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Ci sono attori che riconosciamo davvero ad occhi chiusi, solo ascoltandone la voce. E' il caso di Tom Cruise e del doppiatore che lo ha reso celebre in Italia: Roberto Chevalier, ospite ai microfoni di VOCI.fm. Dal "Top Gun" anni 80 a quello 3D uscito in questo autunno, scopriamo cos'è cambiato nel doppiaggio degli ultimi 20 anni. 

Intervista realizzata da Diego Bandinelli

Quali sono i film con Tom Cruise che ti sono piaciuti particolarmente?

Direi senza dubbio “Magnolia” insieme a “L'ultimo Samurai”.

In quale film è stato più difficile doppiarlo?

Un film che non ha avuto molto successo: “Rock of Ages” (2012); devo dire che Tom Cruise cambia veramente molto, perchè è un bravo attore che sa spaziare tra i generi (anche se ultimamente predilige l'action-movie) e riesce ad interpretare una gamma davvero impressionante di personaggi. Per questo ogni suo film presuppone un certo grado di difficoltà nel doppiaggio, ma “Rock of Ages” in modo particolare. Devo dire che anche “Tropic Thunder” (2008) non fu una passeggiata, ma in quel caso il personaggio era davvero uno spasso.

Come ti è nata la passione per il doppiaggio? Sappiamo che sei anche dialoghista e direttore! 

Io ho fatto sempre tutto insieme, fin da bambino, e decidere di dedicarmi esclusivamente al doppiaggio è stata una conseguenza dei miei problemi familiari. Avrei dovuto fermarmi al “Piccolo Teatro” di Milano con Strehler (era il 1980), ma a causa dell'improvvisa scomparsa di mio padre, di una brutta malattia di mia madre e di mio figlio che viveva con la mamma nella Capitale, ho scelto di tornare a Roma e dedicarmi in maniera preponderante al doppiaggio; in verità per 4-5 anni ho continuato anche a lavorare in un teatro romano, ma gestire entrambe le attività era esageratamente faticoso, anche se all'epoca avevo 35 anni. Così, dal 1987-88 sono diventato doppiatore “full-time”.

Ma ci puoi dire Roberto com'è cambiato il doppiaggio rispetto agli anni 80? Mi viene in mente un cult che tu doppiasti in quel periodo, “Labyrinth”, dove prestavi la voce a David Bowie!

Direi che è cambiato soltanto dal punto di vista tecnico; adesso con l'avvento di sistemi tipo “Pro Tools” è tutto un altro lavorare; siamo avvantaggiati perchè, se sbagliamo, possiamo rifare anche solo un pezzettino di battuta, entrare dentro ad un fiato e risparmiare energie in quel senso, ma è anche vero che essendo molto più rapida la lavorazione nel digitale rispetto alla pellicola, non esistono più tempi morti e finisci col diventare una macchina, con programmi di lavoro estenuanti. C'è poi un aspetto molto importante: oggi, quando il doppiaggio viene fatto con i tempi giusti, senza correre, tende a riprodurre fedelmente l'interpretazione dell'attore originale. Una cosa che non accadeva negli anni 80, quando il doppiatore finiva col far prevaricare la propria personalità. Ho lavorato con bravi colleghi molto famosi che, però, finivano quasi sempre con lo spostare l'interpretazione verso il proprio stile, lasciando in secondo piano il mood dell'attore originale. La nostra ultima generazione, come ho detto, cerca invece di rifare anche nei fiati, l'emissione e l'intensità del primo interprete.

Ti è mai capitato di incontrare un attore hollywoodiano?

Certo, Tom Cruise mi ha anche rilasciato il suo autografo!

Che consigli puoi dare a chi è interessato a lavorare con questa bellissima arte del doppiaggio?

Senza dubbio quello di imparare bene, seguendo qualche professionista serio; io ho fatto questo e poi ho studiato cercando strutture e condizioni “di qualità”. Il mondo del doppiaggio, come tanti altri settori artistici, è purtroppo pieno di gente senza scrupoli che pensa solo a far cassa e quindi bisogna indirizzarsi verso scelte mirate e selezionate. Poi non aver paura di mettersi in gioco, perchè è proprio vero che “non si finisce mai di imparare”. Faticare... e crederci!

Grazie a Roberto Chevalier, voce di Tom Cruise, Tom Hanks, John Travolta, Andy Garcia, David Bowie e decine di altri attori più che famosi. Un grande onore averlo come ospite sul Sito delle Voci. 

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