di compatibilità, anche ricorrendo a software o ad App di terze parti, come il valido Twisted Wave.


    Riassumendo, il microfono SHURE MV51, dimostra di possedere tutte le caratteristiche che distinguono i nuovi prodotti della serie “MOTIV”: pratico da utilizzare ovunque, semplice ma di alta qualità, abbordabile nel prezzo. Per la registrazione della voce, consigliamo di abbinarlo ad un'asta da scrivania così da poter integrare un filtro anti-pop che aiuta ad attenuare le consonanti esplosive. Risolutivo in molte circostanze, consideriamo il MOTIV MV51 uno di quei “passi avanti” che i tempi moderni hanno saputo regalare al mondo della voce e del canto. Un altro prodotto all'altezza del marchio SHURE!

    CARATTERISTICHE TECNICHE MICROFONO SHURE MV51

    • Modello:Microfono con connettore USB o Lighting
    • Tipo Trasduttore: Condensatore
    • Caratteristiche Polare:Cardioide
    • Risposta in fequenza: 20 Hz - 20 kHz
    • Sensibilità (1 kHz): -39 dBV/Pa
    • Peso: 574,4 g

    Recensione a cura diMatteo Mattiacci
     

  • Cari amici reporter, speakero giornalisti alla caccia dello scoop, quante volte vi è capitato di trovarvi di fronte al “personaggio giusto” e non avere in tasca lo strumento valido per realizzare una bella intervista? E' vero che con un buono smartphone è possibile improvvisare delle registrazioni vocali, ma la qualità spesso non è all'altezza di un lavoro professionale. Per questo siamo stati particolarmente attratti dallo Shure MV88, piccolo ma interessantissimo microfono capace di trasformare il nostro iPhone (o iPad) in un eccellente strumento per la registrazione in mobilità. E anche stavolta la redazione di VOCI.fm ha affidato a Matteo Mattiacci, tecnico e voce radiofonica, il compito di testare un prodotto davvero ad-hoc per i nostri utenti.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito la speaker Ilaria Cuoci

    Seguire le tendenze, crearne di nuove, adeguarsi alle evoluzioni tecnologiche e sfruttarle per migliorare i propri prodotti è senza dubbio uno degli aspetti più complessi di un'azienda. Specialmente se si parla di Shure, che dagli inizi del XX secolo è stata sempre sulla cresta dell'onda nel mondo dell'audio professionale e soprattutto dei microfoni per il canto e lo speakeraggio, come i mitici SM58 o SM7B. Migliorare qualcosa di già eccellente, mantenere quell'aurea da “status symbol” del mondo analogico anche nel settore “100% digital” può rivelarsi davvero complesso.

    Per questo, al tempo, sono stato molto incuriosito dalla notizia che Shure avrebbe creato la nuova linea “MOTIV” dedicata esclusivamente a prodotti per la ripresa audio plug-and-play con PC, iPhone e iPad. Microfoni piccoli e portatili, capaci comunque di sprigionare tutta la qualità e la versatilità che da sempre distinguono il marchio numero uno del settore. Questo è quello che promettono dagli Stati Uniti... ma sarà davvero così?

    Avere in tasca una soluzione “MOTIV” potrebbe cambiare la vita di chi lavora on-the-road, come giornalisti e reporter, ma anche di tanti speaker in home-studio che, a budget ridotto, potrebbero trovarsi in mano kit completi immediatamente compatibili con gli strumenti di uso comune, come il tablet o lo smartphone, che acquisterebbero una funzione davvero professionale. In particolar modo, è interessante parlare del microfono più “portatile” di tutta la linea “MOTIV”: lo Shure MV88.

    Il team di Shure Italia, distribuito in Italia da Prase Media Technologies, ci offre la possibilità di testare l'ultima release di questo articolo, che arriva in redazione in un elegante e compatto box di colore bianco, sul quale spiccano le foto del microfono in primo piano e in un esempio di installazione su iPhone. Lo stile del packaging è proprio quello di un accessorio “di qualità” per il mondo Apple. In effetti MV88, essendo dotato esclusivamente di connettore lighting, è l'unico articolo della linea a poter essere utilizzato solo con i dispositivi tablet e smartphone di Cupertino.



    L'unboxing è decisamente rapido, visto che la piccola scatola contiene, oltre a qualche foglio con la documentazione, soltanto il guscio nero in cordura a forma di uovo, con zip che racchiude e protegge perfettamente il microfono.

    Tutto sta nel pugno di una mano, a dimostrazione dell'estrema portabilità di questo prodotto.

    Apriamo la custodia e ci troviamo di fronte ad un piccolo gioiello: il microfono digitale a condensatore stereo “Shure MV88”, appunto.

    Costruito interamente in metallo, è fornito con snodo a 90° e pallina antivento montata, accessori che ne garantiscono prestazioni affidabili, versatili e durevoli in ogni ambiente.



    E' tutto così semplice e allo stesso tempo ben fatto che viene istintivo estrarre il microfono e connetterlo alla porta lighting del dispositivo.

    In questo test è stato utilizzato un “classico” iPhone 6s, ultimo modello prodotto da Apple dotato anche di porta mini-jack per la connessione di una cuffia, utile per il preascolto in tempo reale del segnale audio. Con versioni successive di iPhone (7 – 8 – X, non dotati di porta mini-jack) è comunque possibile ottenere lo stesso monitoring utilizzando auricolari bluetooth.


    Una volta connesso lo Shure MV88 al telefonino, basta aprire l'app ShurePlus MOTIV (disponibile gratis su AppStore) e iniziare a registrare.

