Voxyl

microfono

  • Siamo in piena emergenza coronavirus. Purtroppo anche noi che lavoriamo con la voce siamo a rischio. Chi trasmette in radio per esempio staziona per ore in ambienti piccoli, poco arieggiati e spesso si va in onda in due se non in tre. E si sta pericolamente vicini. Non è necessario smettere di fare il lavoro più bello del mondo. Basta seguire alcune semplice regole di cui ci parla Patrizia Simonetti in questo podcast. Perchè noi di VOCI.fm vogliamo #vociinforma!

  • Siete speaker e sognate di lavorare in radio? Di tanto in tanto su internet si trovano proposte di collaborazione professionale, sia per emittenti FM che WEB-RADIO. Ma fate attenzione, “non è tutto oro quello che luccica”. E potrebbe capitare qualche situazione un pò “strana” come questa di cui ci parla il nostro blogger Mario Loreti.

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    In genere, qui su VOCI.fm, vi parlo di cose di cui mi piace parlare: attrezzature, modi per preparare un demo efficace, recensioni di prodotti nuovissimi ecc.

    Oggi invece vi racconto una cosa per cui eviterei volentieri di spendere parole, almeno in certi termini: i casting per lavorare in radio.

    Non ce ne sono molti, non sono tante le persone che hanno la fortuna di vedere che qualcuno risponde ad una loro e-mail con l'indirizzo e un numero di telefono per un colloquio.

    E, perdonatemi, forse non sono nemmeno troppe le persone disposte ad affrontare l'argomento pubblicamente: vanno cercate e trovate le parole giuste e poi il mondo della radio è piccolo piccolo, una certa dose di attenzione non guasta mai.

    Sono d'accordo che si debba fare attenzione a non urtare la suscettibilità, sono completamente d'accordo sul fatto che ogni occasione vada vista come un'opportunità; tuttavia mi sembra giusto parlare di comportamenti che a mio avviso sono ai limiti della scorrettezza.

    Immaginate di trovare un annuncio su un sito di settore: cercano uno speaker e questo è il vostro sogno, volete fare la radio in diretta da quando siete bambini, da quando vi divertivate a giocare col “Canta Tu” fingendo che vi ascoltasse qualcuno (il sottoscritto lo faceva!).

    Dunque trovate l'annuncio: lo leggete interessati e scoprite che nella casella "compenso" non è stato inserito nulla. Fate radio e pubblicità per lavoro da una decina d'anni, il compenso non deve essere scontato ma almeno bisognerebbe parlarne, oppure specificare se si tratta di una realtà “no profit”... non si finisce mai di imparare, per cui uno potrebbe anche decidere di investire il proprio tempo... perchè no?

    Non mi piace chi, quando mi manda un demo mi chiede subito "quanto mi dai"? Lo considero assolutamente poco professionale, prima di parlare di compensi aspetta almeno che ti dica se la demo mi piace e poi, dopo qualche chiacchiera, parliamo del vil-denaro.



    Qualche giorno fa ho risposto ad un annuncio di una web-radio discretamente affermata, il nome già lo conoscevo. Non mi piace appunto parlare subito di denaro così sono andato a colloquio a Roma, per vedere di cosa si trattasse.

    L'appuntamento era a casa del direttore della web-radio, ma l'ho capito dopo. Nulla di male, del resto una web-radio può non avere una sede fisica; entro e mi trovo seduto vicino ad altri 4 o 5 ragazzi, il direttore mi fa accomodare e continua il suo discorso fatto di parole come collaborazione, esperienza, sostenendo che non avrebbe insegnato ai ragazzi a fare la radio ma avrebbe dato un'opportunità per fare palestra, il che è di per se abbastanza incoerente: come vado in palestra se non so come usare gli attrezzi?

    E poi, ciliegina sulla torta, lascia intendere in modo tutt'altro che velato un sentimento negativo verso un'altra radio su internet (screditare gli altri a cosa serve?) e fa capire che, per trasmettere sulla sua, gli speaker avrebbero dovuto versare dei soldi per pagare le spese di S.I.A.E., S.C.F., server e della sede fisica della radio.

    Ora: siamo sicuri che screditare gli altri, parlare di visibilità e di collaborazione vantandosi di aver mandato a casa fior-fior di speaker e doppiatori che si erano presentati, sia proprio la chiave giusta per far partire un progetto?

    La correttezza è un valore che, secondo me, dovremmo avere tutti: amici, specificate sempre nei vostri annunci eventuali compensi, o riconoscimenti di altro tipo, evitando alle persone di far perdere del tempo prezioso.

    Faccio tante produzioni gratis ad amici e conoscenti, non è che per trasmettere io punti per forza al soldo; però voglio sentirmi libero di farlo per chi voglio e per persone trasparenti.

    Voi cosa ne pensate? Vi sono mai capitate situazioni simili? Scrivetecelo QUI

    A presto, dal vostro (oggi un pò deluso) Mario Loreti.
     

  • Vi sentite pronti per lavorare con la voce, magari in radio o in un centro di audio-produzione? Oppure siete già professionisti ma volete migliorare il vostro “biglietto di presentazione”? In questo articolo, lo speaker Mario Loreti ci fornisce alcuni consigli indispensabili per realizzare un demo che sappia colpire nel segno!

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    Abbiamo parlato di strumenti per registrare praticamente ovunque ed anche a budget molto contenuti e devo ammettere che questo lavoro diventa giorno dopo giorno sempre più alla portata di tutti.

    E' giusto così, non sono uno di quelli che per difendere la propria professione consiglia agli aspiranti di non fare questo lavoro, altrimenti non scriverei neppure per VOCI.fm

    Sono però fermamente convinto del fatto che bisogna presentarsi sempre nel modo giusto.

    Con l'avvento dei corsi per speaker (di dubbia utilità, ma questo è un parere personale) sono sempre di più i ragazzi (ma anche gli adulti) che, fatti questi corsi, si sentono arrivati.

    Ho un sito-web da più o meno 11 anni e ricevo di tutto: e-mail di una riga, con lunghi elenchi di presunte esperienze (magari in inglese), messaggi di persone che mi dicono "sono uno speaker radiofonico, ho frequentato il corso x y" senza nè uno straccio di demo nè un curriculum. Queste modalità, a mio avviso, sono il top se non si vuole ricevere una risposta.

    Ma allora come ci potremmo presentare nel modo giusto per far sì che l'editore / direttore / chiunque ci degni di un po' della sua attenzione?

    Io inizierei col pormi delle domande: cosa mi spinge a fare questo lavoro? Da dove è partita la mia passione, qual'è stato l'evento scatenante?

    A questo punto, una volta che ci si è posti tutte le domande opportune, vale la pena di buttar giù una mail di senso compiuto dove ci si presenta, si dice perchè si vorrebbe fare questo lavoro e si segnalano, in modo semplice e chiaro, le proprie esperienze (se ce ne sono).

    A questa mail allegheremo un curriculum ben scritto, con i dati personali e l'autorizzazione al trattamento degli stessi per le finalità legate al CV stesso. E poi?

    E poi c'è la demo... l'ho messa per ultima ma è la parte fondamentale, perchè è il nostro biglietto da visita.

    Non prendete testi a caso, non fate palesemente finta di “fare la radio”. Fatela per davvero, registrando ad una qualità professionale, se non avete la strumentazione investite anche 100 euro, ma registrate una demo con la “d” maiuscola in un vero studio. Sarà anche più divertente!

    Troppe volte arrivano demo di scarsa qualità, registrate malissimo e con pochi contenuti.



    Ma quali sono i contenuti e quanto dovrebbe durare una buona demo radiofonica / pubblicitaria?

    A livello di contenuti, mettete solo ciò che vi rappresenta di più. Se siete degli speaker pubblicitari inserite solo i voice-over e gli spot che avete realizzato per i marchi più importanti, se non avete esperienza potete estrapolare testi da wikipedia o modificare leggermente i testi di pubblicità esistenti (attenzione a non citare i nomi dei marchi);

    Se volete realizzare una demo per la radio, non usate le formulette trite e ritrite "ciao, sono Mario, questa è radio xxx, sono le 14.00 e oggi parleremo di..." ma metteteci personalità, cercate di far trasparire tratti del vostro carattere e soprattutto... parlate come nella vita!

    Mi piace paragonare lo speaker radiofonico a un amico con cui si parla al bar. Il linguaggio e il tono di voce devono essere informali, l'ascoltatore del resto è uno molto vicino allo speaker, perchè lo speaker per primo è una persona come tante.

    Certo, il nostro lavoro a volte ci impone di parlare di cose che non conosciamo come se le conoscessimo perfettamente, ma ciò non deve metterci su un altro piano rispetto a chi ascolta.

    Insomma, vale il detto "parla come mangi!"

    Dunque presentatevi rapidamente e lanciate una canzone.

    Fate sentire un pezzo del disco appena lanciato e la coda di un altro, dopodichè disannunciate il secondo disco e parlate di qualcosa di curioso o di un argomento di attualità in tempi rapidi (45 secondi / 1 minuto); nell'intervento successivo inserite una citazione commerciale o il lancio di un gioco e nell'ultimo intervento chiudete la registrazione dando appuntamento ai vostri ascoltatori al giorno dopo, come se voleste concludere il vostro ipotetico programma.

    Il tutto in massimo 3 minuti, un editore non ha troppo tempo!

    La prima impressione è quella più importante, quindi giocatevi bene le vostre carte. Forse sarò un pò polemico ma credo che a volte chi di dovere non risponda anche perchè arriva davvero di tutto... cerchiamo di essere professionali e qualche porta si aprirà. Buon demo a tutti!
     

  • Ad Agosto si va tutti in ferie. Da cosa non lo so, visto che il mio lavoro è anche la mia passione ma tant'è, mi sono preso anch'io un pò di pausa. Torno a scrivere per il blog di VOCI.fm e vi segnalo una bella scoperta, che ho fatto proprio in questi giorni: si chiama “Splice” ed è il sito degli effetti sonori per le nostre/vostre audioproduzioni!

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    Splice è un sito web da cui si possono scaricare effetti sonori di altissima qualità, FX per l'imaging della propria emittente, preset per i vari plug-in e strumenti utili per chi usa regolarmente una daw (digital audio workstation).

    Il motto di Splice è infatti "Up and daw"; gli elementi scaricati possono essere trascinati / installati nel proprio software di registrazione e quindi sono immediatamente utilizzabili.


