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VOCI IN VETRINA

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La voce di Patti Smith è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

Lettura podcast a cura di Michael Moretti



Originaria di Chicago, ma cresciuta nel New Jersey, Patricia Lee Smith approda a New York nel 1967, ancora ventenne. È già ragazza madre e scrive le sue prime poesie. Vive anche con cinque dollari al giorno, dormendo in metropolitana o sulle scale esterne degli edifici. Attratta fin da adolescente dai grandi spiriti maledetti del rock, da Jim Morrison a Lou Reed, da Janis Joplin a Bob Dylan, Patti incontra quest'ultimo, in camerino, dopo un concerto all'Other End. "Ci sono poeti da queste parti?", chiede Dylan. "Non mi piace più la poesia, la poesia fa schifo", lo gela la Smith. Ma il giorno dopo la copertina del "Village Voice" li ritrae abbracciati. E da quel giorno Patti troverà in Bob Dylan un amico, oltre che un maestro. Per almeno otto anni, in ogni caso, è costretta a lavorare come commessa in un negozio di libri, critica di una rivista musicale, drammaturga. Quindi riesce a entrare nel giro dell'intellighenzia newyorkese, conoscendo personaggi influenti come Andy Warhol, Sam Shepard e Lou Reed. La Grande Mela la stregherà per sempre, tanto da indurla a tornarvi anche dopo la lunga parentesi di Detroit seguita al ritiro dalle scene nel 1980. Nei leggendari templi underground newyorkesi, Patti Smith spopola insieme ai futuri compagni di strada: Television, Talking Heads, Ramones, Blondie. Il suo primo singolo, "Hey Joe/ Piss factory", segna l'anno zero della new wave americana. Sarà Lou Reed in persona a metterla in contatto con Clive Davis, presidente dell'Arista, che diventerà la sua etichetta storica.



La voce di Patti Smith è stata influenzata da molti generi musicali, tra cui il rock, il punk, il blues e il jazz. Per questo è particolarmente ruvida e graffiante. Inoltre, il suo marcato accento del New Jersey, conferisce alle sue canzoni una caratteristica sfumatura regionale. Tuttavia, la voce di Patti Smith ha anche la capacità di attraversare le barriere culturali e linguistiche, raggiungendo un pubblico internazionale. Oltre alla sua timbrica, Patti Smith ha anche uno stile di canto energico e coinvolgente. Durante le sue esibizioni dal vivo, si muove sul palco con grinta e passione, trascinando il pubblico con la sua presenza scenica carismatica. In conclusione, Patti Smith, come la sua voce, è unica e distintiva, con un controllo del ritmo non comune. Elementi che hanno fatto di lei una delle più grandi icone del rock, ispiratrice di moltissimi artisti e fonte di pura emozione per i fan di tutto il mondo.

Articolo realizzato da Francesca Pellegrini
 


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La voce di Patti Smith su VOCI.fm

La voce di Patti Smith è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

Lettura podcast a cura di Michael Moretti



Originaria di Chicago, ma cresciuta nel New Jersey, Patricia Lee Smith approda a New York nel 1967, ancora ventenne. È già ragazza madre e scrive le sue prime poesie. Vive anche con cinque dollari al giorno, dormendo in metropolitana o sulle scale esterne degli edifici. Attratta fin da adolescente dai grandi spiriti maledetti del rock, da Jim Morrison a Lou Reed, da Janis Joplin a Bob Dylan, Patti incontra quest'ultimo, in camerino, dopo un concerto all'Other End. "Ci sono poeti da queste parti?", chiede Dylan. "Non mi piace più la poesia, la poesia fa schifo", lo gela la Smith. Ma il giorno dopo la copertina del "Village Voice" li ritrae abbracciati. E da quel giorno Patti troverà in Bob Dylan un amico, oltre che un maestro. Per almeno otto anni, in ogni caso, è costretta a lavorare come commessa in un negozio di libri, critica di una rivista musicale, drammaturga. Quindi riesce a entrare nel giro dell'intellighenzia newyorkese, conoscendo personaggi influenti come Andy Warhol, Sam Shepard e Lou Reed. La Grande Mela la stregherà per sempre, tanto da indurla a tornarvi anche dopo la lunga parentesi di Detroit seguita al ritiro dalle scene nel 1980. Nei leggendari templi underground newyorkesi, Patti Smith spopola insieme ai futuri compagni di strada: Television, Talking Heads, Ramones, Blondie. Il suo primo singolo, "Hey Joe/ Piss factory", segna l'anno zero della new wave americana. Sarà Lou Reed in persona a metterla in contatto con Clive Davis, presidente dell'Arista, che diventerà la sua etichetta storica.



La voce di Patti Smith è stata influenzata da molti generi musicali, tra cui il rock, il punk, il blues e il jazz. Per questo è particolarmente ruvida e graffiante. Inoltre, il suo marcato accento del New Jersey, conferisce alle sue canzoni una caratteristica sfumatura regionale. Tuttavia, la voce di Patti Smith ha anche la capacità di attraversare le barriere culturali e linguistiche, raggiungendo un pubblico internazionale. Oltre alla sua timbrica, Patti Smith ha anche uno stile di canto energico e coinvolgente. Durante le sue esibizioni dal vivo, si muove sul palco con grinta e passione, trascinando il pubblico con la sua presenza scenica carismatica. In conclusione, Patti Smith, come la sua voce, è unica e distintiva, con un controllo del ritmo non comune. Elementi che hanno fatto di lei una delle più grandi icone del rock, ispiratrice di moltissimi artisti e fonte di pura emozione per i fan di tutto il mondo.

Articolo realizzato da Francesca Pellegrini
 


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