    L'interfaccia software è il vero punto di forza: graficamente ben fatta, intuitiva, con i comandi messi al posto giusto e tutto sempre “a portata di dito”. In più, i file registrati possono essere immediatamente condivisi sulle varie piattaforme social o di archiviazione. Il nostro iPhone si trasforma, come per magia, in un potentissimo registratore digitale a 24 bit/48 kHz.

    Ma non basta! I 5 preset richiamabili con un semplice colpo di touch permettono di raggiungere un risultato ottimale nel PARLATO, nel CANTATO, nella REGISTRAZIONE DI STRUMENTI ACUSTICI, nell'ENFATIZZATO LOUD e nell'acquisizione diretta FLAT.

    Per i più abili, esiste la modalità AVANZATA che consente di personalizzare ogni settaggio regolando guadagno,immagine stereo edequalizzazione. Ad esempio, ho provato unaregistrazione panoramica regolando l’ampiezza a 135°; così sono riuscito a mettere in evidenza anche il pubblico che stava parlando intorno a me. Ho poi ristretto il campo a 60° e sono riuscito a ridurre di tantissimo il rumore e focalizzare la registrazione su un singolo soggetto intervistato.


    Per farla semplice, con lo Shure MV88 è molto facile ottenere risultati ottimali anche in caso di interviste live ad eventi, concerti o situazioni particolarmente caotiche.

    Il reporter alla caccia di scoop per le vie di Sanremo, il giornalista sportivo inviato allo stadio, lo speaker che ha necessità di spedire file in velocità all'editore o la band che vuol registrare una jam-session.

    E' tutto pane quotidiano per lo Shure MV88 che, neanche a dirlo, ha dimostrato di avere molte marce in più rispetto al microfono installato di serie su iPhone e iPad, rivelandosi un acquisto che VOCI.fm consiglia ad ogni professionista della voce che ama lavorare anche all'aperto o comunque in contesti al di fuori dello standard. Suono pulito, ben bilanciato e di grande dinamica. Una voce sempre all'altezza di un microfonoSHURE!

    CARATTERISTICHE TECNICHE SHURE MV88

    • Modello:Microfono per iPhone e iPad con connettore Lighting
    • Tipo Trasduttore: Condensatore
    • Caratteristiche Polare:Cardioide
    • Risposta in fequenza: 20 Hz - 20 kHz
    • Sensibilità (1 kHz): -37 dBV/Pa
    • Peso: 40,5 g

    Recensione a cura diMatteo Mattiacci

  • Beh, ognuno ha i propri vizi e Matteo Mattiacci... ha quello delle cuffie! :-) Sarà che come dj in discoteca, voce in radio, fonico in studio di registrazione, ne ha avute in testa di ogni tipo... ma proprio non riesce a resistere alla tentazione di provarle tutte! E quando da SHURE ITALIA è arrivata in redazione la SHURE SRH940 abbiamo pensato immediatamente che potesse essere la persona giusta per qualcosa di diverso dal solito “banco di prova”! Così, per circa un mese, questa cuffia lo ha seguito in ogni attività, dallo speakeraggio al mixaggio in studio e nei club. Si sarà rivelata davvero “state of the art” come molti amano definirla? Scopriamolo insieme su VOCI.fm!

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Francesco Seminara

    Sappiamo bene quanto la cuffia sia uno strumento fondamentale per chi lavora con la voce. Deve isolare dai rumori esterni, restituire all'orecchio un suono fedele ma soprattutto rivelarsi confortevole per tutto il periodo di utilizzo. Spesso la giusta intonazione di uno spot, il buon ritmo di un talk in radio o l'alto livello di un mixaggio sono determinati proprio dal tipo di cuffia che lo speaker o il fonico hanno avuto a disposizione.

    Per questo, negli anni, tutti i più importanti brand del professional-audio hanno inserito nel proprio catalogo una o più "cuffie di riferimento”. Addirittura, la statunitense SHURE (leader indiscussa nel mondo dei microfoni), propone una scelta davvero molto ampia di cuffie per la registrazione, il monitoraggio e l'ascolto dal vivo. Tra i modelli di punta spicca la SHURE SRH940, che abbiamo avuto la possibilità di testare a fondo.

    SHURE è sinonimo di alta qualità e per capirlo basta guardare la confezione: la SRH940 viene venduta in un compatto box di cartone lucido, layout grafico coordinato a tutta la nuova linea SHURE, con foto del prodotto e degli accessori contenuti all'interno, oltre a brevi note descrittive e a tutte le specifiche tecniche.



    Rimuoviamo il sigillo, solleviamo il coperchio ed ecco che SHURE ci regala il primo “effetto wow”: la scatola contiene, per tutta la sua grandezza, una splendida custodia rigida di colore nero, realizzata in materiale plastico di qualità, cerniera robusta ed interni in gomma e tessuto. Comprendiamo già da questo accessorio che la SHURE SRH940 è davvero un prodotto curato nei dettagli. Nella valigetta si trova la cuffia che, grazie al design pieghevole, resta compatta e ben protetta. C'è addirittura un alloggio sagomato per i due cuscinetti di ricambio (in dotazione) e una tasca chiusa a zip con un lungo cavo mini-jack diritto, qualora lo si preferisse alla più pratica versione a spirale, comunque fornita. Immancabile l'adattatore jack professionale da 6,3 mm, filettato e placcato in oro.



    A colpo d'occhio, la SRH940 può sembrare un pò “massiccia”, a causa del robusto telaio in plastica, dei grandi padiglioni di forma ovale e dell'archetto davvero ben imbottito. Ma non lasciamoci ingannare: la cuffia è leggera, aderisce perfettamente alla testa ed i cuscinetti in velluto sono confortevoli ed ergonomici come in pochissimi altri modelli testati.