    I file scaricabili da Splice non sono gratis, ma costano poco: con poco più di 7 dollari al mese si possono scaricare 100 elementi tra effetti sonori, loops, one-shots ed esistono piani con più crediti che ci consentono di risparmiare ancora. Ogni credito ci permette di scaricare un elemento tramite un'interfaccia semplicissima, ogni volta che inviteremo qualcuno ad iscriversi tramite il nostro link ci verranno dati 100 crediti per poter scaricare gratuitamente 100 elementi.



    Mentre scrivo sto dando uno sguardo al catalogo degli effetti del sito. Per accedere alla trial di 14 giorni bisogna immettere i dati della carta di credito (cosa secondo me non proprio gradevole), ma ci si può cancellare in ogni momento e soprattutto se si invitano persone si hanno crediti bonus, per cui tanto vale provare, anche perchè per la radio e gli spot ci sono diverse cose che già uso nei progetti per i miei clienti. In modalità trial, si possono scaricare solo i file che costano 0 crediti, solo cioè quelli messi a disposizione gratuitamente, che comunque sono abbastanza e soprattutto di ottima qualità.

    Oltre a suoni e loops, Splice cavalca l'onda del software a noleggio. Da qualche anno infatti alcuni software costosi possono essere noleggiati pagando cifre mensili irrisorie e poi li si può riscattare una volta raggiunto il prezzo reale. Splice offre la possibilità di noleggiare tantissimi plug-in seguendo proprio questo concetto; con la formula "rent to own" è quindi possibile permettersi anche synth costosi come “Serum” (tra i più popolari). Un'altra caratteristica interessante di Splice è la possibilità di collaborare con numerosi utenti grazie alla funzione "studio".


    L'applicazione desktop di Slice consente infatti di usufruire di uno spazio illimitato e gratuito per memorizzare i vari file audio da noi prodotti e scambiarseli più facilmente con altri: una specie di Dropbox dedicato al mondo dell'arte.



    Vi siete incuriositi e volete provare Splice? Iscrivetevi a questo link:e, mi raccomando, fateci sapere se avete trovato utile questo articolo e soprattutto per cosa userete i file scaricati da Splice, ci farà piacere! Se poi vorrete anche farci ascoltare qualcosa ancora meglio... c'è sempre da imparare del resto, non trovate?

    Voi che effetti sonori usate per le vostre produzioni? Quali sono le vostre fonti? Svelateci qui i vostri segreti, ci sentiamo particolarmente ficcanaso :-)
     

  • Siete a caccia di un pre-amplificatore economico che suoni bene? Allora oggi abbiamo una buona soluzione! Mario Loreti ha testato per VOCI.fm il “Golden Age Pre 73”, che sembra perfetto per l'home-studio. Sentiamo se suona davvero bene come molti dicono.

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    Avendo dovuto smantellare il mio studio di registrazione per ragioni personali, mi sono preso un pò di pausa forzata dal lavoro e da VOCI.fm, però al tempo stesso ho rinnovato qualche strumento ed ho anche acquistato un pre-amplificatoreNeve 1073” e quello che molti definiscono il suo clone, il “Golden Age Project Pre 73”.

    Oggi ci occuperemo proprio di quest'ultimo, analizzandone a fondo caratteristiche, pregi e difetti e cercando di confrontarlo con il “Neve 1073”, che costa molto di più.

    Iniziamo col dire che, visivamente, questo preamplificatore sembra molto vintage, anche se in realtà di vintage ha poco, a parte il suono che cerca di emulare. Di buono c'è che, come nei veri preamplificatori vintage, questa unità non ha circuiti integrati inseriti nel percorso del segnale audio.

    Si tratta di uno strumento dai controlli essenziali, senza fronzoli, che non sfigurerà sicuramente nel vostro studio, ne a livello di immagine ne di suono.

    Le funzionalità a disposizione sono molte, alcune delle quali si trovano solo su preamplificatori di fascia (e costo!) superiore.

    Questa macchina, piccola nelle dimensioni ma potente nelle prestazioni, dispone di un input microfonico con alimentazione phantom, un gain che può arrivare fino ad 80 Db, il filtro passa-alto con uno switch per togliere 3 DB a 40 o 170 HZ (può servire per eliminare rumori di fondo), 6 DB / octave, un air-EQ a 2 posizioni, +3 o +6 DB a circa 30 KHZ e la possibilità di scegliere l'impedenza tra 1200 Ohm o 300 Ohm.

    L'indicatore del livello del segnale, ovvero il VuMeter, è a 4 led.


    L'ingresso è combo, vale a dire che ci si può collegare un microfono sia con un cavo XLR che con un Jack 6.3, in più c'è anche un ingresso per il collegamento con una chitarra ed un'uscita line / instrument.

    L'alimentatore per il collegamento alla corrente è incluso nella confezione.

    Le funzioni sono tutte accessibili tramite dei comodi pulsanti o delle piccole levette. Il gain e l’output si regolano con delle wheel a scatti, l’ultimo tasto a destra consente di emulare il suono di un preamplificatore vintage (forse troppo), ma è una funzione utile da provare almeno una volta.

    Il prezzo oscilla tra i 300 ed i 350 euro, quindi davvero una cifra accessibile per chi vuole lavorare di qualità senza però “svenarsi”.

    E il suono? Vi faccio ascoltare volutamente qualcosa in bianco (senza base). Quindi, se già non state ascoltando l'articolo ma lo state solo leggendo, vale la pena di cliccare sul tasto “Play”.

    QUI trovate anche il test audio separato dal podcast, scaricabile liberamente perché possiate importarlo e analizzarlo nel vostro software audio preferito.



    Il microfono usato in questo test è un “Neumann U87”, il segnale finisce poi in una scheda audio piccolina ma molto valida, la "RME Babyface".

    Ma quindi il “Golden Age Pre 73” può davvero essere paragonato al “Neve 1073”?

    Secondo me no, suona come un Focusrite di fascia alta ma per raggiungere il “Neve 1073” c'è ancora qualche passo da fare. Certo, il “Neve” costa 10 volte tanto, direte... e non posso che darvi ragione!

    In sintesi, il “Golden Age Pre 73” è un preamplificatore che stupisce nel rapporto qualità-prezzo ed è indiscutibile che suoni meglio di tante altre unità di marche più blasonate sulla stessa fascia.

    Voi cosa ne pensate? Lo usereste per le vostre produzioni con la voce? Fatecelo sapere.

    Io tornerò a parlare di audio-equipment professionale qui, sul BLOG di VOCI.fm. Un saluto da Mario Loreti.
      

  • Le necessità di registrazioni veloci, rapide e rapportate alle differenti richieste del mercato, hanno cambiato le modalità nella preparazione del prodotto audio. Di conseguenza, la costruzione di un semplice home studio, con un computer, è diventata quasi un’esigenza.

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    Capire come realizzare uno studio di registrazione a casa a buon mercato richiede una valutazione di ciò che esattamente è necessario. La guida di seguito illustra le attrezzature necessarie per un Home-Studio efficace.

    Il computer
    Se non si dispone già di un computer da utilizzare, è necessario acquistarne uno. Considerazioni importanti sono la velocità di elaborazione e la quantità di memoria. Di solito i software di registrazione utilizzano le risorse del computer pesantemente. Sia le piattaforme Windows che Mac funzionano bene. Tuttavia, macchine Windows in genere consentono di facilitare l'aggiornamento della scheda audio. Le schede audio pre-installate, di solito, non sono abbastanza performanti per produrre registrazioni di alta qualità.

    Il software di registrazione
    Il software di registrazione fornisce l'interfaccia attraverso la quale potrete gestire le registrazioni sul computer. Ci sono diverse opzioni per piccoli budget. Generalmente, le applicazioni più costose offrono una maggiore funzionalità e flessibilità. Per la registrazione su un budget molto piccolo, è possibile utilizzare software di registrazione con licenza freeware o shareware. Audacity e GarageBand sono 2 scelte popolari per la registrazione a basso budget. Con un budget leggermente più alto è possibile acquistare un software di qualità quasi professionale come Ableton Live o Cakewalk Sonar. Entrambe le applicazioni sono disponibili in versione entry-level: meno costose, ma anche meno potenti.

    Interfaccia audio
    Un'interfaccia audio è un componente hardware che sostituisce la scheda audio del computer e consente di collegare i vostri strumenti e microfoni al computer. Un’interfaccia può essere collegato tramite un cavo USB o FireWire. Assicurarsi che l'interfaccia audio abbia almeno 2 ingressi e 2 uscite e la possibilità di alimentare un microfono a condensatore. Questo vi permetterà di registrare in stereo. Per una maggiore flessibilità, scegliere un'interfaccia con almeno 4 ingressi. Una valida alternativa sono i mixer USB. Macchine "2 in 1" con interfaccia audio e mixer.
    Uno dei principali produttori di interfacce audio per uso domestico è M-Audio con modelli sia entry-level che di fascia alta. Marche popolari per mixer USB entry-level sono Behringer, Alesis e Yamaha.

    Monitor da studio e cuffie
    Le casse utilizzate per ascoltare il vostro mix durante l'editing sono chiamate "monitor da studio". I monitor da studio differiscono da altri monitor fornendo una risposta in frequenza perfettamente piatta. Ciò significa che ascolteremo la registrazione senza alcuna regolazione di frequenza. Quando si scelgono dei monitor da studio, assicuratevi di cercare modelli "campo vicino". Questi sono progettati per essere ascoltati da circa un metro di distanza, e quindi eliminare eventuali effetti dovuti all'acustica della vostra stanza. Monitor da studio possono essere acquistati on-line o rivenditori audio hi-fi che spesso trattano anche materiale usato di qualità. In aggiunta o in sostituzione di monitor, è possibile acquistare un set di cuffie. Le cuffie offrono il vantaggio di essere più economiche, più piccole e meno invasive nei confronti  di un vicino o coinquilino. Le cuffie possono essere utilizzate in combinazione con i monitor da studio per valutare le  componenti delle registrazioni a basso volume.

    Il  microfono
    Uno studio di registrazione da casa può essere gestito con un solo microfono. Le tipologie da valutare sono due:
    Microfono dinamico, robusto, versatile ed auto-alimentato, come lo Shure SM-57, che può essere utilizzato per voci e strumenti.
    Microfono a condensatore, meno robusto o versatilo rispetto al microfono dinamico, ma con una risposta più sensibile. Se avete bisogno di registrare strumenti molto tranquilli o espressivi, come ad esempio una chitarra acustica o pianoforte, un microfono a condensatore fornirà risultati migliori. Uno studio di registrazione a buon mercato può facilmente utilizzare al bisogno un microfono dinamico ed uno a condensatore.

