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Ospite del #sitodellevoci questa volta lo speaker e attore Marco Zanni, anche voce dell'iconico spot "MasterCard". Lo ha videointervistato per noi Francesca Faggella.

Intervista realizzata da Francesca Faggella

Dal salotto di Francesca Faggella andiamo in giro per il mondo a scovare “le voci”, personaggi incredibili che attraverso questo loro talento riescono a incantare le persone, cantando, recitando, lavorando alla radio. Diciamo che Marco Zanni fa praticamente tutto. Buongiorno e benvenuto su VOCI.fm.
Grazie Francesca.

Marco Zanni è una delle voci più interessanti, più calde, più sensuali e più emozionanti del panorama italiano. In 20 anni di carriera ha fatto un sacco di pubblicità incredibili, tra le più conosciute quella di “Master Card” e “Ing Direct - Conto Arancio”. Insomma, un artista incredibile, un attore, che ha studiato con Marcel Marceau, in tournée con Dario Fo e Franca Rame. Ma in che modo è nata questa tua passione? Come e quando hai capito che la voce sarebbe stata il tuo strumento di lavoro?
Io volevo fare l'attore già a 14 anni, quando ho cominciato a fare il mimo, era una cosa che avevo dentro. Ma il divertente è stato incontrare e conoscere Diego Sinigaglia, noto dj dell'epoca, che faceva anche pubblicità; quasi per scherzo ho iniziato con lui in studio di registrazione e, pian piano, ho dato il via a questo mestiere che poi mi ha portato a Milano. Lì c'era gente molto disponibile e carina, si sa che anche oggi è una città che offre molto, sono entrato in contatto con direttori di doppiaggio, pubblicitari e mi sono davvero appassionato al mestiere.

Che importanza ha avuto il teatro nell'impostazione della voce, nella dizione e nel saper gestire le tue emozioni?
Credo che siano due linguaggi diversi. Comunque il teatro ti aiuta ad interiorizzare un sentimento e ad esprimerlo al momento giusto. Anche nella pubblicità. Devo ammettere che questo mi è servito da un punto di vista tecnico, nel senso che vado sempre “bianco”, come dico io. Quando vedo la lavorazione, creo un sottotesto per tirare fuori un'emozione e trasferirla nella pubblicità. Ma è proprio il modo di parlare che è diverso, cioè in pubblicità hai un'impostazione, in teatro devi averne un'altra.


 

E in radio, un'altra ancora.
Si, in radio (come al cinema) c'è un'altra impostazione. Sono proprio linguaggi diversi che devi imparare a distinguere e ad usare al meglio nel momento in cui lo stai facendo. Quindi il teatro mi ha aiutato nell'elaborare le emozioni, nel saperle manipolare per arrivare ad un obiettivo, anche in pubblicità, dove devi essere credibile e vero.

Marco, lavorando in tutti questi settori, in che modo hai dovuto curare la voce?
Il mio tallone d'Achille è il raffreddore, purtroppo, e lì non ci puoi fare granché. La gola risponde sempre, non ho neanche mai avuto bisogno di prendere le acciughe, che dicono essere un rimedio per quando hai mal la gola, ma purtroppo il raffreddore mi frega.

Un consiglio da dare ai ragazzi che vorrebbero intraprendere questo lavoro, che può essere ovviamente rivolto alla televisione, alla radio, al cinema, o al teatro.
Cercare di diversificarsi, imparare il doppiaggio, la pubblicità, fare teatro, insomma, il più possibile per avere un bagaglio culturale e tecnico importante. Bisogna darsi molto da fare e la voce è molto importante, ma devi saperla usare. Non puoi essere sempre uguale, monotono, devi riuscire a mallearti in base a quello che stai facendo. Ci vuole molta gavetta, serve pazienza. Le cose non escono mai da sole, ovviamente se hai meno talento ci metti un pò di più, bisogna impegnarsi molto. Ci sono delle scuole, certo, ma non è mai come stare sul campo, perché ogni regista ha un suo modo di lavorare. Tu purtroppo devi essere in grado di adattarti alle sue esigenze e quindi questo comporta molto mestiere. Ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto c'è MasterCard :-)


 

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