    La parte bassa dell'archetto è rivestita in pelle e gommapiuma, gli snodi e la meccanica permettono una regolazione ottimale e così indossarla... è sempre piacevole!


    Con queste premesse non possiamo che essere più che mai curiosi di collegare la SHURE SRH940 al nostro mixer ed iniziare il test vero e proprio. Partiremo con la registrazione di un audiolibro e la cuffia verrà indossata da speaker maschile e speaker femminile, così da valutare la risposta con entrambe le tipologie di voce.

    Da subito questa cuffia regala una piacevole sensazione di “isolamento” dall'esterno, con una riduzione ottimale dei rumori di sottofondo. Ma è con la registrazione del testo che comprendiamo le vere peculiarità del prodotto: la SHURE SRH940 eroga basse frequenze ricche ma sempre equilibrate, medie frequenze nitide e alte frequenze estese. Proprio come ce l'avevano descritta!

    Il suono resta sempre pulito e fedele, anche “spingendo” con la voce. La risposta sulle timbriche maschili è eccellente ed il suono è corposo anche su quelle femminili (che in altri casi tendevano ad appiattirsi), sia nel parlato che nel cantato.

    E' quindi abbastanza scontato sottolineare come questo modello si sia rivelato interessante anche nell'utilizzo broadcast. I nostri speaker hanno avuto modo di testarlo per ore ed ore di conduzione radiofonica. In questo caso, oltre all'ottima qualità del suono, è stato possibile apprezzare la confortevolezza della SHURE SRH940, comoda da tenere in testa anche per lunghi periodi.


    Superati a pieni voti i test in "presa diretta", abbiamo passato la cuffia al fonico di studio, che ha avuto modo di metterla alla prova in vari stage di post-produzione: editing della voce, mixaggio di una base musicale, addirittura montaggio di spot e programmi radiofonici. Qui la SHURE SRH940 dà il meglio di sé: l'eccellente risposta ai transienti riduce la distorsione al minimo sia con caldi suoni r'n'b che con forti chitarre (e voci) hard-rock, dimostrando versatilità e confort ai massimi livelli.

    Non a caso, SHURE definisce questo modello “ideale per ascolti critici, monitoring & mastering in studio”. 10 e lode!

    Proprio per esagerare, abbiamo anche voluto provare la SRH940 nel dj-set; test che ci è servito per valutare la resistenza di questo modello ad una pressione sonora particolarmente aggressiva e prolungata. Gli auricolari generosi, con un driver da ben 40 mm, fanno il loro dovere, anche se si capisce da subito come questa cuffia sia troppo ben definita e quindi un pò “sprecata” per l'uso in discoteca, più indicato per altri modelli (anche di livello inferiore) che tendono ad enfatizzare il suono sulle basse frequenze.

    In sintesi, con un ottimo rapporto qualità/prezzo e prestazioni al top, la SHURE SRH940 è riuscita a stupirci in ogni circostanza, rivelandosi un acquisto consigliabile a chiunque è alla ricerca di un valido riferimento per l'editing ed il mixing in studio di registrazione.

    Un prodotto professionale... davvero “su misura” per i professionisti della voce! Non per niente... un prodotto SHURE!

    CARATTERISTICHE TECNICHE SHURE SRH940

    • Modello:Cuffie Circumaurali Chiuse
    • Tipo Trasduttore: Dinamico, magnete al neodimio
    • Dimensione del driver: 40 mm
    • Sensibilità: 100 dB SPL/mW
    • Impedenza: 42 Ω
    • Massima potenza in ingresso: 1000 mW
    • Gamma di Frequenza: 5 Hz - 30 kHz
    • Peso netto (senza cavo): 322 g
    • Lunghezza Cavo: cavo a spirale: 3m, cavo disteso: 1,37 m
    • Tipo di Cavo: Staccabile, a spirale
    • Spina: Mini-jack stereo da 3,5 mm placcato in oro

    Recensione a cura diQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

     

  • Non volete fare a meno del vostro amato microfono? Un altro prodotto del marchio Shure ci viene in aiuto; stavolta parliamo di un accessorio, con un sigla che spiega tutto: “X2u". E' un adattatore che ci permette di trasformare il nostro microfono preferito in un modello collegabile direttamente a PC o Mac. Mario Loreti lo ha provato e recensito per il #sitodellevoci

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    Scrivo ancora sul blog di VOCI.fm per parlarvi di un prodotto molto interessante proposto dall'americana Shure: X2u. Ormai chi conosce il nostro sito sa che spesso parlo di nuove tecnologie per registrare in ottima qualità spendendo poco e praticamente ovunque. Del resto per registrare bene oggi non serve molto, ma è anche vero che chi ci tiene, spesso non è disposto a rinunciare al proprio “sound”.

    Ad esempio, conosco persone che non farebbero mai a meno del proprio microfono, anche solo per questioni affettive, e sono molte le star che si rifiutano di registrare se non hanno “quel” microfono specifico. Non parliamo solo di cantanti, ma anche di conduttori radiofonici, speaker pubblicitari o doppiatori. Un capriccio? Forse, ma è anche vero che quando l'orecchio si abitua ad un suono è difficile rinunciarvi. Ed è proprio qui che un altro prodotto del marchio Shure ci viene in aiuto; stavolta parliamo di un accessorio, con un sigla che spiega tutto: “X2u”.