    La stanza di ripresa
    Parte fondamentale nel processo di registrazione. Vi consiglio di procurarvi pochi pannelli fono-assorbenti, facilmente reperibili, da posizionare in punti strategici della stanza in cui andremo a lavorare. Evitate angoli e pareti troppo riflettenti. Come capirlo? Provate con un vecchio ed efficace metodo: battere le mani. Se la risposta non è soddisfacente, modificate. Comunque alcune registrazioni prova, possono essere utili come test. Una valida alternativa sono i Sound-Screen, pannelli piccoli e trasportabili, che con una piccola spesa hanno rese più che soddisfacenti.

    Buon Lavoro 

    Articolo a cura di Angelo Oliva



  • Cari amici di VOCI.fm, sono lo speaker Mario Loreti, collaboro con questo blog e sono davvero felice di poter utilizzare uno spazio così per portarvi a visitare un luogo per me molto speciale. Un posto nel quale ogni giorno lavoro, mi diverto, imparo e mi metto in gioco; sto parlando del mio home-studio. Se vi fa piacere continuate a leggere, guardate il video-tour ed entrate nel mio piccolo regno, senza riverbero ma pieno di cavi, schede audio e microfoni!

  • La tecnologia si evolve e l'attrezzatura per lavorare in digitale (anche con la nostra voce) diventa sempre più potente e miniaturizzata. E' il caso di “Mi Mini PC”, un computer tascabile ma con prestazioni “da desktop”. Abbinandolo ad un microfono usb, diventa lo strumento ideale per registrare in mobilità, senza limiti. Ce ne parla Mario Loreti e ci indica come prenotarlo in anteprima a prezzo speciale.

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    Non ricordo dove ma sono sicuro di aver letto, nei '90, che una trentina d'anni dopo i PC sarebbero stati piccolissimi e soprattutto sarebbero costati pochissimo e che per una macchina decente potevano bastare anche solo 30 dollari.

    Beh, dai '90 ad oggi, la situazione non è cambiata così drasticamente, ma in effetti i PC costano molto meno.

    Ormai i pc-desktop (il cosiddetto “fisso”) sono usati solo dalle aziende, il trend va sempre più verso i notebook portatili e, ancora di più verso i tablet.

    Da qualche anno c'è qualcuno che sta provando a creare degli ibridi tra PC e tablet davvero interessanti, in particolare in Cina. Forse starete pensando che non siano macchine da lavoro ed effettivamente per il momento si tratta di dispositivi che possiamo utilizzare prevalentemente per prendere appunti o fare piccole cose poco impegnative.



    >Qualche tempo fa ho però visto su Facebook, grazie alla segnalazione di una mia conoscente, un mini-PC che promette veramente bene. I suoi creatori cinesi hanno lanciato una campagna di raccolta fondi su Indiegogo, una piattaforma che permette di raccogliere soldi per progetti innovativi e al momento in cui scrivo sono arrivati a superare il milione di dollari.

    Cosa ci faranno esattamente con questi soldi?

    Produrranno una macchina che potrà contare su un processore Intel M3 (studiato apposta per i dispositivi mobili), 16 GB di RAM e, nella versione base, un disco a stato solido SSD da 128 GB con installato sia il sistema operativo Microsoft Windows 10 che Android. Il tutto in un dispositivo che entra in una tasca!

    Nel pacchetto sarà inclusa anche una tastiera bluetooth richiudibile e una cover, tanto per completare la dotazione di accessori. Il tutto ad un ottimo prezzo: 149 dollari!


    Ah, il display è incorporato nel dispositivo, misura ben 5 pollici, ed ha anche un'ottima risoluzione da 1280x720 pixel.

    Se poi deciderete di espandere il vostro dispositivo, potrete acquistare a soli 30 dollari un disco da 256 GB e a 50 dollari un disco da 512 GB, per render il vostro mini-PC ancora più capiente.

    Noi di VOCI.fm ne stiamo parlando perchè questa è un'ottima macchina per lavorare anche con la voce, date le sue prestazioni. Immaginate di collegare a questo dispositivo un microfono come il Rode NT-USB, lo Shure MV51 o uno dei tanti in commercio a prezzi altrettanto abbordabili: registrare sarà un gioco da ragazzi e non avrete neppure il problema del rumore delle ventole, perchè queste macchine sono molto silenziose.


    Questo mini-pc si sposa alla perfezione con software “smart” per acquisizione ed editing audio, come l'ottimo “Twisted Wave”, avviabile sia in modalità “PC” che “tablet” ed estremamente facili da utilizzare.

    Cosa ne pensate? Questo piccolo prodotto vi convince? Cliccate qui e diteci la vostra!

  • Microfono d'Oro: anche Enzo Salvi e I Lunatici di Rai Radio 2

  • Torna il nostro esperto di home-studio e audio-equipment. Nell'articolo di oggi, Mario Loreti ci regala delle dritte per restaurare un audio problematico con due click. Basta installare il plug-in "iZotope". Curiosi? E allora date un'occhiata a questo articolo in esclusiva per il #sitodellevoci.

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    A 
    chi non è mai capitato di dover fare una registrazione al volo, magari fuori dallo studio perchè serviva una cosa urgente? Oggi grazie alla tecnologia è possibile registrare anche con un iPad. Ne parlavo qualche giorno fa con un amico: basta avere l'app giusta, un armadio in cui posizionare il microfono per un audio con meno riverberi, qualche plug-in... e via! Ed è proprio di plug-in che voglio parlarvi oggi: di recente è uscita la nuova suite RX di “Izotope”, dedicata al restauro dell'audio: “iZotope RX7”.

    I plug-in della serie RX sono da sempre particolarmente apprezzati dai tecnici del suono di tutto il mondo perché permettono di restaurare un audio con problemi davvero con due click, creando tra l'altro pochissimi artefatti. Quando in passato si provava, con l'aiuto di un filtro FFT o con un equalizzatore, a togliere magagne si generavano sempre una certa quantità di artefatti indesiderati, portando l'audio a migliorare da una parte e peggiorare dall'altra. Con questi nuovi strumenti, a patto che li si sappia usare correttamente si ottengono dei risultati davvero strabilianti senza dover rinunciare troppo alla qualità.

    Un plug-in della suite particolarmente utile a noi speaker è sicuramente il DeVerb, in grado di ridurre le riflessioni dalle registrazioni e quindi di mettere la voce molto più in fuoco; chiaro, se si chiederà al plug-in di agire al 100% delle sue possibilità sentiremo qualche artefatto sulle “s”, ad esempio, se però si è disposti ad accettare qualche piccolo compromesso diminuendo il livello di intervento la situazione direi che cambia drasticamente.



    Grazie al DeClick possiamo poi rapidamente eliminare i click di saliva dalle nostre registrazioni o tutti quei click dati da PC o schede audio che non supportano buffer troppo ridotti, o addirittura le interferenze date dal cellulare!

    Il DeCrackle è anche lui nato per eliminare le sporcature della bocca, così come il DeNoise promette e riesce a eliminare svariati tipi di rumori di fondo come fruscii, ventole e rumori costanti.

    Insomma, come potrete notare, in questa suite di software c'è veramente di tutto, addirittura troviamo già dalla versione 6 uno strumento per eliminare il vento dalle registrazioni fatte all'aperto, cosa molto utile se ad esempio abbiamo realizzato una intervista in esterna che non vogliamo buttar via.

    Poi, sempre a proposito di interviste: quante volte ci siamo trovati a non poter tagliare un'intervista nel punto che volevamo perchè l'interlocutore ha lasciato un'intonazione sospesa, per cui dopo quella frase specifica ci si aspetterebbe altro?

    Ecco, grazie a IZotope RX7 Connect è letteralmente possibile connettere una frase ad un'altra, per rendere il taglio molto più naturale e sensato.


    Per finire parliamo di qualcosa che forse interessa più cantanti e musicisti: il tool "Music Rebalance".

    Come funziona? Molto semplice: se di una base volete abbassare il volume della voce, della sezione tastiere, della batteria o del basso... vi basterà tirare giù uno slider!

    Una delle prime cose che mi è stata spiegata a proposito di audio è che, una volta che il file è stato esportato non è più possibile eliminare un elemento. Beh, magari con Music Rebalance non togliamo l'elemento indesiderato del tutto ma vi assicuro che il risultato, in particolare sui dischi più moderni, è spettacolare! In questo modo, se siete dei cantanti e non trovate una base, potete provare a crearla, semplicemente tirando giù un cursore.

    I plug-ins RX7 sono disponibili nelle versioni VST a 32 e 64 bits, VST3 e StandAlone, grazie al software “IZotope Audio Editor”.

    La versione completa della suite vi costa circa 700 dollari, che non è proprio un prezzo accessibilissimo ma li vale davvero tutti, soprattutto se pensate che potrete farvi ripagare l'acquisto aumentando il valore dei vostri lavori. Raggiungerete dei risultati straordinari, in modo per altro del tutto automatico!

    E voi? Quali plug-in utilizzate per semplificarvi il lavoro? Fatecelo sapere con un messaggio

    Continueremo ancora a parlare di audio-equipment, hardware e software per i professionisti della voce, sempre qui, sul blog di VOCI.fm. A presto da Mario Loreti
     

  • Stai cercando un mixer piccolo pratico e tascabile per il tuo Home-Studio? Che sia funzionale, completo e compatto? Da poter utilizzare in ogni occasione? E magari, perché no, economico? Allora, il nuovo Mixer XENYX 302 USB della Behringer è quello che cercavi!

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    Lo Xenyx 302 USB è un prodotto che ti sorprenderà con le sue potenzialità e le sue dimensioni ridotte. Ideale sia per l’home recording che per le registrazioni “on the road”. La comodità di avere in un piccolo spazio un mixer con tutto ciò che serve per lavorare, adesso diventa realtà.

    XENYX 302 USB è dotato di:

    • Presa combo XLR e ¼” con alimentazione Phantom per microfoni a condensatore
    • Pre-amplificatore microfonico XENYX (da cui prende il nome) con 130 dB di gamma dinamica ed una larghezza di banda che si estende da 10 Hz a 200 kHz
    • Linea "stereo in" / USB
    • Ingresso 2-Track dedicato
    • Equalizzatore a 2 bande, "Alti" e "Bassi", più che sufficiente per modellare il vostro suono
    • Uscita monitor/cuffia per il pre-ascolto in fase di registrazione
    • Scheda audio incorporata


    XENYX 302 USB sta davvero nel palmo di una mano, ed insieme ad un paio di cuffie ed un computer portatile, potrete avere un mini studio di registrazione sempre con voi, magari nello zaino. Non c'è bisogno di driver in Windows o Mac. Non appena si collega al computer, questo piccolo mixer, verrà immediatamente riconosciuto come dispositivo audio USB. Quindi, fuori dalla scatola, sarà subito pronto per registrare tutto quello che desiderate. Perfetto per registrare un evento senza prese di corrente nelle vicinanze, dato che il mixer viene auto-alimentato dalla porta USB del vostro portatile.

