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Uno dei simboli della cultura nipponica sono gli “Anime”, termine che sta ad indicare i film e l’animazione giapponese in generale. Adattare dialoghi e doppiare Anime non è facile. Raccontiamo di come si iniziò negli anni 70 a lavorare su questo importante prodotto importato dal Giappone

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Circa 50 anni fa, l’Italia fu invasa da "Anime Giapponesi", pellicole tanto diverse da quelle a cui eravamo abituati fino a quel momento. La definizione di cartone animato da parte del mondo Occidentale fu uno dei più grossi equivoci del passato e forse lo è tuttora. Il prodotto è ed era indirizzato ad ogni tipo di pubblico, dai bambini, agli adolescenti, agli adulti. Potete per cui immaginare la difficoltà ed il turbamento dell’epoca quando ci si trovò dinnanzi a cartoni animati con dialoghi e tematiche adulte. Proprio per la diversa concezione che si aveva del prodotto rispetto al Giappone, in Italia la censura rese necessario l’adattamento dei dialoghi.

All’interno di questi dialoghi vennero modificate le cose più disparate fino a creare dei veri e propri stravolgimenti. Come attenuante, c’era comunque da considerare la distanza che vi era tra le due culture. All’inizio degli anni ’80, sfido chiunque a trovare qualcuno in Italia che potesse conoscere e spiegare le tradizioni del Sol Levante agli adattatori e ai doppiatori, perciò questi si trovarono molto spesso ad improvvisare.

Il risultato furono opere che poco avevano a che fare con quelle originali ma certamente non disprezzabili. In alcuni casi, l’adattamento per il pubblico italiano si rivelò migliore della versione originale e finì per suscitare maggiore interesse fuori dalla madrepatria.

Rendere Italiano questo tipo di prodotto non si dimostrò per nulla semplice.
Per fare esempi concreti ci furono "Ken il Guerriero" e "Dragon Ball" che ebbero dei tagli e degli accorgimenti importanti. 

Un punto di incontro tra la cultura nostra e quella giapponese venne invece con uno degli Anime tuttora apprezzati dagli amanti del genere; sto parlando, per dirla alla giapponese di "Saint Seiya" o meglio conosciuto da noi come “I Cavalieri dello Zodiaco”.

Il fatto che parlasse di mitologia classica, creò il punto di partenza necessario per l’allora direttore del doppiaggio Enrico Carabelli. Sfruttando infatti, l’amore che aveva per la letteratura classica Italiana chiamò per l’adattamento il raffinato ed abile dialoghista Stefano Cerioni.

Si creò cosi un prodotto completamente differente dove i personaggi avrebbero parlato un linguaggio molto più aulico e complesso rispetto a quello utilizzato solitamente per le trasposizioni animate dello stesso periodo. Vennero infatti inseriti numerosi riferimenti alla nostra letteratura. Questo, risolse il problema di superare il linguaggio sboccato ed aggressivo inadatto alla tv degli anni '80.



A questo punto si doveva pensare alle voci dei personaggi.
All’epoca il circuito dei doppiatori italiani specializzati negli anime era piuttosto ristretto. Anche per questo motivo, Carabelli scelse di mettere insieme dei giovani doppiatori con cui aveva già avuto modo di lavorare.

Tra questi, spiccò Ivo De Palma, storica voce di Pegasus che fu chiamato direttamente, conoscendo a malapena il personaggio che avrebbe interpretato. Fu così, anche per la doppiatrice di Lady Isabel/AtenaDania Cericola, che aveva già doppiato sotto la sua supervisione Pollyanna Piccole Donne.

Altre scelte dirette furono Luigi Rosa, la voce di Crystal il Cigno, Andrea De Nisco, voce di Andromeda e Tony Fuochi al quale vennero affidati i ruoli del Cavaliere Immortale e diversi ruoli minori nel corso della serie (tra tutti ricordiamo Toro, Thor e Aquarius).

La mitologia e la letteratura, fino ad allora, non erano mai state sfruttate per un cartone.
I ragazzi a cui erano state affidate le voci dei Cavalieri, dopo le iniziali perplessità, si resero conto di quanto fossero complesse le scelte compiute dal direttore e la sua passione li spinse a dare il meglio nella fase di doppiaggio.

In un certo senso, possiamo tranquillamente affermare che in quello studio fu gettato il seme da cui nasce l’approccio moderno nei confronti del doppiaggio degli Anime in Italia. 

Articolo a cura di Antonio Amoruso

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