    Si tratta, appunto, di un adattatore da XLR a USB, molto utile perchè ci permette di trasformare il nostro microfono preferito in un modello collegabile direttamente a PC o Mac, senza bisogno di scheda audio e con la possibilità di ascoltarsi in cuffia a latenza zero, ovvero senza ritardi; per risentirsi infatti non è necessario utilizzare la funzione monitor del proprio software come si farebbe con quei microfoni USB che non hanno l'ingresso cuffia ma, essendo questo prodotto dotato di un ingresso da 3,5”, è possibile collegarvi direttamente la propria cuffia preferita, chiusa o aperta che sia, per non perdere mai il proprio livello di riferimento.



    Si tratta di uno strumento plug-and-play, quindi non c'è bisogno di installare driver e software, basta collegarlo ad una porta USB di un computer e lo Shure X2u sarà immediatamente visualizzato nelle impostazioni audio del vostro sistema e quindi anche in tutti quei programmi che permettono di selezionare gli ingressi audio da utilizzare. Il nostro gioiellino è compatibile con Windows Vista, Windows XP, Windows 2000, 7, 8, 10 e Mac OS X (10.1 o versioni successive). Lo Shure X2u è dotato di alimentazione phantom per microfoni che ne hanno bisogno e di un ottimo preamplificatore con controllo del gain in ingresso. La risposta in frequenza di questo prodotto va dai 20 ai 20000 kHz, il guadagno minimo è pari a −81 dB FS, il massimo a −78 dB FS.



    Inoltre lo Shure X2u campiona fino a 48 kHz a 16 bit ed è quindi ideale per la ripresa di voce e strumenti acustici. Sul case possiamo notare un pratico indicatore di picco: se è spento il segnale in ingresso sarà ad un volume pari a 30 DB, se è verde tra -30 e -12 DB, se è giallo da -12 a 0 DB, se è rosso il nostro segnale sarà in saturazione. La confezione di questo adattatore superlativo include, come se non bastasse, anche un cavo USB da 3 metri per il collegamento alla propria macchina e un astuccio morbido con cerniera per portarlo dove si vuole in sicurezza. Sì, perchè si tratta di uno strumento che possiamo sicuramente portarci dietro quando non vogliamo o non possiamo avere una scheda audio.

    Cos'altro dire? Noi di VOCI.fm abbiamo testato a fondo questo accessorio: il preamplificatore garantisce un suono trasparente, l'ascolto in cuffia permette un monitoring al giusto volume e l'oggetto è anche bello da vedere. Ideale per chi, affezionato al proprio microfono, cerca una soluzione “smart” per registrare direttamente con il pc, bypassando mixer, processori hardware ecc. Perfetto per i podcaster, lo consideriamo un “must have” per chiunque voglia avvicinarsi al mondo della registrazione in mobilità. E poi “X2u”... è Shure, una garanzia sotto tutti i punti di vista. Voi eravate a conoscenza di un prodotto del genere? Fatecelo sapere! A presto da Mario Loreti.



  • Estate! Tempo di vacanze, mare e relax. Ma anche tempo per lavori e richieste improvvise ed urgenti. Come non perdere queste opportunità “last minute” se ci troviamo in spiaggia sotto l’ombrellone a sorseggiare un drink? Oppure all’estero per quel trekking tanto agognato tra le rovine di questa o quella civiltà del passato? Nessun problema! Per darvi qualche suggerimento su come realizzare il vostro studio di registrazione "mobile" ci siamo noi di VOCI.fm!

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAngelo Oliva
     

    Iniziamo col dirvi che, da nuove disposizioni europee, da questa estate potrete utilizzare i vostri servizi mobile in tutta la Comunità Europea senza costi aggiuntivi. Tradotto in parole semplici, navighiamo e telefoniamo con la stessa tariffa di casa. Comodo vero? Già! Ma questo cosa c'entra con il lavoro dello speaker? C'entra, c'entra! Per esempio, potremmo collegarci a www.voci.fm e sfruttare appieno “Pronto al microfono”, uno dei servizi che trovate sul sito di VOCI.fm e non perdere quelle famose opportunità “last-minute” di cui vi parlavamo in precedenza. Non male come idea, vero? Ormai un professionista della voce gestisce gran parte del suo lavoro con uno smartphone oppure un tablet. Allora perché non farli diventare un piccolo studio di registrazione mobile? Vi assicuriamo che è meno complicato di quel che si possa pensare. Ma andiamo con ordine.

    Cosa ci serve?

    01 - Una connessione internet mobile (se fuori casa) oppure fissa (ad esempio, in albergo)

    02 - Uno Smartphone oppure un Tablet

    03 - Un buon Microfono Usb

    04 - Una APP per registrare suoni

    05 - Soluzioni per Isolamento acustico di emergenza

    In questa prima parte affronteremo alcuni di questi punti che abbiamo appena elencato.

    La connessione internet

    In questo campo potete optare per ciò che più vi soddisfa. Scegliete in base alla vostra esperienza con i vari gestori di connessioni internet, sia fisse che mobile. Una valida alternativa sono le connessioni offerte dalle strutture estive, spesso gratuite e disponibili anche sul bagnasciuga.

    Smartphone e Tablet

    In questo potete sbizzarrirvi su gusti, brand ed offerte del mercato. Un buon smartphone o tablet di media o alta qualità, offre applicazioni native per registrare voci e suoni con una qualità apprezzabile. Di certo non in modo professionale, ma comunque più che accettabili. Ecco che, per aumentarne la qualità, entra in gioco un microfono esterno.