    Insomma,XENYX 302 USB è lo strumento ideale per chi deve lavorare in spazi ridotti, per chi è sempre in movimento col suo lavoro o semplicemente, per chi non ama avere a che fare con oggetti troppo ingombranti. Ma non fatevi ingannare dalle sue dimensioni di soli 117 mm di lunghezza x 135 mm di larghezza. I materiali con cui è costruito sono robusti, ed il costo è decisamente interessante: meno di 50 Euro. Se avete pazienza nella ricerca dell’offerta migliore, riuscirete a trovarlo anche a molto meno di questo prezzo!

    Come bonus, l'ultra-compatto XENYX 302 USB viene fornito con alcuni software per la registrazione audio, l'editing ed il podcasting. Il tutto gratuitamente e scaricabile dal sito behringer.com, oltre al download gratuito di 150 strumenti virtuali e plug-in di effetti vari. Il tutto per trasformare il vostro computer in un completo e potente studio di registrazione portatile. Se avete bisogno di registrare, ovunque voi siate, una voce in modo professionale, un podcasting oppure una chitarra elettrica, un basso o una chitarra acustica, credo che a questo prezzo non ci sia di meglio! Insomma Behringer ci stupisce sempre con prodotti di qualità ed ottimo prezzo.

    Noi di Voci.fm lo abbiamo utilizzato per registrare la voce che state ascoltando, e ne siamo rimasti piacevolmente colpiti.

    XENYX 302 USB è promosso in quanto:

    • Compatto,
    • Driver Plug&Play,
    • Facilità di utilizzo,
    • Alimentazione USB (Pc o Rete)
    • Rapporto qualità prezzo al top

    Recensione a cura di Angelo Oliva



  • Il Neumann U87 viene messo in commercio per la prima volta nel 1967 ed è rimasto il microfono da studio ad oggi più utilizzato e conosciuto. Fin dalla sua creazione, ha suscitato un interesse ed un apprezzamento enorme tra gli addetti ai lavori del mondo dell’audio professionale e la sua ampia diffusione lo ha reso la prima scelta di molti fonici e produttori.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Ivano Lenny

    NEUMANN U87 E' UN'OTTIMA SCELTA PER LA MAGGIOR PARTE DELLE APPLICAZIONI IN STUDIO, CINEMA E TV

    Oltre a rappresentare uno status-symbol in fatto di design, questo microfono presenta una dotazione tecnica di altissimo livello. Monta una capsula a doppio diaframmaed  è dotato di tre possibili patterns di registrazione:  a cardioide, omnidirezionale e afigura 8,selezionabili tramite switch. Possiede un filtro passa-alto in grado di ridurre il classico effetto prossimità che può riscontrarsi quando si registra la fonte del suono da vicino ed inoltre un selettore di attenuazione che diminuisce di -10db la sensibilità del microfono e che impedisce la distorsione qualora siano presenti pressioni sonore molto alte.



    A differenza di molti altri microfoni a condensatore, l’U87 offre un’ampia gamma di dettagli del suono non riproducibili con la medesima qualità da prodotti di fascia inferiore. Le sue caratteristiche lo rendono unico nel suo genere: una risposta in frequenza quasi piatta, bassi definiti in maniera eccellente e alti mai troppo aggressivi. Potrete registrare qualsiasi strumento ma soprattutto la voce ed ottenere risultati assolutamente al di sopra dello standard. Unico neo facilmente apprezzabile: il Neumann U87 è sconsigliato per quelle applicazioni che richiedono condizioni particolari. Ad esempio, ne va evitato l’utilizzo nelle immediate vicinanze di una cassa Marshall ad alto volume. In ogni caso, se l’effetto che cerchiamo è quello di mettere in risalto un elemento in un missaggio sicuramente questo microfono è la scelta più giusta, al contrario se un suono non necessita di particolare chiarezza e dettagli, possiamo ricorrere ad alternative diverse.

    Questo modello di microfono presenta versioni differenti: la prima, prodotta dal 1967 al 1986, è denominata U87i, successivamente venne creata la versione U87A che dal 1986 è stata prodotta fino a pochi anni fa ed in ultimo, abbiamo il modello U87Ai, che è quello attualmente in commercio. Nelle varie versioni, nessuna differenza interessa la capsula del microfono, quindi esse non presentano un suono diverso, ma vi sono nella parte elettronica e conferiscono una maggiore tolleranza ad alte pressioni sonore.

    In conclusione, si tratta sicuramente di un microfono che consente alte prestazioni che ne giustificano ampiamente il costo; non dimentichiamoci che è il modello più diffuso nel campo della registrazione spot, documentari, audiolibri, speakeraggio professionale e doppiaggio. Teniamo comunque a ricordare che in commercio è possibile trovare il Neumann U87 usato (anche vecchie versioni) a prezzi molto accessibili. In questo caso, il consiglio rimane quello di testarlo e di controllare in maniera approfondita ciò che stiamo per acquistare, in quanto trovandoci di fronte ad uno strumento molto delicato, potrebbero essere danneggiati componenti essenziali per il corretto funzionamento.

    Recensione a cura di Matteo Mattiacci

     
    CARATTERISTICHE TECNICHE:

    - Trasduttore a gradiente di pressione

    - Capsula a doppia membrana

    - 3 diagrammi polari: omni, cardioide, a otto

    - Filtro attenuatore basse commutabile

    - Banda passante: 20-20000 Hz

    - Sensibilità 20/28/22 mV/Pa (omni, cardioide, a otto)

    - Rumore 15/12/14 dBA, 26/23/25 dB (CCIR)

    - Rapporto segnale/rumore 79/82/80 dB (pesato A), 68/71/69 dB (CCIR)

    - Pre attenuazione -10dB commutabile

    - Massima pressione sonora 117 dB (cardioide) con Dtot<0,5%, 127 dB con preattenuazione

    - Impedenza nominale 200 Ω

    - Impedenza nominale di carico 1000 Ω

    - Tensione di uscita massima 390 mV

    - Tensione di alimentazione 48 V ± 4 V

    - Assorbimento 0,8 mA

    - Connettore XLR-3               

    - Dimensioni Ø 56 mm x 200 mm

    - Peso 500 g.

  • Uomo avvisato, mezzo salvato: questo sarà un articolo che qualcuno potrebbe definire "da nerd", in quanto Mario Loreti affronterà per gli utenti del #sitodellevoci diversi aspetti tecnici a proposito di come produrre e mixare un buon audio per un video aziendale o uno spot radiofonico. Consigli utili, simulazioni e... link per trovare l'audio-equipment giusto.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Mario Loreti


    Premetto che questo sarà il primo di una serie di articoli dedicati agli aspetti tecnici che conducono verso una registrazione audio di buona qualità, sempre riferiti all'uso della voce. Non potremo affrontare tutto in un solo appuntamento, gli elementi da coinvolgere sono tanti, ma iniziamo dalla cosa più importante: l'ambiente in cui avviene la registrazione della voce. Un home-studio dedicato alle riprese vocali ha bisogno prima di tutto di un buon trattamento acustico e, nel caso in cui ci si trovi in zone particolarmente trafficate o comunque soggette a rumori esterni, anche di una buona insonorizzazione. Per farvi comprendere meglio questo concetto vi mostro un video fantastico di un collega, anche lui iscritto a VOCI.fm: Paolo Balestri. Clicca qui e guarda le prove fatte con un microfono professionale per registrare in ambienti estremi (c'è anche il bagno!).


    Tirata su una saletta o acquistata una cabina commerciale (io adoro i vocal-booth dell'azienda Clearsonic) possiamo cominciare a ragionare. Non c'è per forza bisogno di comprare un microfono Neumann e spendere chissà quanti soldi, ci sono diversi cloni o simil tali che fanno la loro figura. Questo Aston Origin è un microfono a condensatore che non vi deluderà (è molto simile al Neumann U87, anzi ha addirittura un colore che apprezzo di piu'!). Costa poco più di 200,00 euro su Amazon (molto meno dell'U87) e fa una bella figura anche a livello di immagine. Ecco il link.


    L'ambiente ce l'abbiamo, il microfono pure, ora manca una buona scheda-audio. Per non spendere tantissimo, avere lo stretto indispensabile ma disporre comunque di un buon prodotto vi suggerisco la Audient ID4, 2 ingressi e 2 uscite, un buon preamplificatore microfonico... e via! Sempre su Amazon la acquistate a circa 100,00 euro. Ecco il link.



    E poi cosa manca? Ah, un bel computer! All'inizio andrà bene anche il vostro portatile purchè abbia almeno 4 gb di ram. Sul PC potete installare un software di editing audio gratuito come Audacity, oppure usare una bella soluzione a basso costo che si chiama Reaper, un software audio multitraccia in grado di gestire audio e midi che fornisce strumenti per l'editing veramente innovativi e supporta i plug-ins VST. Se volete potete scaricarlo sia per Windows che per Mac, lo trovate qui.



    Beh, adesso che gli strumenti li abbiamo tutti... la cosa importante è il famoso “manico”! Nessuno strumento funzionerà bene se non usato correttamente, compresa la nostra voce. Volete cantare? Studiate canto. Volete parlare? Studiate dizione e risolvete difetti come zeppole, “r” mosce, problemi di articolazione... il vostro microfono vi ringrazierà! Io sono uno speaker, pertanto sul canto non posso aiutarvi. Ma se volete qualche piccola base per imparare a parlare meglio, in un prossimo articolo chiacchiereremo di cose che ci aiuteranno a dare più senso a ciò che leggiamo. Piccoli suggerimenti da usare magari anche nella vita di tutti i giorni. Vi aspetto sul BLOG di VOCI.fm, a presto da Mario Loreti.
     

  • Avete necessità di registrare la voce con lo smartphone, il tablet o il laptop ma volete farlo con la certezza di ottenere una qualità audio professionale? Quello di cui avete bisogno è un buon microfono come il RODE NT-USB. Tutto ciò che vi serve in un’unica confezione.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAngelo Oliva

    RODE NT-USB è un microfono molto flessibile con ripresa laterale, ideale per registrare performance musicali e vocali, ma anche parlato per promo e doppiaggio.

    È perfettamente compatibile con tutte le applicazioni di audio-recording principali che girano su computer sia Windows che Mac ed anche con iPad utilizzando un adattatore per il connettore USB, come “Apple Camera Connection Kit”.

