Voxyl

Cinema, teatro, televisione: Massimo Ghini è attore a tutto tondo e dal 17 gennaio 2019 lo ritroviamo sul grande schermo ne “L’Agenzia dei bugiardi” di Volfango De Biasi (Medusa) nel ruolo di Alberto diviso tra moglie e amante, mentre su Netflix è tra i protagonisti di “Natale a 5 stelle”. Ma non tutti sanno che l’attore e regista romano è stato anche doppiatore dando voce a Nicholas Cage, Bobo Hoskins, Ken Marshall in “Marco Polo”, e che vorrebbe tanto tornare a farlo, come racconta a VOCI.fm nella video-intervista di Patrizia Simonetti

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Massimo Ghini su VOCI.fm, benvenuto sul Sito delle Voci!
Grazie molte!

Allora, ti vediamo già su Netflix con “Natale a cinque stelle”, ma soprattutto adesso al cinema con “L'agenzia dei bugiardi”; però ti volevamo chiedere, essendo noi il Sito delle Voci: sappiamo che in passato tu ti sei cimentato con il doppiaggio, ci racconti qualcosa?
Beh, devo dire che per me fu un'esperienza fondamentale nel momento in cui l'ho fatta, perché era all'inizio di carriera, non si lavorava molto e il doppiaggio mi ha salvato la vita nel vero senso della parola: ebbi diciamo la fortuna – o caso, un caso fortunatissimo – di cominciare doppiando una famosa serie televisiva, “Marco Polo”, con la regia di Giuliano Montaldo che mi scelse per doppiare il protagonista, ed era all'epoca un lavoro molto lungo con un guadagno altrettanto lungo.

Quasi uno stipendio fisso, diciamo!
Sì, e devo dire che è pazzesco perché credo che quel doppiaggio debbano ringraziarlo in molti, quella parte del cinema italiano che condivideva con me le stesse difficoltà – qualcuno viveva anche con me, e non faccio nomi per carità cristiana ma son tutti diventati attori famosissimi – e si sfamò con i soldi guadagnati con quel meraviglioso “Marco Polo”.

Poi però hai smesso, come mai?
Mah, diciamo che ho avuto un periodo partito da quello, delle esperienze un po' particolari perché ho doppiato “Via da Las Vegas” che è stato una prova attoriale molto importante per me e mi era piaciuto molto farlo, ma in realtà la mia carriera prese la strada che io in qualche maniera volevo, ma non perché il doppiaggio fosse un ripiego: come la radio, il cinema, la televisione, il cabaret, anche il doppiaggio è una delle branche dello stesso mestiere che è quello dell'attore. Anzi, adesso chiedo ogni tanto ai miei amici doppiatori di chiamarmi a fare qualche doppiaggio, perché mi sono accorto che il doppiaggio – come tutte le cose – è anche allenamento, e io ho perso un po' di quell'allenamento, e avendolo perso mi accorgo qualche volta che quando mi devo doppiare non sono molto bravo, ho perso un po' una certa pulizia di dizione che serve per fare il doppiaggio. Quindi la mia vita ha preso un altro indirizzo, però oggi mi accorgo che invece bisognerebbe continuare a mantenere quel tipo di rapporto semplicemente perché aiuta a mantenere alto il proprio livello quando ci si doppia.

La voce comunque la curi lo stesso, perché la usi al cinema e in teatro.
Sì, in questo momento ho una vociaccia perché sono raffreddatissimo e credo di avere una voce proprio fessa, però mi accorgo che questo lavoro di cura lo faccio molto di più a teatro; il cinema ultimamente porta ad avere un uso della voce alcune volte anche sbagliato, secondo me. Sono d'accordo con questa cosa che Battiston ha lanciato in maniera molto provocatoria, “basta con la recitazione soffiata”, perché sennò veramente a quel punto chiunque può fare l'attore. Credo ci siano alcune volte in cui questa distanza tecnica tra la voce e il microfono debba essere superata o abbandonata, ci sono dei momenti in cui la recitazione ti porta a spingere e la voce ha un suo ruolo da protagonista; poi se invece ci leghiamo al fatto che tutto diventa inattaccabile semplicemente perché soffiamo attraverso il microfono, mi si trova d'accordo con quello che ha detto Battiston che peraltro è un attore che stimo moltissimo. Un saluto a VOCI.fm da Massimo Ghini, in arte Massimo Ghini!



MASSIMO GHINI: CENNI BIOGRAFICI
Massimo Ghini, nato a Roma nel 1954, è un attore e regista teatrale. Inizia la sua carriera come animatore in villaggi turistici, poi lavorando come attore di teatro al fianco di registi del calibro di Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Gabriele Lavia, e Vittorio Gassman. Ottiene la sua prima parte al cinema nel film “Speed Cross” e con il film “La tregua” ottiene i primi riconoscimenti anche a livello internazionale; Zeffirelli gli affida una parte in “Un tè con Mussolini” e nel corso degli anni successivi ottiene ruoli in film come “Una notte per decidere”, “Piper”, e nei vari cinepanettoni firmati Neri Parenti, ma non mancano interpretazioni più di spessore come in “Tutta la vita davanti” e “A casa tutti bene”. Attualmente è anche responsabile Cultura del Partito Democratico nel Lazio.

mettiti in evidenza
mettiti in evidenza
mettiti in evidenza
mettiti in evidenza