    Microfoni USB

    Esistono tante tipologie di microfoni ed ognuno ha proprie caratteristiche sia di qualità che di efficienza. Una di queste tipologie che ci viene in aiuto è il microfono che può collegarsi al nostro device tramite il cavetto USB. Semplici nell’utilizzo e che si configurano in pochi minuti con il nostro device, con il vantaggio che non necessitano di schede audio esterne. La scelta giusta per il “fuori porta”. Inoltre, la maggior parte di questi microfoni sono a condensatore, quindi ideali al nostro lavoro. Ovviamente considerate che un modello USB oggi raggiunge qualità audio un tempo impensabili. Certo non paragonabili a microfoni a condensatore professionali da studio, ma comunque più che accettabili. Allora come scegliere il microfono USB giusto per te.

    La scelta può avvenire in base ad alcuni aspetti da considerare, ad esempio:

    Il prezzo del microfono

    Scegli il microfono che più si avvicina al tuo budget. Per un modello affidabile, il costo si aggira intorno ai 200 euro. Più che abbordabile come spesa. Vi consigliamo di valutare bene questo aspetto, in modo che il microfono possa soddisfarti e durarti a lungo nel tempo;

    La qualità del suono

    Considerare la qualità del suono finale del microfono in rapporto tra suono e rumore è un buon metodo. Se consultate il sito del produttore, troverete recensioni ed esempi audio per farvi una vostra personale idea del prodotto. Ricordate che “un suono pulito e con una buona qualità, farà la differenza in una qualunque traccia audio”;

    La sensibilità del microfono

    Ogni microfono è un mondo, a partire dai suoi componenti ed alla sua progettazione. Ognuno è stato strutturato per registrare alcune frequenze meglio di altre. E soprattutto per registrare suoni proveniente da sorgenti vicine o lontane. Questo significa che dovrai valutare se il microfono che andrai ad utilizzare, è dotato di una capsula più o meno sensibile, e quindi se dovrai posizionarlo lontano o vicino alla fonte di registrazione. Tutti i microfoni riescono a registrare l’audio da vicino, ma non tutti un buon suono ad una certa distanza.

    Nella prossima parte affronteremo gli altri aspetti dell’essere “Pronti al Microfono” in ogni momento ed in ogni luogo. A presto e Buone Vacanze.

    Articolo a cura di Angelo Oliva



  • Continuano i nostri consigli estivi per essere sempre operativi al microfono e non perdere nessuna opportunità di lavoro, anche in vacanza! Il blogger Angelo Oliva fornisce tutti i  suggerimenti per realizzare uno studio di registrazione"mobile" a budget ridotto e ad alte prestazioni!

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAngelo Oliva 

    Estate! Tempo di vacanze, mare e relax. Ma anche tempo per lavori e richieste improvvise ed urgenti. Come non perdere queste opportunità “last minute” se ci troviamo in vacanza? Nessun problema! Per darvi qualche suggerimento ci siamo noi di Voci.fm.

    In questa seconda parte tratteremo gli aspetti non affrontati la scorsa volta. Se vi siete persi la parte precedente, potrete riascoltare il primo articolo sull'argomento seguendo questo link

    Un’APP per registrare

    Vi sono numerosi applicativi audio disponibili per i sistemi operativi mobile sul mercato. Ne andremo ad analizzare alcuni per ogni sistema. 

    SISTEMI APPLE - Garage Band

    Garage Band è un applicativo nativo dei dispositivi Apple. Il programma offre la possibilità di registrare strumenti e voci con il microfono integrato oppure con dispositivi compatibili con l’adattatore USB "Apple Camera Connection KIT". Semplice da utilizzare e da configurare, tutte le operazioni di composizione, registrazione ed arrangiamento si svolgono in un semplice ed intuitivo ambiente grafico. Con Garage Band è possibile registrare la nostra voce ed eseguire editing post-registrazione molto efficaci applicando effetti all'audio registrato. La registrazione creata può essere esportata in formato aiff, aac e mp3 attraverso l'integrazione con iTunes oppure tramite allegato in una mail. Garage Band è un’ottima soluzione da utilizzare in viaggio.

    SISTEMI APPLE - Cubasis

    Cubasis, il fratello più piccolo di Cubase della Steinberg, è un vero strumento professionale che presenta tutto l’indispensabile per poter dare sfogo al proprio lato artistico in modo estremamente professionale. Oltre a tutti i classici strumenti per registrare, arrangiare, mixareed editare la propria voce, Cubasis dispone di suite di effetti come compressore, noise-gate e tube-saturator per ogni canale. Tutto questo offre la possibilità di effettuare editing professionale sulle tracce registrate. Inoltre, ha anche il vantaggio di avere la piena compatibilità con Cubase. Sull’App Store di Apple è presente una versione demo gratuita per la prova. Con questa versione, si riuscirà a registrare in modo professionale una traccia audio di buona qualità.

    SISTEMI ANDROID - Audio Evolution Mobile

    Audio Evolution Mobile della eXtream Software Development, è un software molto simile a Cubase, sia nella grafica che nelle funzioni di base. Registrare, mixare ed editare la propria voce risulta abbastanza semplice ed intuitivo. Il potente sequencer multitraccia audio / MIDI è in grado di supportare oltre 250 interfacce USB esterne, compreso microfoni USB e schede audio. Inoltre sono presenti strumenti virtuali e molte funzioni di editing non-lineare, non-distruttivo con annulla / ripristina illimitati, mixing, effetti in tempo reale, automazione e molto altro! Con la versione gratuita, scaricabile da Google Play Store, abbiamo limiti sul numero di tracce da registrare, ma risulta più che sufficiente per una traccia audio vocale ed editarla con i processori virtuali di cui è dotato.