    Attraverso applicativi come RØDE Rec, GarageBanddi Apple o qualsiasi altra applicazione che accetti un microfono esterno, si possono realizzare ottimi prodotti audio.

    Anche Android può essere utilizzato con il RODE NT-USB attraverso l’utilizzo di alcuni applicativi che supportano un microfono esterno, come ad esempio Audio Evolution Mobile della Xtream Software Development

    Sul corpo dell’RODE NT-USB è presente un connettore jack stereo per cuffia senza latenza, che permette di ascoltare in tempo reale l’ingresso del microfono, ed un controllo per regolare il volume di ascolto ed il mix tra l’audio del vostro device e l’ingresso del microfono. 

    RODE NT-USB è progettato per ottenere prestazioni eccezionali su voci, strumenti musicali, doppiaggi e podcasting, La capsula a condensatore è della stessa qualità di quelle che trovate nei normali microfoni da studio, usati ogni giorno da centinaia di migliaia di artisti ed ingegneri del suono. La stessa è accoppiata con un’elettronica di altissima qualità progettata per produrre il più basso livello di rumore possibile rispetto ad altri microfoni USB.

    Gli ingegneri Rode hanno infatti concepito l’NT-USB come un matrimonio tra innovazione e tradizione, perfetta fusione tra approccio artistico al design e tecniche di produzione all’avanguardia, con un’impronta sonora che ricorda i microfoni classici, mantenendo il livello del rumore estremamente basso.

    In fase di acquisto il RODE NT-USB viene fornito di filtro anti-pop di qualità completamente in metallo, che si aggancia nella base del microfono. Questo, posiziona il filtro alla distanza ideale dalla capsula, per ridurre le consonanti esplosive come la “B”, la “T” oppure la “P”, in caso si registri un cantato oppure un parlato. Inoltre si trovano all’interno della confezione, un supporto per asta microfonica con filettatura standard, un treppiedi da tavolo, che permette all’NT-USB di posizionarsi alla giusta altezza quando viene messo su di un tavolo, un cavo USB extra-lungo di ben 6 metri ed una custodia per conservare il microfono quando non viene utilizzato. Insomma! Un vero studio in una scatola.

    Di seguito troverete le caratteristiche tecniche più specifiche del RODE NT-USB. 

    Scheda Tecnica RODE NT-USB

    Principio acustico: Gradiente di pressione
    Elettronica attiva: Convertitore di impedenza JFET con buffer di uscita bipolare, convertitore A/D a 16 bit 48kHz
    Capsula: 0,50"
    Diagramma polare: Cardioide
    Risoluzione: 16 bit
    Address type: Side
    Gamma di frequenza: 20Hz - 20kHz
    SPL massimo: 110dB SPL (@ 1kHz, 1% THD in 1k carico)
    Rumore equivalente: 4,5dB (A)
    Alimentazione: bus USB
    Uscita: USB
    Peso: 520g
    Dimensioni: 84mm x 62mm x D50mm



  • Su VOCI.fm abbiamo già evidenziato l'importanza di scegliere strumenti di qualità per esaltare le caratteristiche della nostra voce. Resta comunque indispensabile creare l'ambiente giusto per la registrazione, il più possibile libero da riflessioni e da quello che comunemente chiamiamo “effetto stanza”. Può darci una buona mano il sistema RF-X Reflexion Filter di SE ELECTRONICS. Analizziamolo attentamente.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Stefano Dallavalle  

    RF-X Reflexion Filter è la soluzione entry-level per chi cerca un prodotto professionale che permetta di migliorare i difetti del nostro ambiente di registrazione, specialmente quando è difficile o impossibile ricorrere ad attività di trasformazione ben più invasive, come il montaggio dipiramidali sulle pareti o di altrimateriali fonoassorbenti che richiedono l'intervento di esperti sia in fase di progettazione che di messa in opera.RF-X Reflexion Filter migliora la resa con un semplice kit da installare sull'asta microfonica. Un po' scettici, visto il prezzo decisamente abbordabile di poco superiore a 100 euro, apriamo con grande curiosità la confezione. Il design diRF-X Reflexion Filter vale da solo l'acquisto! La nuova colorazione nero-opaco, l'alta qualità della struttura, l'attenzione ai particolari, rendono questo prodotto un perfetto complemento perarredare il nostro studio.


    Riuscirà a non deludere le aspettative anche da un punto di vista del suono?
    Per scoprirlo, ci affrettiamo a montarlo sulla nostra asta, grazie al nuovo snodo in dotazione, che lo rende compatibile con ogni modello in commercio. L'operazione richiede solo un paio di minuti; una caratteristica che, unita alla leggerezza, fa si che questo articolo risulti interessante anche per chi realizza i propri set di registrazione in location sempre diverse. Ci posizioniamo come da nostra abitudine di fronte al microfono, che ora ha alle sue spalle la mezza luna di RF-X Reflexion Filter; questo filtro si compone di 4 strati: materiale composito esterno, lana di vetro, intercapedine d'aria e gommapiuma acustica di alto livello. E' davvero molto più di un semplice pannello fonoassorbente! RF-X Reflexion Filter è stato progettato proprio per ridurre le riflessioni del suono senza variarne la timbrica.

    Risultato?
    La nostra voce ne guadagna in pulizia e dettaglio, mantenendo invariate le proprie caratteristiche. Nei numerosi test che lo staff di VOCI.fm ha realizzato nelle location più disparate (dallo studio improvvisato in garage fino alla music-hall di un'emittente radiofonica nazionale), la differenza rispetto al solo filtro pop-up si è sempre sentita. Certo, ad essere onesti, nelle situazioni più estreme il già citato “effetto-stanza” non si risolve in maniera completa, ma in condizioni di massima (home-studio, ambienti acusticamente accettabili ecc.) RF-X Reflexion Filter ci da quella sicurezza in più e una bella sensazioni di voce acquisita “nel posto giusto”. Trattandosi di uno dei prodotti dal prezzo più conveniente della sua categoria, non possiamo che invitarvi a provarlo e (siamo certi che non potrete farne a meno!) ad acquistarlo.

    Recensione a cura di Matteo Mattiacci


     

  • L'abbiamo detto tante volte: la registrazione professionale, oggi, può essere davvero alla portata di tutti. Non c'è più bisogno di chissà quale strumentazione, per ottenere delle buone produzioni l'importante è saper scegliere i prodotti più giusti per le nostre reali esigenze ed imparare ad utilizzarli al meglio per arrivare al miglior risultato possibile. Per questo ci siamo avvicinati con grande interesse allo Shure PG42 USB, un microfono che rende tutti “operativi” in un attimo ma che, allo stesso tempo, promette di regalare le stesse soddisfazioni di molti colleghi high-end. Manterrà le aspettative? Scopriamolo insieme a Matteo Mattiacci e Mario Loreti su VOCI.fm.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    Molti ci chiedono come tirare su un home-studio, tant'è che io stesso ho scritto anche un articolo in proposito proprio qui su VOCI.fm; le cose più importanti sono l'ambiente (che deve essere trattato acusticamente), il microfono, la voce e la "mic technique" (bisogna stare alla giusta distanza in base al microfono che stiamo usando e a ciò che stiamo riprendendo). Un buon ambiente e un buon microfono utilizzato correttamente ci daranno la possibilità di avere un suono su cui, volendo, potremo anche lavorare in post-produzione, quindi un suono migliorabile e adattabile alle varie esigenze.

    Un buon rapporto “qualità - prezzo” non è però la sola caratteristica che chiediamo oggi ad uno strumento digitale. Nell'ultimo periodo, l'attenzione si è soffermata soprattutto su quei modelli così tanto “plug-and-play” da riuscire a renderci operativi semplicemente collegando un cavetto USB al computer (o addirittura al tablet).

    Per questo la nostra attenzione è caduta sullo Shure PG42 USB, che già a colpo d'occhio sa evocare una sensazione di altissima qualità, degna della storia di un marchio come Shure, ma dalle features straordinariamente “2.0”: è un microfono a condensatore a diaframma largo, un cardioide specifico per la voce, ha il collegamento USB che non necessita di scheda audio, può essere alimentato direttamente dal computer e ci fa campionare a 16 bit fino a 48 kHz, senza dover disporre di nient'altro che di un software per l'audio-recording.


    Che sia un prodotto Shure lo si comprende analizzando la qualità dei componenti: la capsula è in Mylar placcato oro, ha un diametro di 27 mm e una risposta in frequenza da 20 a 20.000 Hz, in grado di sopportare una pressione sonora pari a 120 dB SPL senza pad e 135 dB con il pad.

    Quest'ultimo si attiva agendo su un piccolo switch posto proprio sulla scocca del microfono, nella parte centrale, che ospita anche una pratica e funzionale presa mini-jack alla quale collegare delle cuffie per ascoltare la propria voce in fase di registrazione e che risulta indispensabile in caso di utilizzo del microfono per trasmissioni in streaming o podcast. Semplici ed intuitive le regolazioni del gain microfonico, del volume-cuffia, del monitor e del filtro passa-alto per un maggior controllo dei segnali indesiderati a bassa frequenza.



    Shure PG42 USB è un vero e proprio gioiello, che ci ha sorpreso inizialmente per i dettagli estetici curati e gli ottimi materiali, poi per la qualità del suono e, una volta presa confidenza, per la versatilità che la “fulminea” connessione USB riesce a regalare, non mostrando mai problemi di compatibilità sia in ambiente Windows che Apple.

    Con il mio collega Matteo Mattiacci si siamo divertiti “giocando” con degli interventi radiofonici, realizzando voice-over, una breve sigla cantata ed anche improvvisando una sessione di doppiaggio. Lo Shure PG42 USB si è sempre rivelato all'altezza delle aspettative, soprattutto in ambienti insonorizzati e comunque ben predisposti alla registrazione.


    Ecco un video per ascoltare questo microfono, realizzato proprio da Shure: 

    Consideriamo lo Shure PG42 USB un buon acquisto, che per ovvi motivi non voglio paragonare agli “status symbol” di questo settore, ma che consigliamo a chi necessita di uno strumento di medio-alto livello dall'eccezionale rapporto qualità-prezzo. A meno di 300 euro, otteniamo un kit completo di tutto: una robusta valigetta in alluminio per trasportare il microfono, un cavo USB per la connessione (lungo ben 3 metri) e un supporto anti-shock ShureLock con sospensioni elastiche in gomma. Peccato che sia assente una protezione antivento, come la spugna o il filtro anti-pop che, comunque, è possibile avere come optional per poche decine di euro.

