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Per chi lavora con la voce il “sottotesto” è un elemento importantissimo per far arrivare un messaggio preciso... in un modo altrettanto preciso. E' la famosa "comunicazione non verbale”, alla base dell'attività di un attore, di uno speaker e di un doppiatore. Con Angelo Oliva ne scopriamo caratteristiche e modi d'uso. 

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Cos’è il “sottotesto”?

E’ l’elemento, la parte fondamentale del processo comunicativo.

Il termine indica tutta quella parte di informazione che non è codificata in modo scritto, ma che arriva allo spettatore, o ascoltatore, tramite la recitazione dell’attore.

Il significato che si cela sotto le battute di un dialogo e i gesti che lo accompagnano.

Tre sono gli elementi importanti che costituiscono il "sottotesto":

1. Il testo

2. Il contesto

3. Il sottotesto

Il primo è abbastanza chiaro: sono le parole scritte; il secondo è l'ambiente nel quale avviene la comunicazione.

Questo elemento ha sempre la sua rilevanza per diversi fattori.

Provate a pensare ad una discussione con il vostro partner. C'è differenza se avviene in casa oppure in un locale pubblico? In linea generale si!

Il terzo, cioè il “sottotesto”, è rappresentato da tutti gli elementi della comunicazione che pensiamo ma che non diciamo.

E' nel “sottotesto” che ritroviamo la comunicazione non verbale, il linguaggio del nostro corpo. Cioè, la comunicazione para-verbale, ossia le intonazioni, il tono, il timbro, le sfumature della voce, ecc.

Il “sottotesto” è spesso l'elemento più importante dell'atto comunicativo e quello che rivela il vero significato di ciò che si dice.

Facciamo un esempio:

(in ufficio)

Datore di lavoro: “Allora, ci sbrighiamo con quella pratica?”

Risposta: “Mi scusi, mi attivo subito.”

sottotesto”: “Dai… armati di santa pazienza per non farti licenziare. Mi fa lavorare 12 ore al giorno e si lamenta pure?”

Altro esempio:

(incontriamo un amico)

Noi: “Ma che bella cravatta che indossi? Con il calzino bianco poi, è il massimo!”

sottotesto”: “ Caspita! Dimmi dove l’hai comprato che ci vado subito”

Oppure:

Noi: “Ma che bella cravatta che indossi? Con il calzino bianco poi, è il massimo!”

sottotesto”: “Diciamo che hai aperto un armadio a caso e ti sei vestito al buio.”

Come abbiamo osservato negli esempi, il “sottotesto” nasce dalla combinazione della personalità e dei sentimenti del personaggio in uno specifico contesto. Senza contesto, senza un pensiero e senza personaggio, non può esistere “sottotesto”. Il significato, quindi, può essere compreso solo conoscendo bene la storia e i personaggi che la popolano. Se questa consapevolezza viene meno, verrà a mancare la trasmissione di una parte essenziale del dialogo, quindi della comunicazione.


In che modo il “sottotesto” è amico dei professionisti della voce?

L’uso del “sottotesto” permette all’ascoltatore di comprendere meglio gli aspetti di un personaggio, le motivazioni, le paure, i pensieri che lo attraversano. Questo consente di creare empatia con chi ascolta. Senza “sottotesto”, i dialoghi suonano meno autentici. Ciò che non diciamo, le frasi lasciate in sospeso, le domande senza risposta e i segnali extra-verbali, spesso trasmettono maggiori informazioni delle parole che pronunciamo.

Come nasce il “sottotesto”?

Potremmo dire che il sottotesto nasce dal “pensare” a ciò che il testo scritto non esprime, ma che lascia intuire. Il sottotesto è “vedere” con chiarezza la scena che stiamo interpretando, tenendo conto di alcuni aspetti fondamentali, come:

- I dettagli sensoriali dell’ambiente descritto nel testo;

- Le motivazioni che animano il personaggio;

- Il tono, l’inflessione, la postura, l’espressione del viso e tutti gli aspetti del personaggio da interpretare.

In sostanza, se siamo entrati in sintonia con il personaggio - anzi dobbiamo esserlo - capiremo quali battute possono essere espresse in modi “meno ovvi”.

Come possiamo imparare ad usare il "sottotesto"?

Ascoltando le persone parlare e cercando di capire “cosa c’è sotto”.

Esercitandoci a non dare sempre ai nostri personaggi, alle nostre letture, ai nostri dialoghi e alle nostre interpretazioni, un andamento “lineare”.

Adesso che conoscete il “sottotesto”, gli presterete più attenzione? 

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