    SISTEMI ANDROID - Soundcamp

    Soundcamp è un sequencer DAW e MIDI che trasformerà il vostro dispositivo Android in un vero studio di registrazione. Potrete gestire un insieme di strumenti virtuali, oltre ad un registratore audio dotato di effetti digitali per tracce vocali professionali. Grazie ad un intelligente sistema di plug-in, sarà possibile connettersi ed interagire con applicazioni di terze parti, oltre che interfacciarsi, attraverso il cavo USB, a dispositivi esterni come microfoni e schede audio. L’applicazione è disponibile gratuitamente su Google Play Store ma, per il momento, compatibile solo con dispositivi Samsung.

    SISTEMI WINDOWS

    Con i dispositivi mobile Windows, si possono utilizzare numerose APP di registrazione. Se ne utilizzate una in particolare sul vostro pc, potrete sicuramente utilizzarla su di un Tablet Windows.

    Audacity è un editor di file audio semplice da utilizzare e da configurare, con una grafica efficace ed intuitiva. Con Audacity abbiamo la possibilità di effettuare registrazioni di qualità ed editing molto efficaci e professionali. Una serie di operazioni aggiuntive sono possibili grazie a plug-in presenti al suo interno, con i quali è possibile intervenire su diversi parametri tra cui la compressione, la rimozione di rumore di fondo e la normalizzazione della registrazione. In fase di post-produzione, si potranno aggiungere effetti per rendere la nostra registrazione più che professionale. Interessante risultano anche i numerosi formati in cui i file potranno essere salvati. Le sue caratteristiche lo rendono adatto a un uso da viaggio. Si scarica da qui

    SOLUZIONI PER ISOLAMENTO ACUSTICO DI EMERGENZA

    Esistono vari “trucchetti” utilizzati dai professionisti della voce in fase di registrazione in viaggio. Il più diffuso è registrare all’interno di un’autovettura. L’abitacolo è progettato per attenuare il più possibile i rumori esterni. Posizionare il microfono sul volante oppure utilizzare i sedili posteriori come una grande parete fono-assorbente, sono le soluzioni più utilizzate per un isolamento acustico d’emergenza. Ma se siamo in vacanza senza auto? Una valida alternativa è l’armadio della vostra camera d’albergo, posizionando il microfono tra i vestiti appesi e l’immancabile cuscino che vi si trova al suo interno. Oppure, per i professionisti più esigenti, utilizzare una Kaotica EyeBall. Una vera rivoluzione nel campo dei Boot-Screen. In sostanza, una palla in materiale fono-assorbente di circa 17/18 centimetri di diametro dotata di due cavità: una per il microfono ed una per l’anti-pop. Una piccola camera sferica che isola il nostro microfono dai rumori esterni. Il costo non è dei più economici (circa 170 Euro) ma efficace e comoda da portarsi in vacanza. (Clicca quiper la nostra recensione di Kaotica Eyball)

    Bene! Adesso avete un quadro più completo per essere “Pronti al Microfono” in ogni momento e in ogni posto.

    Buone Vacanze con Voci.fm 

    Articolo a cura di Angelo Oliva



  • Ogni lavoro ha il suo prezzo e la cosa vale ovviamente anche per chi opera nel mondo dello speakeraggio. Ma esiste un vero e proprio "listino delle voci"? E come si calcola il costo di spot, documentari, voice-over ecc.? Ecco alcuni interessanti consigli da parte del nostro blogger Mario Loreti.

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    Se una volta per produrre un parlato ci si affidava ad uno studio di registrazione che applicava le proprie tariffe al committente, anche sulla base di un listino comune come quello dell'ADAP (Associazione attori e doppiatori pubblicitari) oggi sono molti coloro che registrano anche da casa e, come vuole il mercato libero, applicano le proprie tariffe.

    Se ciò da una parte è vantaggioso perchè permette a tutti di fare gavetta e lavorare contenendo i costi, dall'altra parte questo fenomeno ha permesso che i prezzi degli speakeraggi diminuissero considerevolmente, a svantaggio di chi fa questo lavoro con professionalità da anni e magari si è anche dotato di strumentazione costosa.

    Sento spesso dire dai clienti che una produzione è troppo cara, che a farla ci si mettono 5 minuti. Oltre al fatto che non sono quasi mai solo 5 minuti, quello che dobbiamo essere in grado di spiegare è che dietro a quei 5 minuti c'è tutta la nostra esperienza, perchè se una cosa viene bene in poco tempo è proprio grazie alla tanta pratica e dedizione verso questo mestiere.

    Quello che il cliente paga, poi, non è tanto il tempo che lo speaker impiega a produrre quell'audio ma piuttosto tutto il tempo in cui quell'audio verrà utilizzato. Uno spot locale infatti, così come un voice-over può essere mandato in onda o rimanere pubblicato su youtube per anni e questo aspetto va considerato.


    Ma quindi come facciamo a calcolare la tariffa corretta per un progetto?

    Possiamo basarci sul numero di cartelle, considerando che ogni cartella è pari a 1500 caratteri spazi inclusi: in questo caso il costo può oscillare da 20 euro a 40 euro a cartella, anche a seconda delle dimensioni del progetto e della fama del brand per cui si sta registrando. Ogni cartella si tradurrà in circa un minuto e mezzo di audio, a seconda della velocità con cui lo speakerato verrà letto.

    In alternativa, si calcola un costo a parola, in questo caso si va dai 7 ai 13 centesimi di euro. 