    A nostro avviso questo microfono rappresenta una delle migliori soluzioni sul mercato in fatto di tool per la registrazione in mobilità. Del resto un microfono, per chi lavora con la voce cantando o registrando speakeraggi è come un ombrello... è sempre meglio portarlo, non sia mai dovesse piovere! Siete d'accordo? Fateci sapere QUI cosa ne pensate.
     

  • Oggi avveriamo il sogno di tanti professionisti della voce (o aspiranti tali): collegare un microfono al computer e trovarsi subito nella condizione di poter registrare al meglio, senza avere le competenze di un fonico e senza perdere tempo dietro ad improbabili ed ostiche configurazioni. Impossibile? Assolutamente no, grazie al nuovo microfono digitale a condensatore MOTIV MV51 di SHURE. Matteo Mattiacci lo ha testato per VOCI.fm



    Possiedi una web-radio? Oppure realizzi podcast, programmi radiofonici, spot, contributi audio e sei spesso in movimento? Allora hai bisogno di un microfono che ti offra massima versatilità, che sia robusto, facile da trasportare e soprattutto in grado di adattarsi ai vari ambienti senza farti impazzire alla ricerca del settaggio giusto. La nuova linea “MOTIV” di SHURE nasce proprio per questo: proporre strumenti per la ripresa audio “plug-and-play” con PC, smartphone o tablet, che non richiedano alcuna configurazione e che siano allo stesso tempo capaci di sprigionare tutta la qualità che da sempre distingue il marchio numero uno del settore. Ne è un esempio il microfono MV88, dedicato alla registrazione “on the road” (e quindi a reporter e giornalisti 2.0); la sua controparte “da studio” è il MOTIV MV51, che abbiamo avuto modo di testare grazie a “Prase Media Technologies”, partner di VOCI.fm e distributore per l'Italia del marchio SHURE.



    Che il microfono MV51 sia un modello prima di tutto “compatto”, lo capiamo già dalla confezione: il box è piccolo ed elegante, di colore bianco, con impostazione grafica minimal e layout coordinato al resto dei prodotti della linea MOTIV by SHURE. Quello che però ci sorprende è il peso, che supera i 500 grammi e che ci regala già una sensazione di “robustezza”, senza aver messo ancora mano al microfono vero e proprio. Cerchiamo subito conferma aprendo la scatola e scopriamo che lo SHURE MV51 misura appena 12x7cm ed è realizzato completamente in metallo, aspetto originale per prodotti di questo tipo, ed il suo stile vintage lo fa apparire come un modello “serio”, capace di coniugare la tecnologia moderna con un nostalgico look anni '50. Frontalmente spicca la griglia retrò che protegge il diaframma da 1 pollice, oltre ai comandi “touch” per il controllo di tutte le funzioni del microfono; la parte posteriore ospita la presa mini-jack per il preascolto in cuffia ed il connettore mini-usb. Nella confezione troviamo anche il supporto inclinabile (già montato) che consente sia di utilizzare il microfono sul nostro tavolo di lavoro sia di installarlo su qualsiasi asta con filettatura standard; oltre a questo, SHURE fornisce due cavetti USB della lunghezza di un metro per collegare subito il microfono al pc oppure ai dispositivi Apple con connettore lighting.



    Siamo più che mai curiosi di scoprire se questo prodotto è davvero tanto “plug-and-play” come viene descritto. Iniziamo i nostri test su due comunissimi computer con sistema operativo Microsoft Windows 10 e MacOS Sierra, simulando sessioni in studio, per poi passare all'utilizzo su Apple iPad e Samsung S8, molto pratici per eventuali registrazioni “outdoor”. La connessione è veloce ed indolore. Sia Windows che Sierra riconoscono in pochi secondi il dispositivo di input-USB e sulla parte frontale del microfono prende vita il touch-panel con tutti i comandi e gli indicatori di livello. E qui arriva la bella sorpresa! Il MOTIV MV51 offre l'inedita possibilità di impostare cinque preset DSP che ottimizzano in tempo reale la qualità dell'acquisizione in funzione di dove e cosa andremo a registrare: parlato, canto, strumenti acustici, loud e flat. Basta toccare il tasto “mode” e il microfono regola in automatico gain, equalizzazione, compressione e limiting per ottenere un segnale chiaro e pulito in ogni contesto, dalla registrazione in studio alla videoconferenza. Il preascolto diretto in cuffia lo rende molto pratico anche nell'utilizzo broadcast, nel direct-streaming ed in ogni altro setup in cui viene richiesta buona qualità in tempi rapidi. In questa fase di test al pc, abbiamo utilizzato vari software-audio, dal diffusissimo Audacity al più complesso Steinberg Wavelab, passando per Adobe Audition e Logic Pro X. Nessuno ha mai dato alcun cenno di incompatibilità con il microfono Shure.


    Neanche a dirlo, noi di VOCI.fm ci siamo concentrati soprattutto sull'acquisizione del parlato e, soddisfatti dei risultati ottenuti “indoor”, abbiamo provato a spremere al massimo il MOTIV MV51 anche in condizioni “di emergenza”: fuori casa, in albergo, in auto. Perchè noi speaker sappiamo bene che, al giorno d'oggi (anche grazie a nuovi tool come PRONTO AL MICROFONO che aumentano la nostra produttività), possono arrivare in ogni momento richieste di registrazione ed è sempre buon regola farsi trovare “preparati” ed operativi, per evitare di perdere occasioni di lavoro. In questi contesti, MV51 diventa partner ideale dello smartphone e del tablet. Basta installare l'App “SHURE MOTIV”, disponibile sia per iOS che per Android, collegare il microfono via USB o lighting ed il gioco è fatto. Anche in questo caso non abbiamo mai riscontrato problemi di compatibilità, anche ricorrendo a software o ad App di terze parti, come il valido Twisted Wave.


    Riassumendo, il microfono SHURE MV51, dimostra di possedere tutte le caratteristiche che distinguono i nuovi prodotti della serie “MOTIV”: pratico da utilizzare ovunque, semplice ma di alta qualità, abbordabile nel prezzo. Per la registrazione della voce, consigliamo di abbinarlo ad un'asta da scrivania così da poter integrare un filtro anti-pop che aiuta ad attenuare le consonanti esplosive. Risolutivo in molte circostanze, consideriamo il MOTIV MV51 uno di quei “passi avanti” che i tempi moderni hanno saputo regalare al mondo della voce e del canto. Un altro prodotto all'altezza del marchio SHURE!

    CARATTERISTICHE TECNICHE MICROFONO SHURE MV51

    • Modello:Microfono con connettore USB o Lighting
    • Tipo Trasduttore: Condensatore
    • Caratteristiche Polare:Cardioide
    • Risposta in fequenza: 20 Hz - 20 kHz
    • Sensibilità (1 kHz): -39 dBV/Pa
    • Peso: 574,4 g

    Recensione a cura diMatteo Mattiacci
     

  • Cari amici reporter, speakero giornalisti alla caccia dello scoop, quante volte vi è capitato di trovarvi di fronte al “personaggio giusto” e non avere in tasca lo strumento valido per realizzare una bella intervista? E' vero che con un buono smartphone è possibile improvvisare delle registrazioni vocali, ma la qualità spesso non è all'altezza di un lavoro professionale. Per questo siamo stati particolarmente attratti dallo Shure MV88, piccolo ma interessantissimo microfono capace di trasformare il nostro iPhone (o iPad) in un eccellente strumento per la registrazione in mobilità. E anche stavolta la redazione di VOCI.fm ha affidato a Matteo Mattiacci, tecnico e voce radiofonica, il compito di testare un prodotto davvero ad-hoc per i nostri utenti.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito la speaker Ilaria Cuoci

    Seguire le tendenze, crearne di nuove, adeguarsi alle evoluzioni tecnologiche e sfruttarle per migliorare i propri prodotti è senza dubbio uno degli aspetti più complessi di un'azienda. Specialmente se si parla di Shure, che dagli inizi del XX secolo è stata sempre sulla cresta dell'onda nel mondo dell'audio professionale e soprattutto dei microfoni per il canto e lo speakeraggio, come i mitici SM58 o SM7B. Migliorare qualcosa di già eccellente, mantenere quell'aurea da “status symbol” del mondo analogico anche nel settore “100% digital” può rivelarsi davvero complesso.

    Per questo, al tempo, sono stato molto incuriosito dalla notizia che Shure avrebbe creato la nuova linea “MOTIV” dedicata esclusivamente a prodotti per la ripresa audio plug-and-play con PC, iPhone e iPad. Microfoni piccoli e portatili, capaci comunque di sprigionare tutta la qualità e la versatilità che da sempre distinguono il marchio numero uno del settore. Questo è quello che promettono dagli Stati Uniti... ma sarà davvero così?

    Avere in tasca una soluzione “MOTIV” potrebbe cambiare la vita di chi lavora on-the-road, come giornalisti e reporter, ma anche di tanti speaker in home-studio che, a budget ridotto, potrebbero trovarsi in mano kit completi immediatamente compatibili con gli strumenti di uso comune, come il tablet o lo smartphone, che acquisterebbero una funzione davvero professionale. In particolar modo, è interessante parlare del microfono più “portatile” di tutta la linea “MOTIV”: lo Shure MV88.

    Il team di Shure Italia, distribuito in Italia da Prase Media Technologies, ci offre la possibilità di testare l'ultima release di questo articolo, che arriva in redazione in un elegante e compatto box di colore bianco, sul quale spiccano le foto del microfono in primo piano e in un esempio di installazione su iPhone. Lo stile del packaging è proprio quello di un accessorio “di qualità” per il mondo Apple. In effetti MV88, essendo dotato esclusivamente di connettore lighting, è l'unico articolo della linea a poter essere utilizzato solo con i dispositivi tablet e smartphone di Cupertino.



    L'unboxing è decisamente rapido, visto che la piccola scatola contiene, oltre a qualche foglio con la documentazione, soltanto il guscio nero in cordura a forma di uovo, con zip che racchiude e protegge perfettamente il microfono.

    Tutto sta nel pugno di una mano, a dimostrazione dell'estrema portabilità di questo prodotto.

    Apriamo la custodia e ci troviamo di fronte ad un piccolo gioiello: il microfono digitale a condensatore stereo “Shure MV88”, appunto.

    Costruito interamente in metallo, è fornito con snodo a 90° e pallina antivento montata, accessori che ne garantiscono prestazioni affidabili, versatili e durevoli in ogni ambiente.



    E' tutto così semplice e allo stesso tempo ben fatto che viene istintivo estrarre il microfono e connetterlo alla porta lighting del dispositivo.