    Nel calcolare il costo di uno spot radiofonico o di uno video per la televisione, un'altra variabile da tenere in considerazione sono i giorni di messa in onda della campagna, oltre ovviamente alla durata effettiva dello spot.

    Tali prezzi sono regolati dal listino ADAP e non possiamo pubblicarli qui in quanto lo stesso listino non è pubblico. Lo stesso listino prevede anche un costo di convocazione, un costo fisso per le spese di viaggio o per la chiamata dello speaker, a seconda dei casi. Molti colleghi che incidono dal proprio home-studio spesso scelgono di non applicare questo costo perchè non hanno spese di viaggio, ma questo è a discrezione di ognuno. 

    Per chi non è un doppiatore iscritto all'ADAP è prassi comune mantenersi poco al di sotto dei tetti fissati dall'ADAP stessa, per evitare di danneggiare l'intero mercato. 

    C'è da dire, senza voler sollevare polemiche, che alcuni danni sono stati già fatti, soprattutto per quanto riguarda i prodotti in onda a carattere locale.

    Si vedono infatti studi che fanno lavorare speaker a 2,50 euro a spot o altri che ti propongono tariffe tipo 5 euro a cartella. Questo avviene purtroppo anche grazie ai siti "Pay to Play", ovvero tutti quei siti ai quali ci si può iscrivere per ricevere opportunità di lavoro come "Voice123", "Voice Bunny" e altri.

    A mio avviso c'è un solo sito "Pay to Play" che tiene ad un mercato di qualità, ovvero Bodalgo.com

    Su bodalgo tu speaker paghi un'iscrizione annua per avere accesso a tutti i casting, dopodichè il cliente è tuo; il sito non si prende commissioni sui tuoi lavori e non ti chiede soldi, si ferma solo ad un costo annuale che ti garantisce l'accesso premium. Ogni volta che viene pubblicato un casting corrispondente alle tue caratteristiche vocali ti arriva una email e tu puoi scegliere se registrare un piccolo pezzo del testo del cliente o caricare un tuo demo generico, poi incroci le dita e speri di esser scelto. Il vantaggio per il cliente è che può cercare autonomamente tra diverse voci e scegliere quella che preferisce, senza nessun intermediario. Sarà poi lo stesso cliente a tornare su Bodalgo per il casting successivo, perchè non dovrà contattare uno ad uno gli speaker ma gli basterà creare il suo progetto gratuitamente, poi il sistema farà il resto. 

    Infine, ovviamente, c'è VOCI.fm - il sito delle voci che non ha costi di iscrizione, offre un database di oltre 3000 speaker ed un utilissimo tool PRONTO AL MICROFONOin grado di mettere in contatto diretto, real-time, chi è operativo in studio di registrazione con le aziende interessate in quello stesso istante. Anche in questo caso, le tariffe vengono stabilite direttamente tra le parti, senza "intrusioni" da parte dello strumento-web. 

    E voi? vi attenete alle tariffe standard? Quale sito usate per procacciare lavori? Fatecelo sapere via Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o scriveteci sui nostri social.>

  • Lo abbiamo detto tante volte: per dare la giusta potenza e pulizia alla registrazione della nostra voce, non basta solo un buon microfono! Serve che "a monte" ci sia un bel processore per regolare tutti i parametri del caso. Il blogger e voice-talent Mario Loreti ha testato per VOCI.fm il TL-Audio Ivory 5051, eccellente compromesso tra prezzo e qualità.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    Da un pò di tempo, miei cari lettori, mi piace parlarvi di “roba tecnica".
    Il mio lavoro è fatto sì di 
    incisioni e di fatture ma, nel tempo libero, anche di chiacchiere su ciò che utilizzo tutti i giorni, perchè ogni bravo lavoratore nel campo dell’audio è orgoglioso dei propri attrezzi. E’ da anni che uso un bel channel-strip della TL-Audio, il TL-Audio Ivory 5051. Un processore valvolare che include al suo interno un pre-amplificatore, un compressore e un equalizzatore che lavora molto bene.

    E’ una macchina che da nuova 
    costa circa 600,00 euro quindi, tutto sommato, un prezzo alla portata di ogni tasca, soprattutto per quello che fa. Le sue tre valvole garantiscono un suono caldo, certo non un suono alla pari dei “Neve”, ma parliamo comunque di un prodotto diverso, sicuramente più colorato e caratterizzante.La parte dedicata alla pre-amplificazione comprende gain, alimentazione phantomfiltro a 90 HZ e pad a 30 DB.

    Con questa macchina avrete a disposizione anche un 
    equalizzatore a quattro bande e un compressore con una knee settabile in modalità soft o hard, oltre a quattro diverse modalità con cui gestire sia l'attacco che il rilascio. La compressione può essere applicata prima o dopo l'equalizzazione. In più, grazie alle funzioni “insert” e “stereo link”, possiamo usare il processore anche in combinazione con altri effetti o linkare due macchine identiche per lavorare su sorgenti stereo.



    C'è anche un bel gate, anche questo con una threshold variabile. Lo stile minimal del pannello frontale, con tutti i comandi ben disposti e separati in modo intuitivo, rendono davvero semplice il settaggio del TL-Audio Ivory 5051, anche per gli utenti meno esperti. Peccato che il controllo visivo del segnale sia affidato solo ad un vu-meter ad ago, penalizzante da un punto di vista della precisione, ma di certo affascinante per il colpo d'occhio vintage che regala a questo dispositivo.

    A livello strettamente audio, l'Ivory 5051 offre un 
    suono morbido e si rivela un tool particolarmente adatto per il trattamento di chitarre e voci. Io l'ho provato in abbinamento ad un microfono Neumann TLM 102 e ad un ottimo clone del Neumann U87, l'S87 venduto da www.microphone-parts.comIn entrambi i casi, la macchina ha dato un suono non troppo colorato, il che permette di raggiungere un ottimo risultato lavorando bene in post-produzione. Paragonato con dei buoni pre-amplificatori come quelli inclusi nella RME Babyface (scheda audio di livello medio) risulta leggermente più brillante.

    Ed ora vi va di dirci qual'è il vostro preamplificatore preferito? Vi
     piace usare i pre del vostro mixer o della scheda audio oppure preferite una macchina esterna come questa?
     

  • Le casse acustiche, che noi del settore amiamo chiamare "monitor", sono elementi di grande importanza in un set di registrazione e produzione audio.Nel nostro home-studio non possono mancare dei modelli "di riferimento", proprio come queste YAMAHA HS7, che racchiudono tecnologia innovativa in un look vintage sempre affascinante. Le abbiamo testate a dovere, in ogni attività che riguarda, neanche a dirlo, l'utilizzo della nostra voce. Thanks to SMAP – San Marino Audio Project.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Stefano Dallavalle

    Tra le migliaia di possibilità offerte dal mercato, rimaniamo colpiti da un prodotto “Yamaha” che a prima vista ci riporta indietro nel tempo. Quel case nero con l'altoparlante bianco in grande evidenza è un must degli studi di registrazione anni '80; al tempo si parlava di “Yamaha NS-10”, monitor passivi così tanto diffusi da diventare col tempo il simbolo di tutta la categoria delle casse acustiche professionali. Siamo nel nuovo millennio e di quelle NS-10 Yamaha recupera il design trasformando integralmente la tecnologia e costruendo una linea HS dall'irresistibile rapporto qualità-prezzo: HS5 – HS7 – HS8.

    Oggi preleviamo dagli scaffali dello store SMAP una coppia di HS7, la serie intermedia.

    Apriamo le due scatole di colore, neanche a dirlo, bianco-nero; un package elegante, curato e di qualità, esattamente ciò che ci si aspetta da un'azienda di alto livello quale Yamaha. Ci troviamo subito in mano un cavo di alimentazione elettrica, modello standard a due poli; è la prima differenza rispetto al passato. Le HS7, infatti, sono casse attive, che impiegano altoparlanti biamplificati integrati. Oltre all'ovvio vantaggio di non costringere all'utilizzo di altre costose unità esterne, questa tecnologia consente all'azienda costruttrice di studiare il miglior abbinamento tra altoparlanti e circuito di amplificazione, in modo da ottenere prestazioni assolutamente superiori con qualsiasi sorgente in qualsiasi ambiente di ascolto. Nel caso delle HS7, parliamo di “biamplificazione” perchè per alimentare gli altoparlanti delle frequenze medio-basse e degli alti si utilizzano addirittura due  amplificatori separati; ciò elimina i problemi di interazione e le anomalie di risposta e di fase tipiche dai sistemi passivi. Per un'elevata qualità sonora generale.


    Esteticamente, il case delle HS7 si presenta di colore nero antracite, ruvido al tatto. Gli angoli smussati e un design pulito e compatto rendono questi monitor degli oggetti di assoluto design che impreziosiscono il banco di regia e fanno letteralmente invidia a modelli di classe e costo decisamente superiori. Tutto risulta progettato in maniera  accurata. Dal semplice fregio estetico del logo Yamaha sul frontale (che si illumina durante l'accensione), al più significativo sistema di bloccaggio tweeter-woofer che rimangono fissati al case grazie ad un anello progettato per eliminare vibrazioni e risonanze spurie. L'enorme magnete scelto per il woofer produce una risposta dei bassi accurata e corposa. Le strutture dei tweeter garantiscono una minima dispersione.

    Risultato? Le Yamaha HS7 colpiscono per la potenza del suono e per la precisione sugli alti, sempre chiari e definiti. La risposta è eccezionalmente morbida e lo spettro di frequenze davvero molto ampio.

    La qualità della riproduzione non risulta compromessa neanche dopo molte ore di lavoro. Non a caso, sul retro del monitor, spicca un grande dissipatore termico, che si fa spazio vicino ai due ingressi bilanciati XLR e TRS, al regolatore di livello e ai filtri “Room Control” e “High Trim”, utili a correggere il suono in base alle caratteristiche dell'ambiente in cui vengono posizionate le casse acustichePer ottenere una risposta sempre fedele e al di sopra delle aspettative.

    In conclusione, quindi, VOCI.fm consiglia “Yamaha HS7 STUDIO MONITOR” a chiunque abbia necessità di un buon riferimento audio in fase di editing della voce, che si tratti di montare uno spot pubblicitario, di sincronizzare l'audio di un filmato o  di creare un pre-mix di un brano musicale. Il costo decisamente abbordabile rende questo modello un nuovo punto di riferimento per l'home-recording... ma non solo.

    Recensione a cura di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

    Caratteristiche principali

    Monitor near field biamplificato bass reflex a 2 vie
    Woofer da 6.5" e tweeter a cupola da 1"
    Risposta in frequenze: 43Hz - 30kHz
    Crossover: 2kHz
    Potenza: LF 60W + HF 35W
    Ingressi audio: XLR3-31 bilancito, Phono bilanciato
    Controllo del livello (+4dB)
    High-Trim Switch (+/- 2dB a HF)
    Room Control Switch (0/-2/-4 dB sotto i 500Hz)
    Cabinet in MDF, Bass-Reflex
    Dimensioni: 210 x H332 x 284mm
    Peso: 8,2 kg



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