    In questo test è stato utilizzato un “classico” iPhone 6s, ultimo modello prodotto da Apple dotato anche di porta mini-jack per la connessione di una cuffia, utile per il preascolto in tempo reale del segnale audio. Con versioni successive di iPhone (7 – 8 – X, non dotati di porta mini-jack) è comunque possibile ottenere lo stesso monitoring utilizzando auricolari bluetooth.


    Una volta connesso lo Shure MV88 al telefonino, basta aprire l'app ShurePlus MOTIV (disponibile gratis su AppStore) e iniziare a registrare.

    L'interfaccia software è il vero punto di forza: graficamente ben fatta, intuitiva, con i comandi messi al posto giusto e tutto sempre “a portata di dito”. In più, i file registrati possono essere immediatamente condivisi sulle varie piattaforme social o di archiviazione. Il nostro iPhone si trasforma, come per magia, in un potentissimo registratore digitale a 24 bit/48 kHz.

    Ma non basta! I 5 preset richiamabili con un semplice colpo di touch permettono di raggiungere un risultato ottimale nel PARLATO, nel CANTATO, nella REGISTRAZIONE DI STRUMENTI ACUSTICI, nell'ENFATIZZATO LOUD e nell'acquisizione diretta FLAT.

    Per i più abili, esiste la modalità AVANZATA che consente di personalizzare ogni settaggio regolando guadagno,immagine stereo edequalizzazione. Ad esempio, ho provato unaregistrazione panoramica regolando l’ampiezza a 135°; così sono riuscito a mettere in evidenza anche il pubblico che stava parlando intorno a me. Ho poi ristretto il campo a 60° e sono riuscito a ridurre di tantissimo il rumore e focalizzare la registrazione su un singolo soggetto intervistato.


    Per farla semplice, con lo Shure MV88 è molto facile ottenere risultati ottimali anche in caso di interviste live ad eventi, concerti o situazioni particolarmente caotiche.

    Il reporter alla caccia di scoop per le vie di Sanremo, il giornalista sportivo inviato allo stadio, lo speaker che ha necessità di spedire file in velocità all'editore o la band che vuol registrare una jam-session.

    E' tutto pane quotidiano per lo Shure MV88 che, neanche a dirlo, ha dimostrato di avere molte marce in più rispetto al microfono installato di serie su iPhone e iPad, rivelandosi un acquisto che VOCI.fm consiglia ad ogni professionista della voce che ama lavorare anche all'aperto o comunque in contesti al di fuori dello standard. Suono pulito, ben bilanciato e di grande dinamica. Una voce sempre all'altezza di un microfonoSHURE!

    CARATTERISTICHE TECNICHE SHURE MV88

    • Modello:Microfono per iPhone e iPad con connettore Lighting
    • Tipo Trasduttore: Condensatore
    • Caratteristiche Polare:Cardioide
    • Risposta in fequenza: 20 Hz - 20 kHz
    • Sensibilità (1 kHz): -37 dBV/Pa
    • Peso: 40,5 g

    Recensione a cura diMatteo Mattiacci

  • Il MICROFONO è senza dubbio lo strumento più importante per il nostro lavoro di speaker, doppiatori o cantanti. E stavolta abbiamo la possibilità di testare un prodotto che rappresenta un vero e proprio “pezzo di storia” della registrazione in studio e nel live, ancora tra i modelli preferiti in assoluto. Grazie a PRASE S.P.A., distributore per l'Italia del marchio SHURE, Matteo Mattiacci ha messo alla prova per VOCI.fm il grande microfono SHURE SM7B. Senza dubbio... un'esperienza da raccontare.

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    Lo ammettiamo: stavolta eravamo proprio curiosi! Perchè seppure negli anni ci sia passato per le mani audio-equipment di ogni livello e nonostante avessimo già avuto modo di lavorare con il modello SM57 (a detta di molti, “il parente più stretto” di questo microfono), una test-session interamente dedicata allo SHURE SM7B non si era mai presentata dalle parti di VOCI.fm. Non dimentichiamoci che si tratta del microfono con cui “l'immenso” Michael Jackson registrò “Thriller”, il disco più venduto della storia, e che facendo un giro tra le sale di registrazione e le emittenti radiofoniche e TV in tutto il mondo, resta difficile trovarne una che non ne abbia almeno un esemplare “in azione”. Ma perchè un microfono dal prezzo decisamente sotto la media, riesce ad essere spesso preferito a modelli ben più costosi e dalle caratteristiche tecniche altisonanti? Scopriamolo insieme.



    In linea con lo stile SHURE, la confezione che contiene l'SM7B risulta compatta ed elegante. Oltre alla grande foto del microfono in primo piano di fronte ad un'immancabile parete piramidale, alla sigla e a poche righe che ne descrivono la tipologia (dinamico a cardiode), quello che più ci colpisce della scatola è senz'altro la scritta “Legendary Vocal Microphone”. Una frase che dice tutto: abbiamo in mano un modello dal suono leggendario, con prestazioni professionali e versatili, che racchiude l'esperienza di 50 anni di tecnologia SHURE. Le pagine del blog ufficiale dell'azienda statunitense raccontano infatti di come l'SM7B sia l'evoluzione naturale del modello SM5, uscito nel lontano 1966 e divenuto in poco tempo uno standard nel mondo broadcast. Chi, come noi, ama la radio, sa bene di cosa stiamo parlando e sul web è facilissimo emozionarsi con vecchie foto dei più grandi disc-jockey di sempre, all'opera di fronte all'SM5. Mantenendo la forma orizzontale di questo primo modello, ma “snellendosi” di molto nelle dimensioni e nel peso, lo SHURE SM7B ingloba una versione migliorata della capsula che ha reso famosi gli SM57 e SM58.



    Ce ne accorgiamo subito, quando con non poca enfasi, avvitiamo il “nostro” SM7B all'asta microfonica ed alziamo impazienti il cursore del mixer. E' il primo test che a nostro avviso va sempre fatto, quello “flat”, senza ottimizzazioni di sorta. Restiamo subito colpiti dall'ottima presenza della voce, sia maschile che femminile. L'eccellente risposta alle basse frequenze ci fa subito capire come questo microfono sia particolarmente adatto alla ripresa vocale, nonostante molti lo utilizzino anche su strumenti musicali come chitarra elettrica, basso o batteria, vista la dinamica estesa dai 50Hz ai 20kHz. Iniziamo a divertirci, mettendo alla prova l'SM7B in ogni condizione: dal classico dialogo istituzionale di un talk-show radiofonico, allo spot con voce recitata su vari toni, al set di doppiaggio con marcate caratterizzazioni (siamo passati dalla voce sottile di una bambina a quella profonda e lugubre di un orco!), fino al cantato pop o al rock strillato. In ognuna di queste situazioni, l'SM7B ci ha lasciati a bocca aperta! Nei casi più estremi, risultano utilissimi i filtri HP/LP attivabili tramite gli switch sul retro del microfono, che ne aumentano esponenzialmente la versatilità. Da non sottovalutare l'architettura generale, studiata per ridurre vibrazioni di ogni tipo ed annullare quasi totalmente i rumori che ne derivano. Ad esempio, l'ottima schermatura contro il ronzio elettromagnetico, impedisce fastidiose interferenze generate dai monitor dei computer o da altri dispositivi elettrici. La staffa dal design innovativo assicura un'ottima stabilità e una perfetta integrazione con ogni tipo di asta professionale. In tutte le nostre prove, l'SM7B si è rivelato un eccellente microfono direzionale; in quanto tale, per ottenere una buona presenza della voce, è sempre importante restare allineati di fronte alla capsula. Spostamenti bruschi della testa finiscono inevitabilmente col farsi sentire. D'altro canto, il filtro antivento pre-installato si comporta egregiamente, e di serie viene anche fornita una spugna anti-pop integrativa ideale per attenuare le consonanti esplosive e quindi particolarmente indicata per tutte le applicazioni broadcast.


    Quello che ci piace dello SHURE SM7B è la facilità con cui questo microfono riesce ad integrarsi in ogni sistema, dallo studio di registrazione di altissimo livello fino al ben più economico home-studio. Il costo inferiore ai 500 euro, la possibilità di ottenere risultati eccellenti anche in abbinata a pre-amplificatori di tipo “consumer” (come la nostra interfaccia audioFocusrite Scarlett 6i6”, che costa meno di 300 euro), la pulizia e potenza del segnale in ogni tipo di applicazione, lo rendono una scelta quasi obbligata per chi vuol dare un tono di professionalità al proprio studio senza investire budget esagerati.


    Smontiamo il microfono dall'asta e, davvero soddisfatti dal risultato dei test, lo riponiamo nella confezione. Abbiamo avuto parecchie risposte sul perchè questo SM7B sia uno dei microfoni più apprezzati dai professionisti della voce di tutto il mondo: robusto, performante, versatile; un oggetto che è diventato leggenda! Non a caso.

    CARATTERISTICHE TECNICHE SHURE SM7B

    Tipo: Microfono Dinamico
    Risposta in frequenza: 50Hz - 20kHz
    Diagramma Polare: Cardioide (unidirezionale)
    Output Level (a circuito aperto): -59,0 dB (1,12 mV)
    Alloggiamento: Acciaio e alluminio smaltato
    Antivento in materiale poliuretanico
    Colore: Grigio scuro
    Peso: 0,764kg

    Recensione a cura diMatteo Mattiacci

     

     

  • Non volete fare a meno del vostro amato microfono? Un altro prodotto del marchio Shure ci viene in aiuto; stavolta parliamo di un accessorio, con un sigla che spiega tutto: “X2u". E' un adattatore che ci permette di trasformare il nostro microfono preferito in un modello collegabile direttamente a PC o Mac. Mario Loreti lo ha provato e recensito per il #sitodellevoci

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    Scrivo ancora sul blog di VOCI.fm per parlarvi di un prodotto molto interessante proposto dall'americana Shure: X2u. Ormai chi conosce il nostro sito sa che spesso parlo di nuove tecnologie per registrare in ottima qualità spendendo poco e praticamente ovunque. Del resto per registrare bene oggi non serve molto, ma è anche vero che chi ci tiene, spesso non è disposto a rinunciare al proprio “sound”.

    Ad esempio, conosco persone che non farebbero mai a meno del proprio microfono, anche solo per questioni affettive, e sono molte le star che si rifiutano di registrare se non hanno “quel” microfono specifico. Non parliamo solo di cantanti, ma anche di conduttori radiofonici, speaker pubblicitari o doppiatori. Un capriccio? Forse, ma è anche vero che quando l'orecchio si abitua ad un suono è difficile rinunciarvi. Ed è proprio qui che un altro prodotto del marchio Shure ci viene in aiuto; stavolta parliamo di un accessorio, con un sigla che spiega tutto: “X2u”.

    Si tratta, appunto, di un adattatore da XLR a USB, molto utile perchè ci permette di trasformare il nostro microfono preferito in un modello collegabile direttamente a PC o Mac, senza bisogno di scheda audio e con la possibilità di ascoltarsi in cuffia a latenza zero, ovvero senza ritardi; per risentirsi infatti non è necessario utilizzare la funzione monitor del proprio software come si farebbe con quei microfoni USB che non hanno l'ingresso cuffia ma, essendo questo prodotto dotato di un ingresso da 3,5”, è possibile collegarvi direttamente la propria cuffia preferita, chiusa o aperta che sia, per non perdere mai il proprio livello di riferimento.



    Si tratta di uno strumento plug-and-play, quindi non c'è bisogno di installare driver e software, basta collegarlo ad una porta USB di un computer e lo Shure X2u sarà immediatamente visualizzato nelle impostazioni audio del vostro sistema e quindi anche in tutti quei programmi che permettono di selezionare gli ingressi audio da utilizzare. Il nostro gioiellino è compatibile con Windows Vista, Windows XP, Windows 2000, 7, 8, 10 e Mac OS X (10.1 o versioni successive). Lo Shure X2u è dotato di alimentazione phantom per microfoni che ne hanno bisogno e di un ottimo preamplificatore con controllo del gain in ingresso. La risposta in frequenza di questo prodotto va dai 20 ai 20000 kHz, il guadagno minimo è pari a −81 dB FS, il massimo a −78 dB FS.



    Inoltre lo Shure X2u campiona fino a 48 kHz a 16 bit ed è quindi ideale per la ripresa di voce e strumenti acustici. Sul case possiamo notare un pratico indicatore di picco: se è spento il segnale in ingresso sarà ad un volume pari a 30 DB, se è verde tra -30 e -12 DB, se è giallo da -12 a 0 DB, se è rosso il nostro segnale sarà in saturazione. La confezione di questo adattatore superlativo include, come se non bastasse, anche un cavo USB da 3 metri per il collegamento alla propria macchina e un astuccio morbido con cerniera per portarlo dove si vuole in sicurezza. Sì, perchè si tratta di uno strumento che possiamo sicuramente portarci dietro quando non vogliamo o non possiamo avere una scheda audio.

    Cos'altro dire? Noi di VOCI.fm abbiamo testato a fondo questo accessorio: il preamplificatore garantisce un suono trasparente, l'ascolto in cuffia permette un monitoring al giusto volume e l'oggetto è anche bello da vedere. Ideale per chi, affezionato al proprio microfono, cerca una soluzione “smart” per registrare direttamente con il pc, bypassando mixer, processori hardware ecc. Perfetto per i podcaster, lo consideriamo un “must have” per chiunque voglia avvicinarsi al mondo della registrazione in mobilità. E poi “X2u”... è Shure, una garanzia sotto tutti i punti di vista. Voi eravate a conoscenza di un prodotto del genere? Fatecelo sapere! A presto da Mario Loreti.



  • Che lavoro fai? Lo speaker! Che bello, lo speaker!!! Si, ma per vivere, che lavoro fai??? E chissà quante volte avrete vissuto questa situazione “surreale” e quante altre vi avranno detto che lavorare con la voce... non è un vero lavoro? E allora vale la pena parlarne oggi sul BLOG di VOCI.fm - il sito delle voci 

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAngelo Oliva 

    Iniziamo col dire che il mestiere dello speaker, in qualunque ambito ed in qualunque settore, è un vero e proprio lavoro, come tanti altri. E proprio come un lavoro, necessita di molta preparazione, molto studio e tanti sacrifici. Non è cosi scontato riuscire ad emergere in questo settore. Non si diventa professionisti improvvisandosi e nemmeno avendo una bella voce. Come d'altronde non si diventa segretaria o manager solamente entrando in ufficio oppure avendo delle belle mani. E nemmeno commessa o modella avendo un bel viso. Certo, tutto questo aiuta, ma queste qualità da sole non bastano. Vanno sviluppate.

    Quindi il lavoro dello speaker o professionista della voce, è un lavoro a tutti gli effetti. Spesso nemmeno cosi tanto piacevole o gratificante. Chiariamo! Non voglio demonizzare la professione, che resta comunque piacevole e degna di stima, ma portare alla luce alcuni aspetti che spesso non vengono considerati da chi vuole affrontare questo mestiere oppure ne utilizza i servigi, con leggerezza.

    Nell'immaginario collettivo, chi lavora con la voce gode di ricchezze ed agi da vero nababbo. Tutto questo non corrisponde a verità. Il lavoro dello speaker, come molti altri, inizia spesso la mattina presto su di un treno affollato, una metropolitana oppure una macchina per raggiungere il posto di lavoro: lo studio di registrazione, l'emittente radiofonica o tv, una sala-convention oppure l’ufficio di un cliente.

    Il tutto per sperare di riuscire a portarsi a casa la giornata, un contratto o, quanto meno, la famosa “fiche” di presenza. Spesso per guadagnare uno stipendio medio, bisogna speakerare (come in gergo si usa dire) svariate righe di un anello di doppiaggio, oppure decine e decine di spot promozionali, di documentari di svariato genere oppure lunghi discorsi e letture in eventi pubblici e privati. Certo! Le eccezioni esistono. Ma sono eccezioni.

    A proposito: non sempre ci sono sabati o domeniche. Spesso il lavoro si porta a casa nel proprio studio personale (home-studio), ricavato in un piccolo angolo delle nostre dimore. Il tutto per riuscire a soddisfare la frenesia delle richieste dei clienti o dei committenti, che sono all'ordine del giorno; spesso richieste di lavori oggi per ieri.

    Quindi lo speaker, questo strano animale che popola le giungle metropolitane, che plasma la sua voce e la mimetizza in base alle richieste ed al contesto, possiede anche un corpo ed una vita privata. E spesso non è differente da quella di tanti altri. Anche lo speaker soffre, gioisce, si ammala e vive la vita come un qualunque lavoratore. Anche lui come tutti gli altri tra soddisfazioni, delusioni, stress e vita quotidiana.

    Quindi la prossima volta che ascolterete una voce in tv, in radio, in uno spot televisivo, oppure ad una convention, ricordatevi che dietro quella voce e quella persona, quel professionista, si nasconde un uomo oppure una donna. Un lavoratore... proprio come tutti voi!

    In memoria di tutti i colleghi

    R.I.P. Stefano (1984-2017) 

    Articolo a cura di Angelo Oliva



  • Quante volte vi è capitato di guardare dei video davvero belli, zeppi di effetti sonori, con una colonna sonora che rimane in testa ma magari privi di una voce che descriva le immagini o, ancor peggio, registrati da una voce pessima? Ciò accade perchè spesso si pensa alla voce come ad uno degli ultimi aspetti di un video. Ma noi sappiamo bene quanto una voce “professionale” può fare la differenza. E ne parliamo in questo articolo a cura di Mario Loreti.

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    Pochi giorni fa, parlando con un cliente, gli illustravo il mio tariffario e, vedendolo un pò spiazzato cercavo di spiegargli che le tariffe applicate non sono relative al tempo che si impiega a incidere l'audio, ma al tempo in cui questo può essere utilizzato.

    Ho spiegato questo concetto anche in un mio precedente articolo qui sul BLOG di VOCI.fm, dedicato proprio alle tariffe; questo nel tentativo di aiutare chi, come me, deve raccontare al cliente perchè si fa pagare svariati euro al minuto, sentendosi rispondere che ad incidere ci si impiega meno rispetto a chi gira un video.

    Una voce, come ogni servizio, ha quindi un costo. E questo è chiaro. Quando però mi sento dire da un cliente che "le voci sintetiche non sono niente male", scusate... ma rabbrividisco!

    Sono non vedente, per leggere lo schermo del computer e quindi anche per scrivere questo articolo sto usando una voce sintetica che, quando digito lo spazio sulla tastiera mi legge la parola appena digitata, permettendomi così di verificarne la correttezza.


    "Fantastico!" penserete voi. Ed è vero: quando non c'erano i computer i ciechi scrivevano solo in braille, un sistema di scrittura composto da 6 puntini che si leggono da sinistra verso destra e si scrivono o con una tavoletta braille (foto sopra) oppure (nella migliore delle ipotesi) con una dattilo-braille (foto sotto), una macchina da scrivere che al posto della tastiera ha 6 tasti, tre a destra e tre a sinistra, con al centro un tastone verticale per lo spazio.


    Un bel sistema il braille (io ancora lo uso), ma anche una bella scocciatura. È chiaro che col computer non ti devi portare dietro aggeggi pesanti come la dattilo-braille, non devi scrivere su fogli spessi e, soprattutto, quello che scrivi è leggibile da tutti, indistintamente.



    Però il computer ha il difetto di non lasciare molto spazio all'interpretazione di un testo, perchè la voce che te lo legge è spesso metallica, anzi, molto metallica. Adesso le sintesi vocali sono campionate a partire da voci umane, la voce dei treni regionali di Trenitalia in italiano, ad esempio, è la versione sintetica della voce ufficiale di Radio Capital. La stessa voce, la cui versione sintetica si chiama Luca, io la uso anche sul mio iPhone 7 per leggere messaggi, mail, chiamate ecc.

    Insomma, le voci sintetiche sono una realtà, circa un mese fa è stato lanciato anche un nuovo dispositivo dal nome “Amazon Echo”, la cui assistente (Alexa) parla con la voce di una mia collega, anche lei amica di VOCI.fm. In questo video la potete ascoltare.


    Nonostante i progressi le voci sintetiche rimangono comunque tali, qualcuno aveva paura ci rubassero il lavoro ma secondo me siamo ben lontani da ciò. Certo, per registrare una voce sintetica si impiegano diverse ore di lavoro, per cui di soldini se ne guadagnano abbastanza... tuttavia quanti fonemi e quante espressioni si dovrebbero registrare per coprire tutte le intonazioni della lingua italiana nei diversi contesti?

    Una voce sintetica non ce la farà mai a parlare come qualcuno in carne ed ossa... quindi viva le voci umane, almeno per i video aziendali e gli spot radiofonici.

    Concludo con una domanda per voi: al di là della pecunia, accettereste mai di diventare delle “sintesi vocali”? Diteci, se vi va, perchè si o perchè no...

    A presto da Mario Loreti, sempre qui, sul BLOG di VOCI.fm – il #sitodellevoci
     

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